Il festival Hombres Videopoesia di Pereto

Il festival Hombres Videopoesia di Pereto per l’appuntamento con la rubrica a cura di Valter Marcone.
Il festival Hombres Videopoesia di Nereto per l’appuntamento con la rubrica a cura di Valter Marcone.
Sabato 24 settembre 2022 si è tenuto nel borgo di Pereto (Aq), presso la Sala Polifunzionale del Comune, la serata finale del Festival e Premio Hombres di Videopoesia nell’ambito della XVII edizione del stesso Premio La sezione internazionale di questa sezione è stata curata per il terzo anno consecutivo da Dimitri Ruggeri, Direttore Artistico dell’iniziativa.
Il programma prevedeva per l’intera giornata la presentazione e proclamazione dei vincitori delle varie sezioni con incontri articolati ad orario sia nella mattinata che nel pomeriggio:
11:00-13:00 – Proiezione dei video e proclamazione vincitore con una diretta Facebook presso la Sala Polifunzionale di Pereto.
13:00 – 16:00 -Festival Hombres Videopoesia – Proiezione dei video in loop presso la Sala Polifunzionale di Pereto
16:30-19:00 – Premio Hombres videopoesia – Premiazione dei vincitori di tutte le sezioni del premio con proiezione videopoesia vincitrice anchein questo caso con una diretta Facebook presso la Chiesa di San Giovanni Battista
All’inizio degli incontri in diretta Facebook, dopo l’intervento del neo Presidente Tiziano D’Urbano Basile, il Direttore artistico Dimitri Ruggeri ha sottolineato come dopo le tre edizioni del premio, si siano registrate più di 1.500 video partecipanti da tutto il mondo.
A sottolineare la qualità dei partecipanti è stato ricordato il vincitore del 2019 l’italiano “Il sogno del funambolo “ di Ines Von Bonhorst e Yuri Pirondi, ambientato nel suggestivo borgo di Civita di Bagnoregio e quello del 2020 l’americano City Odes-Eko ile di Sheldon Chau girato a Lagos. Non è stato facile affrontare il tema di quest’anno (i nuovi luoghi abbandonati) ma molti partecipanti hanno reso interessante la metafora del borgo nei modi più disparati, non più vincolato all’aspetto paesaggistico, storico o geografico. La giuria, composta da Tiziano D’Urbano Basile (Presidente del Premio Hombres Itinerante), Dimitri Ruggeri (poeta, videopoeta e performer), Marco Di Gennaro (filmaker), Alessandra Prospero (poetessa, editrice e giornalista), M° Roberto Bisegna (musicista) e da Ilio Leonio(ex Dirigente scolastico e componente del comitato organizzatore del premio), ha decretato: Vincitore e menzioni per la Miglior fotografia e per la Miglior performance: Dynamite (Francia) di Jim Vieille, Menzione per il Miglior testo poetico: Marcia dell’insonne(Italia) di Francesco Sergi Menzione per la Miglior musica: La casa dei trenta rumori (Italia) di Diego Monfredini.
Dimitri dunque ha sottolineato che nel corso delle tre edizioni, il premio, con più di 1.500 video partecipanti da tutto il mondo e gli argomenti trattati, la rassegna si è consolidato anche come Festival, unico al mondo nel valorizzare con la poesia i borghi e gli spazi in disuso senza tralasciare, nuove visioni sugli agglomerati abbandonati svincolati anche dal contesto storico, temporale e geografico. Quest’anno il tema del concorso affrontato dai partecipanti è stato quello dei nuovi luoghi abbandonati, a ribadire il tratto comune tra i numerosi borghi disintegrati con i luoghi cittadini che stanno implodendo in se stessi certificando il fallimento delle metropoli e megalopoli. “Ricordo come Enzo fosse affascinato da questi video che parlavano tutte le lingue del mondo. Era felice nel ravvisare la stupefacente riuscita dell’iniziativa del 2019 (Carsoli) e del 2020 (Pereto). Scegliemmo con cura il tema da proporre nel concorso, quello sui nuovi luoghi abbandonati, chissà. C’erano tanti altri progetti da portare avanti insieme. Questo era uno di quelli che quest’anno lo commemora con l’urlo del vincitore”, dice Dimitri Ruggeri nel ricordare il Presidente del Premio Enzo D’Urbano recentemente scomparso.
Come si legge nel sito del Festival l’invito, rivolto allo spettatore, è quello di immergersi nella sperimentazione di una modalità di “pensare e fare poesia” ancora non categorizzabile ma che rappresenta, di sicuro, un fronte su cui puntare più insistentemente, visto che negli altri paesi risulta una prassi positivamente accolta dalla critica ortodossa letteraria e cinematografica e che impegna sempre di più registi, performer, poeti, sceneggiatori e musicisti. In definitiva si è di fronte a una proposta d’arte totale e chissà se da questo genere non nasceranno videopoeti di livello mondiale per innovazione e bravura.
VIDEO POESIE FINALISTE
Marcia dell’insonne (Italia) di Francesco Sergi
To make things known (Belgio) di Maxime Coton
Lost and Found (Irlanda) di Pat Boran
La casa dei trenta rumori (Italia) di Diego Monfredini
Colony Collapse (Australia) di Ian Gibbins
As Lights, As Flashes (Finlandia) di Hanna-Mari Ihalainen
Le monadi (Italia) di Stefano Virgilio Cipressi
See me: A walk through Londons’s gay Soho in 1994 and 2020 (Regno Unito) di Lee Campbell
I’m a Film (Regno Unito) di Huw Wahl
The Watchmake (Italia) di Antonello Matarazzo
Dynamite (Francia) di Jim Vieille
Dunque un premio ad un video francese con la seguente motivazione: “Dynamite è semplicemente una dinamite di parole, gesti e deflagrazioni. È un urlo distruttivo che riporta all’equilibrio. Parole, sonorità e ambientazioni coraggiose accompagnano una cantilena ultraterrena”. Diversa e più articolata la motivazione per il premio di Poesia: “Marcia dell’insonne (Italia)” di Francesco Sergi: Grottesco, febbrile fino a diventare angoscioso, il testo de la marcia dell’insonne nasce dallo stesso ceppo concettuale e poetico del limerick ma, a differenza del componimento di origine irlandese, non porta in dote allo spettatore (e/o al lettore) i tipici versi anapestici. Vero è invece che ne conserva il ritornello del coro, in questo caso l’ossessivo ‘Tu non dormi’, a creare quella spirale opprimente e autorigenerante, propria dell’insonne. Sapiente l’uso lessicale, strumento di una musicalità endogena e irreprimibile che accompagna il gravoso macinare delle ore con incubi e l’evocazione di demoni interiori. La videopoesia è tratta dall’omonimo testo poetico di Nicolas Cunial, ma un altro riferimento è inevitabile: la pellicola del maestro dell’horror Dario Argento, dal titolo ‘Non ho sonno0’, in cui a fare da leit motiv e da anello di congiunzione tra i vari omicidi sono proprio le strofe della filastrocca noir che scandisce e governa il film, suggestione e rielaborazione del più celebre e iconografico ‘Profondo rosso’.
Per la miglior musica La casa dei trenta rumori di Diego Momfredini, la motivazione è stata “Musica immersiva che accompagna l’ascoltatore sin dentro l’immagine, in un’atmosfera dagli spazi infiniti e dal tempo assente. Una musica che sostiene e sorregge le parole del testo poetico, le cui voci sembrano farle da contrappunto. Una musica che da essa stessa avvia al cambio di scena, al cambio di atmosfera e al cambio di emozione”. Questa diciassettesima edizione del Premio Hombres ha avuto anche il compito di commemorare la memoria storica del suo fondatore, Enzo D’Urbano, venuto a mancare lo scorso 25 Dicembre. Non si è trattato di una rievocazione postuma della figura di un uomo, di un intellettuale, di un organizzatore ma si è trattato di approfondire l’anima di questo evento che Enzo D’Urbano aveva pensato, costruito e realizzato. Il Premio Hombres è nato, proprio come crocevia di idee, esperienze e passioni trasfuse nelle opere letterarie sia in poesia che in immagini e suoni che raccontano, dentro l’offerta di un luogo, un loro modo di declinarsi e determinarsi . Tutto per offrire al lettore e allo spettatore non solo emozioni ma anche e soprattutto consapevolezza di una certa realtà locale, seppure vista sotto un’altra luce. Quella luce della passione e della sensazione che incarna il pensiero di chi si trova a tramutare la realtà in qualcosa d’altro, ovvero a sublimarla non solo nella fantasia ma anche nella libertà della trasformazione . Luoghi trasformati dunque in aperte abitazioni dell’anima dove più a lungo permane il sapore, il colore , l’odore di una vita diversa rigenerando la stessa propria vita di quei luoghi. “… dinamici, che coniugano le esigenze di espressione artistica con le tradizioni e l’accoglienza delle comunità ospitanti. Così che con il tempo il Premio si è scoperto itinerante, rispondendo alla necessità di ampliare la rete di comunità da arricchire e da cui trarre ispirazione”.
Racconta il figlio di Enzo D’Urbano, Tiziano: “È così che lo aveva pensato mio padre, adempiendo instancabilmente a questo impegno per diciassette anni. Potevo ammirarlo nell’atto di dar vita a ogni edizione del Premio già molti mesi prima che la cerimonia si svolgesse e soltanto ora, che mi ritrovo mio malgrado nel suo ruolo, riesco a percepirne l’incombenza. Anche nella mia inesperienza conservo però il vantaggio dato dal suo esempio, un lusso che a lui non era concesso. Così, tra sentieri battuti e luoghi sconosciuti, si definisce questa nuova realtà, pervasa dal pressante sentimento dell’assenza. Un vuoto costellato di memorie, denso di sentimenti, fumoso, avvolgente, imperscrutabile, un vuoto permeato dall’essenza. Questa edizione del Premio Hombres la immagino come un viaggio da fare insieme, la definizione di un inizio nato ormai diciotto anni fa (2004). Per queste ragioni abbiamo ritenuto che fosse opportuno tornare nel luogo d’origine, il borgo di Pereto, cercando di dare la giusta conclusione al lungo percorso fatto dal suo fondatore, mio padre, così che inizio e fine possano coincidere e in qualche modo il viaggio continuare”.
La Sezione itinerante “per Franco Fontana”, a cui appunto è stata dedicata una sezione, si è tenuta a Turania (Ri) nel mese di maggio scorso . Secondo il regolamento gli autori potevano partecipare con una fotografia, un racconto, un diario, una poesia, un articolo. Con una opera ispirata all’artista. Classe 1933, Franco Fontana è nato a Modena e oltre a essere un fotografo è anche un fotoreporter e uno scrittore italiano. 400 mostre personali, 50 delle sue opere sono contenute nei musei più importanti di tutto il mondo e 70 libri a lui dedicati. Il premio Franco Fontana è stato vinto da Claudia Ruscitti con la poesia “Puglia 1987” Claudia Ruscitti, nata a Pescara e residente a Montesilvano ha ottenuto vari riconoscimenti in campo letterario in tutta Italia,si è imposta su 110 liriche giunte al concorso, ottenendo il maggior numero di voti e conquistando due primi premi: Sezione poesia a tema libero con la lirica “Prendimi per mano”; Sezione dedicata a Franco Fontana con il racconto “Puglia 1987”. E’ stata anche finalista al concorso