Tentata estorsione ai danni di cittadini di Rivisondoli

Misure cautelari per due amministratori e un professionista per un tentativo di estorsione. Le misure cautelari sono state annullate dal Riesame dell’Aquila il 13 ottobre
Rivisondoli, misure cautelari per due amministratori e un professionista per un tentativo di estorsione. Le misure sono state annullate il 13 ottobre dal Tribunale riesame dell’Aquila
Aggiornamento del 13 ottobre 2022. Il Tribunale del Riesame dell’Aquila ha annullato le misure cautelari e interdittive nei confronti del sindaco di Rivisondoli, Giancarlo Iarussi e dell’avvocato dell’ente, Tania Liberatore, finiti entrambi sotto inchiesta per tentata estorsione assieme al vice sindaco Ciampaglia. Stesso provvedimento che era stato adottato, nei giorni scorsi, nei confronti di Ciampaglia. Sia il sindaco Iarussi che l’avvocato Liberatore non dovranno più sottostare all’obbligo di firma mentre per il legale è caduta anche la sospensione temporanea dell’esercizio della professione e il divieto di contrarre con la Pubblica Amministrazione.
L’INCHIESTA – 17 settembre 2022. I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Castel di Sangro e della Stazione di Pescocostanzo hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di due amministratori di un comune dell’Alto Sangro e di un esercente l’attività forense alle dipendenze della stessa amministrazione pubblica rientrata nel focus delle investigazioni.
Per gli amministratori dell’ente locale, il GIP del Tribunale di Sulmona, dott.ssa Sarnelli, aveva disposto l’obbligo di presentazione quotidiana alla P.G., mentre per l’avvocato è stata applicata la sospensione temporanea dall’esercizio della professione e del divieto di contrarre con la Pubblica Amministrazione.
Nei confronti di tutti e tre gli indagati sono state svolte articolate e minuziose indagini per l’ipotesi di concorso in tentata estorsione aggravata ai danni di privati cittadini, nei cui confronti sarebbe stata avanzata una richiesta estorsiva consistente in un corrispettivo in danaro. La cospicua somma pretesa, sarebbe stata necessaria al rilascio di un’autorizzazione per l’occupazione di una parte di suolo pubblico già impegnata nella realizzazione di una scala di accesso ad un immobile di proprietà delle vittime.
La costruzione del manufatto di cui era stata chiesta la regolarizzazione, ha innescato, nel recente passato, un diverso contenzioso giudiziario tra le stesse parti in causa, conclusosi poi con la pronuncia del Giudice adito a favore dell’ente pubblico e con relativa condanna delle controparti al risarcimento delle spese e del danno arrecato all’ente. Le indagini, avviate lo scorso gennaio dai militari dell’Arma, sotto il coordinamento del P.M. della Procura della Repubblica di Sulmona, hanno permesso di raccogliere elementi di prova a carico degli amministratori pubblici e del professionista, i quali, al di fuori di un regolare iter amministrativo, avrebbero preteso una somma di danaro aggiuntiva oltre quella stabilita dal Giudice nell’originaria e definita vicenda processuale.
Le fonti di prova raccolte dai Carabinieri nel giro di pochi mesi, sono state così validate dal Giudice per le Indagini Preliminari ai fini dell’applicazione delle misure cautelari personali materialmente eseguite.
Misure cautelari che però sono state annullate dal Tribunale per il riesame dell’Aquila con decisione del 13 ottobre 2022.