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Superbonus, incentivi fiscali contro la crisi energetica

Incentivi fiscali quale misura di contrasto alla crisi e per ridurre i consumi, l'ANCE: "Imprese e cittadini vogliono il superbonus".

La valenza degli incentivi fiscali in materia di efficienza energetica quale misura di contrasto alla crisi e per ridurre i consumi, l’ANCE Abruzzo: “Le imprese e i cittadini vogliono il superbonus”.

“Per contrastare la crisi economica ed energetica è necessario puntare sulle costruzioni e favorire le potenzialità economiche e sociali degli investimenti in edilizia abitativa“. Lo scrive in una nota il presidente di ANCE Abruzzo, Antonio D’Intino, che sottolinea: “Oltre lo stimolo al PIL, questi investimenti, infatti, sono determinanti per ridurre i consumi energetici, e quindi le emissioni. Non è più rinviabile affrontare il problema del consumo degli edifici ed è possibile farlo solo attraverso la stabilizzazione degli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione e di efficientamento energetico, oltre che di sicurezza sismica, in primis il Superbonus”.
“In Italia – prosegue D’Intino – ci sono almeno 32 milioni di appartamenti privati, oltre quelli pubblici. Il patrimonio edilizio è molto energivoro, perché è vetusto, ed è tra i maggiori responsabili del cambiamento climatico, a queste condizioni, incide circa per il 40% sulle emissioni totali in atmosfera, non solo a causa dell’uso di fonti fossili ma anche per via delle forti dispersioni di calore. A incidere tra le spese connesse alle abitazioni ci sono quelle legate al riscaldamento, pari al 67% degli usi domestici, mentre il restante 33% è destinato ad altri usi quali l’acqua calda sanitaria. Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, il 55% indicato dalla Commissione europea, si dovrebbe intervenire in maniera strutturale per riqualificare oltre 93 mila condomini l’anno a partire dal 2022 e fino al 2030. Se a questa riconversione si aggiungesse anche quella degli altri alloggi, tra abitazioni unifamiliari e indipendenti stimabili in oltre 900 mila case, in otto anni si ridurrebbero ben 29,2 milioni di tonnellate di CO2 e 14,55 miliardi di mc di gas fossile, pari al 19,4% degli attuali consumi totali del Paese. Questi dati sono di  Legambiente, non sono di ANCE,  e certificano, in primis, la principale azione da mettere in campo per conseguire risultati:la stabilizzazione degli incentivi nel lungo periodo. Come ANCE abbiamo proposto di coniugare, se del caso, la stabilizzazione ad un tetto massimo annuale di investimenti, in modo da favorire la migliore programmazione sia pubblica che da parte dei privati, cittadini ed imprese.

I dati ENEA di agosto 2022.

“I dati, nonostante tutti gli ostacoli, evidenziano che è elevato il potenziale di questa detrazione, nel mese di agosto  2022 il totale degli investimenti ammessi a detrazione ha sfiorato i 43 miliardi di euro su 243mila cantieri e lavori conclusi per circa 30  miliardi di euro. In Abruzzo, al 31 agosto, si rilevano 1 miliardo e 485  milioni di investimenti ammessi a detrazione e 971 milioni di euro di lavori conclusi su circa 6.700 cantieri. Questa mole di lavori, in termini percentuali sul patrimonio edilizio potenzialmente suscettibile di interventi, rappresenta l’1% di applicazione! Sul tema dei costi, lo Stato rientra delle minori entrate e consegue, addirittura,  un saldo positivo,  in termini di fatturato delle imprese, con maggiori versamenti di IRES ed IVA, e per il fattore lavoro. Nel quadro degli investimenti attivati dagli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica nel 2021, con il 110% a fare da traino,  il saldo per il sistema economico del Paese risulta positivo per quasi 4 miliardi di euro. Questi dati sono ripresi da  autorevoli fonti indipendenti, quali il Rapporto 2020 Camera dei deputati XVIII Legislatura Documentazioni e Ricerche “Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione”. n. 32/2 del 26 novembre 2020, e lo Studio della LUISS –OPEN Economics, del 11 marzo 2021, che certificano il rientro dell’investimento per lo Stato negli anni successivi, in termini di recupero dei fondi e impatto positivo sui conti pubblici, con aumento di gettito iva ed ires. Più di recente, è intervenuto un’analisi molto articolata di NOMISMA che compone il “Bilancio Sociale e Ambientale del Superbonus 110%” definendolo una strategia irrinunciabile all’interno della transizione ecologica nazionale e certificando che ogni euro investito sul Superbonus ne ha generati più di tre in economia. Il calcolo contenuto nello studio di Nomisma parte dai 38,7 miliardi di euro fino ad ora investiti dallo Stato per arrivare ad un valore economico generato pari a 124,8 miliardi di euro, vale a dire circa il 7,5% del prodotto interno lordo. Ed ancora, chi ha effettuato i lavori edilizi utilizzando l’agevolazione fiscale beneficerà di un risparmio medio annuo in bolletta pari a 500 euro. Questa stima è precedente agli aumenti straordinari rilevati e, pertanto, ad oggi, è un valore in aumento esponenziale. Sin da subito, inoltre, è necessario rivedere il criterio di progressiva diminuzione della percentuale di agevolazione per i condomini,  che scende al 70% nel 2024 ed al 65%  nel 2025, per evitare, di fatto, una fine dei lavori al 2023. Questo blocco si verificherebbe per la prevedibile mancanza di disponibilità al co finanziamento in capo a condomini meno abbienti per i quali, invece, potrebbe essere inserito il criterio del reddito ISEE, in modo da non vanificare la portata di una misura diretta, all’origine, proprio verso i grandi compendi immobiliari dove è sempre risultato un miraggio avviare i lavori, sia per il conseguimento della volontà assembleare che per la mancanza di disponibilità economica di alcuni”.

“Il Superbonus – sottolinea ancora ANCE Abruzzo – stimola gli investimenti dei privati mettendo in circolo il risparmio accumulato per interventi di miglioramento sismico ed energetico del costruito, ad impatto zero per consumo di suolo, secondo una strategia finalizzata a valorizzare il nostro ingente, e vetusto, patrimonio immobiliare, che non può essere solo bersaglio di tassazione, una misura che scatena la buona economia, quella reale, che produce ricchezza, in termini di reddito ed occupazione, e supera la cronica difficoltà della pubblica amministrazione a trasformare le risorse in cantieri. Inutile sottolineare che se fossero state intraprese politiche efficaci su questi temi, a partire almeno dagli ultimi dieci anni, e come ANCE lo abbiamo sempre sostenuto, non ci troveremmo in questa situazione di crisi. Anche la ricostruzione post sisma, finora, non ha contribuito in maniera significativa al miglioramento energetico degli edifici, ed è tutto dire per una ricostruzione che possiamo definire moderna”.

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