Addio a Giorgio Coraluppi, l’aquilano che inventò la videoconferenza

È scomparso Giorgio Coraluppi, “padre” della video conferenza. Venerato in America, sconosciuto in Italia, era nato 88 anni fa a L’Aquila.
È scomparso in America Giorgio Coraluppi, nato a L’Aquila 88 anni fa, alui si deve la creazione dell’algoritmo che ci permette di utilizzare strumenti di videoconferenza come Zoom, Teams, FaceTime e WhatsApp, utilissimi durante il periodo del lockdown per consentire lo smart working.

Giorgio Coraluppi è morto il 28 settembre 2022 a Pittsburgh, è considerato uno dei geni della tecnologia digitale, venerato negli Stati Uniti, ma praticamente sconosciuto in Italia. Senza di lui non ci sarebbero i moderni Skype, Zoom, Teams e altri. Prima, negli anni ’70, la scoperta dell’algoritmo che ha permesso, tra gli altri, alla Nasa di collegare migliaia di tecnici e ingegneri per la pianificazione dei lanci delle missioni spaziali. E senza il quale non sarebbero nati neppure i sistemi e le app che oggi usiamo e che hanno avuto un ruolo fondamentale per lavoratori e scuole durante i lockdown pandemici.
Coraluppi, nato a L’Aquila il 20 febbraio 1934, si laurea in ingegneria a Milano e inizia a lavorare per Olivetti e Ibm. Negli anni Sessanta il trasferimento negli Stati Uniti con la famiglia (la moglie Laura e poi arriveranno quattro figli, di cui una lavora ancora oggi nella sua azienda). Qui inizia il percorso che porterà l’ingegnere alla scoperta dell’algoritmo della videoconferenza e a tanti altri brevetti che gli sono valsi l’entrata, solo due anni fa, nella Hall of Fame della tecnologia spaziale. Uno su tutti, riuscì a far funzionare il supercomputer Ibm RP3X 64-Way Parallel Processor Prototype System che, diventato poi DeepBlue, riuscì nel 1997 a battere per la prima volta il campione mondiale di scacchi, allora il russo Kasparov.
Il suo lavoro ha parlato per lui e i prestigiosi riconoscimenti non sono mancati come il Pittsburgh Technology Council CEO of the Year Award nel 2013 e, da ultimo, il suo inserimento, voluto nel 2020 dalla Space Foundation, nella Space Technology Hall of Fame, ovvero l’olimpo degli scienziati innovatori a cui si deve la creazione di tecnologie che cambiano la vita. Il riconoscimento, andato anche alla sua azienda Compunetics Inc., gli è stato conferito in occasione del 36° Space Symposium annuale tenutosi a Colorado Springs.