Grandangolo

Michele Fina eletto al Senato, “Il Pd va ricostruito, si cominci dal fare opposizione”

Il segretario regionale del Pd, Michele Fina, senatore neo eletto, ospite di Grandangolo. "Sento sulle spalle nuove responsabilità. Il Pd vedrà una profonda ricostruzione: bisogna unirsi facendo prevalere i punti di convergenza"

Il segretario regionale del Pd, Michele Fina, senatore neo eletto alle elezioni del 25 settembre, ospite di Grandangolo. “Sento sulle spalle nuove responsabilità, soprattutto legate alla necessità di ricostruire il Pd nella nostra regione. Non ci sono veti, occorre unirsi facendo prevalere i punti di convergenza”

Michele Fina, chi è il segretario regionale PD eletto al Senato

Michele Fina, segretario regionale del Partito Democratico, ospite negli studi del Capoluogo per il nuovo appuntamento con Grandangolo. Eletto senatore nelle elezioni politiche dello scorso 25 settembre, Fina ha parlato del risultato dell’appuntamento elettorale.
Una competizione più agra o più dolce?
“Più agra perché è stata una sconfitta netta, sia a livello nazionale che territoriale, per quanto potremmo dire che, in Abruzzo, abbiamo diminuito la differenza dei voti rispetto alla percentuale nazionale. In sostanza, però, soprattutto per il fatto di non aver avuto un’alleanza competitiva nei collegi uninominali ci ritroviamo di fronte a una sconfitta importante. Proprio da qui, tuttavia, dobbiamo ripartire”. 

“Personalmente – aggiunge Fina – sono soddisfatto. Io vengo dal niente. Mio padre è stato calzolaio, mia madre operaia di fabbrica, ora entrambi in pensione. Quindi, tutto ciò che ho fatto in circa 20 anni di attività politica è andato oltre ogni possibile immaginazione.  Adesso, vivo con grande senso di responsabilità questa nuova esperienza: ovviamente non c’è l’entusiasmo dei grandi successi, ma sono grato per tutto ciò che ho già potuto fare e sento la responsabilità, soprattutto, del ruolo che rivesto come segretario del Pd, poiché avverto sulle mie spalle il senso del dovere del necessario processo di ricostruzione a cui il partito è avviato. Ricostruzione che ora dovrà essere ancor più profonda“. 

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La fase congressuale del Pd si sta avvicinando, quale è la sua idea rispetto al futuro del partito?
“Sono davvero dispiaciuto che sia scemata l’ipotesi della nostra terza parlamentare eletta, Stefania Di Padova (al suo posto, dopo l’ultimo riconteggio di Eligendo è entrato Giulio Cesare Sottanelli di Azione-Italia Viva-Calenda ndr). Certamente adesso andrà avviata la fase di ‘ripensamento’. Io sono tra quelli che si batterà perchè ci sia una ricostruzione profonda del Partito democratico, anche per quanto concerne le regole che ci tengono uniti. Dobbiamo avviare una spinta verso la creazione di una coalizione allargata, basata su una solida alleanza. Queste elezioni sono state vinte da Fratelli d’Italia, il partito che ha sempre fatto opposizione e che adesso avrà l’onere di formare il governo. Opporsi a tutto ha permesso a Fdi di passare – in una fase difficile segnata da pandemia e guerra – di passare dal 5% al 25%: ma Giorgia Meloni sta già richiamando tutti i partiti affinché, con un loro impegno comune, si affronti questa grave crisi. Per noi arriva quindi il momento di fare opposizione, ci ricostruiremo, appunto, anche facendo opposizione”.

“Io che ho lavorato al cosiddetto campo largo – continua Fina – ho sofferto, anzi abbiamo sofferto la rottura della nostra alleanza che si è determinata con la caduta del Governo Draghi e ciò ci ha reso non competitivi”. 

Grandangolo: la video intervista integrale all’onorevole Michele Fina

Se dipendesse da lei che Pd uscirebbe dal congresso in programma? Più vicino a Calenda o ai 5 Stelle?

“Io non credo nei veti, né li comprendo. Noi abbiamo avuto tre Governi: in questi tre, il centrodestra ha assunto posizioni differenti in base ai diversi partiti e proprio i suoi partiti hanno posizione diverse, anche oggi, su alcuni temi, tra questi lo scostamento di bilancio o la guerra. Eppure queste forze hanno costruito un’alleanza, hanno vinto le elezioni e ora governeranno insieme. Bisogna far prevalere i punti di convergenza non di divergenza. Noi diciamo – e credo possano essere concerti che uniscano tutti – difendiamo lo strumento che ha contrastato la povertà, ma miglioriamolo dal punto di vista delle politiche sociale per il lavoro. Oppure, lavoriamo sull’efficientamento energetico, rendiamo il 110% strutturale ma, al tempo stesso, evitiamo le truffe. Si può costruire, su tutto questo, un’unione tra Pd, Calenda e i 5 Stelle? A livello regionale, probabilmente, in misura maggiore rispetto al livello nazionale“.

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