Un giorno in pretura, in onda il processo a don Paolo Piccoli

28 settembre 2022 | 14:48
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Un giorno in pretura, in onda il processo a don Paolo Piccoli

L’1 ottobre a Un giorno in pretura “L’ultimo sacramento”, il processo a don Paolo Piccoli, condannato per l’omicidio di un sacerdote.

Riparte “Un giorno in pretura”: nella prima puntata “L’ultimo sacramento”, in onda sabato 1 ottobre, alle 23.40, verranno raccontate le fasi del  processo a monsignor don Paolo Piccoli, sacerdote veneto, ma incardinato nell’Aquilano, accusato e condannato in primo grado e in Corte d’Appello a Trieste a 21 anni e 6 mesi, per l’omicidio di un altro sacerdote, monsignor don Giuseppe Rocco.

L’anticipazione del processo a don Piccoli dalla pagina Facebook di “Un giorno in pretura”

Don Paolo Piccoli, è molto conosciuto in città, dove ha prestato servizio come sacerdote a Rocca di Cambio e Pizzoli; è stato condannato in primo grado il 13 dicembre 2019 perchè – secondo l’accusa – avrebbe ucciso un altro prete, monsignor Giuseppe Rocco, all’interno della Casa del Clero di Trieste, il 25 aprile 2014, per imposserarsi di una catenina e di altri oggetti di poco valore. L’accusa, a dicembre 2019 aveva chiesto 22 anni. Le telecamere di “Un giorno in pretura”, longeva trasmissione di Raitre ideata da Roberta Petrelluzzi, che ne è anche conduttrice e regista, hanno seguito tutte le fasi del processo, iniziato nel 2017, concluso in primo grado il 13 dicembre 2019 e in Appello l’11 giugno 2021. Attualmente don Piccoli è in attesa del giudizio della Cassazione.

Don Paolo Piccoli, Corte d’Appello di Trieste conferma la condanna

Don Giuseppe Rocco venne ritrovato privo di vita il 25 aprile 2014 al lato del letto della sua stanza nella Casa del Clero, dove anche don Piccoli alloggiava, dalla perpetua Eleonora Laura Di Bitonto, alle prime ore del mattino. La donna tentò di rianimare l’anziano prelato come attestato dalle registrazioni della telefonata al 118. In un primo momento si parlò di morte naturale poi è subentrata l’accusa di omicidio dal momento che l’autopsia avrebbe evidenziato i chiari sintomi del soffocamento meccanico. Grande accusatrice di Don Piccoli fu proprio la perpetua, beneficiaria, peraltro, dell’eredità di don Rocco, consistente in una discreta somma di denaro e alcune proprietà immobiliari che avrebbe poi diviso con i nipoti dell’anziano prelato. Al monsignore viene contestato di aver ucciso don Rocco per impossessarsi soprattutto della collanina che l’anziano prelato indossava sempre; una tesi più volte smentita dalla difesa durante tutte le fasi di dibattimento. La collanina di fatto non è mai stata trovata, nonostante le diverse perquisizioni nella stanza dell’imputato che alloggiava come Don Rocco all’interno della Casa del Clero, “se non al collo della perpetua”, come ribadito dalla difesa.

processo don piccoli

Don Paolo Piccoli, difeso dall’avvocato Vincenzo Calderoni del foro dell’Aquila e dall’avvocato Stefano Cesco, del foro di Pordenone, si è sempre dichiarato innocente: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore. Lui ha scelto per me, questa è la mia croce, la porterò è continuerò il mio cammino di purificazione”, aveva detto il monsignore nell’intervista rilasciata al Capoluogo.it, all’indomani della sentenza di primo grado.

Don Paolo Piccoli: “la vita è sacra, non ho ammazzato nessuno”

Non solo Un giorno in pretura; durante il processo don Piccoli, insieme ai suoi legali Calderoni e Cesco, è stato intervistato dalla trasmissione condotta da Federica Sciarelli, “Chi l’ha Visto”.