Cava di Montereale, il Consiglio di Stato: riqualificazione in regola

27 settembre 2022 | 12:51
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Cava di Montereale, il Consiglio di Stato: riqualificazione in regola

Riqualificazione Cava di Montereale: progetto in regola, doveva essere portato avanti. 

Riqualificazione Cava di Montereale: progetto in regola,doveva essere portato avanti. 

Il progetto di riqualificazione della Cava di Montereale era in regola e doveva essere portato avanti. Lo hanno deciso i giudici della quarta sezione di Palazzo Spada (presidente Vito Poli, estensore Alessandro Verrico, consiglieri Silvia Martino, Giuseppe Rotondo e Michele Conforti) che hanno accolto l’appello proposto dalla società Inerti Mozano srl,  contro l’associazione Forum ambientalista.
Il progetto era stato bocciato dal Tar Abruzzo il 7 dicembre 2021, su ricorso del Forum ambientalista. Secondo il Consiglio di Stato, invece, i lavori – approvati con la valutazione di impatto ambientale – dovevano essere svolti poiché tali valutazioni del Via si basano  su una “complessa e approfondita analisi comparativa, tesa a valutare il sacrificio ambientale imposto rispetto all’utilità socio-economica, tenuto conto anche delle alternative possibili” (cioè nessuna). In sostanza, meglio riqualificare la cava che lasciarla nello stato in cui si trovava.

Il Tar Abruzzo aveva accolto il ricorso dell’associazione Forum Ambientalista contro l’autorizzazione con cui il Comune di Montereale aveva autorizzato la realizzazione di un progetto di risanamento della cava di Monte Mozzano. Il progetto di risanamento del territorio, che era stato presentato dalla società Inerti Mozano Srl, aveva ottenuto – oltre che l’ok del Comune – anche il parere favorevole  del Parco nazionale Gran Sasso Monti della Laga,il giudizio favorevole del Via della Regione Abruzzo. Il Tar aveva quindi condannato il Comune, la Regione Abruzzo e la società al pagamento in favore della ricorrente delle spese di giudizio per 4.500 euro.  Secondo il Tar, l’area in questione si trova nel perimetro del Parco nazionale dove è vietata “l’apertura e l’esercizio di cave, di miniere e di discariche, nonché l’asportazione di minerali”. E inoltre, sempre secondo il tribunale amministrativo, l’autorizzazione implicava “l’apertura e l’esercizio di una cava”, l’ampliamento del sito di estrazione e la realizzazione di una strada piuttosto che un risanamento ambientale. Si è costituita in giudizio anche la Regione Abruzzo.

Secondo il Consiglio di Stato, l’associazione Forum Ambientalista ha avuto conoscenza del parere favorevole del Via al progetto  già dagli anni 2016-2017, ma non lo aveva impugnato. Il Consiglio di Stato, che ha dichiarato irricevibile il ricorso di primo grado per impugnazione tardiva, ha fatto decadere ogni censura sugli atti con cui era stato dato il via libera alla riqualificazione della Cava di San Giovanni Paganica. All’unanimità venne infatti deciso di approvare il ripristino ambientale evidenziandone anche “le positive ricadute occupazionali”. Invece il ricorso dell’associazione ambientalista e la sentenza del Tar avevano bloccato tutto, danneggiando profondamente anche l’azienda Inerti Mozano srl che aveva formulato la proposta economica per il risanamento e la gestione.

Ora la quarta sezione del Consiglio di Stato, se pur dopo anni di stallo, ha accolto il ricorso della Srl e riformato la sentenza impugnata, dichiarando irricevibile il ricorso di primo grado. Ora il progetto potrà partire, anche se i danni economico – sociali e territoriali causati dai ritardi sono ingenti.