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Americo Di Benedetto, il Passo è possibile verso il M5S?

L'AQUILA - Il Passo Possibile in queste elezioni si è diviso tra PD, Azione e M5S. Sceglieranno un partito con cui candidarsi alle prossime elezioni regionali?

L’AQUILA – Il Passo Possibile in queste elezioni si è diviso tra PD, Azione e M5S. Sceglieranno un partito con cui candidarsi alle prossime elezioni regionali?

Le elezioni rivelano l’anima inquieta del Passo Possibile rispetto alle politiche. Il movimento di Americo Di Benedetto diviso tra PD, Calenda e M5S. “Non ho dato indicazioni di voto” ha spiegato Americo Di Benedetto ai microfoni del Capoluogo, quindi gli esponenti del suo movimento civico hanno diviso i loro voti tra Azione di Calenda, Pd e M5S.
Se al tempo delle amministrative di giugno scorso, il partito nazionale di riferimento del Passo Possibile è stato quello di Azione di Calenda, che ha concorso con il proprio simbolo al fianco della candidatura di Americo Di Benedetto, le ultime elezioni politiche hanno rivelato sfumature interessanti, all’interno del movimento. Interessanti soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali. Da un lato, infatti, sembrano avvicinarsi con decisione al partito di Letta alcuni tra gli esponenti del Passo Possibile, dall’altra molti sembrano apprezzare sempre di più la leadership di Giuseppe Conte, le cui preferenze sul territorio appaiono inequivocabili.

Le regionali sono dietro l’angolo ed il Passo Possibile ha bisogno di scegliere la sua posizione nello scacchiere politico. Al momento, Americo Di Benedetto al Capoluogo.it smentisce ogni avvicinamento al partito di Conte, precisando di aver ‘soltanto lasciato libertà di voto alle politiche’. Ma non è un mistero che Di Benedetto, in vista delle elezioni regionali, abbia sposato la linea dei grillini, per cui spetterebbe a loro la leadership della coalizione alternativa al centrodestra, visto che il M5S ha incassato percentuali più alte del PD alle ultime politiche. D’altra parte Pietro Smargiassi, presidente della Commissione vigilanza in Regione, aveva espresso proprio questo concetto ai microfoni del Capoluogo.it: “una coalizione per battere il centrodestra si può fare, ma a determinate condizioni, a partire dalla leadership”.
Così, un eventuale avvicinamento di Americo Di Benedetto al M5S risulterebbe utile su più fronti: in caso di ampia coalizione, il M5S potrebbe offrire un nome di buona mediazione con il PD, considerati i trascorsi politici dello stesso Di Benedetto; di contro, il PD dovrebbe rinunciare al suo uomo di punta, Silvio Paolucci, al momento figura papabile per la corsa alla candidatura alla presidenza. Una rinuncia che al momento appare davvero poco probabile.
Se invece a fronteggiare il centrodestra dovessero essere nuovamente centrosinistra e grillini, separati, questi ultimi avrebbero un nome di peso che garantisca un consenso “certificato” dalle comunali dell’Aquila, in un momento in cui il partito di Conte non ha una personalità di riferimento specifica da proporre come candidato presidente, soprattutto dopo l’uscita di Sara Marcozzi. La candidatura in questo ambito, garantirebbe ad Americo Di Benedetto un posto sicuro in Consiglio, visto le “grandi manovre” che stanno agitando gli uffici regionali. Se al momento la legge elettorale infatti prevede che solo il secondo arrivato tra i candidati alla presidenza occupi un posto all’opposizione, in Regione si sta lavorando a una modifica della legge elettorale che preveda un seggio anche per il terzo. Un paracadute non da poco, in caso di corsa con fronte diviso contro il centrodestra.

Da verificare se tutto ciò potrà essere compatibile con i rigidi schemi del M5S che mal digeriscono cambi di casacca in corsa. Il partito, però, da Grillo a Conte è “maturato” sotto molti punti di vista e non è detto che una operazione di questo tipo sia totalmente da escludere.

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