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Nuovo Governo, ultime trattative: il nodo del Senato

Nuovo Governo, ultime trattative tra fibrillazioni e rifiuti. Il nodo della presidenza delle Camere. La rubrica di Giuseppe Sanzotta.

Nuovo Governo, ultime trattative tra fibrillazioni e rifiuti. La rubrica politica di Giuseppe Sanzotta.

Come in ogni trattativa di governo che si rispetti, sono in tanti che vanno a dormire convinti di essere a un passo dalla guida di un ministero e si svegliano depennati da ogni lista, senza alcun motivo concreto. Accade così da sempre con quei toto ministri che appaiono su giornali e siti senza che si sappia bene l’autorevolezza delle fonti. Si tratta spesso di voci, di soffiate, di depistaggi e perfino di autocandidature. Così c’è chi sale e chi scende. Era dato per certo un tecnico all’economia, ora si parla di un politico, anzi si fa il nome di Giorgetti.
Ci sono poi i rifiuti. Il primo, a quel che si dice, è stato Panetta, è nella BCE e Giorgia Meloni lo avrebbe voluto nella sua squadra. Un personaggio autorevole in un governo che la futura premier vuole autorevole. A sfilarsi nelle ultime ore è stata Elisabetta Belloni, attualmente direttrice generale del dipartimento informazioni per la sicurezza, che apertamente ha detto: non sarò ministro, faccio un altro lavoro. La dottoressa Belloni veniva indicata in diversi ministeri, tra cui gli Esteri. Ma quel ruolo è ambito anche da Tajani che dalla sua ha, oltre al fatto di aver ricoperto incarichi prestigiosi in ambito europeo, anche quello di essere il numero due di Forza Italia. La Belloni si è comunque tirata fuori, forse memore delle candidature al Quirinale. Il suo nome era stato fatto da più parti, anzi in alcuni momenti sembrava la favorita , poi è scomparsa dai radar.

Sicuramente non è facile la composizione del governo. Ci sono tre leader da mettere d’accordo. Sembra accertato che Berlusconi sia un po’ irritato perché non sarebbero stati esauditi alcuni suoi desideri. Il nome della discordia sarebbe quello della Ronzulli. Poi ci sono tecnici di area che devono fare i conti con i desideri dei partiti che vorrebbero scelte politiche. La parola d’ordine della Meloni sembra essere quella più ragionevole: vuole persone di alto profilo per un governo di alto profilo. Detto in altre parole: non c’è spazio per fare favori. Perché la situazione generale non fa dormire sonni tranquilli a nessun governo. La guerra in Ucraina diventa ancora più aspra. C’è la questione energetica che divide l’Europa, l’inflazione  e un debito pubblico spaventoso  che rende poco credibili alcune promesse elettorali. Forse anche per questo il ruolo del ministro dell’economia diventa tanto importante, ma rischia di essere anche quello più osteggiato per i no che dovrà pronunciare. Ne sa qualcosa Tremonti che, da ministro del Tesoro, fu  costretto alle dimissioni, salvo essere richiamato successivamente per cercare di mettere le cose a posto. A posto i conti non lo sono mai stati, e non lo sono ancor di più oggi dopo una pandemia che è costata tanto all’economia del Paese e alle casse dello Stato. E oggi sta costando a tutti  la bolletta energetica. Una situazione che deve essere affrontata con le menti migliori a disposizione, o comunque con una personalità che sappia utilizzare al meglio le risorse umane di grande valore presenti negli apparati dello Stato: dalla Banca d’Italia al Tesoro. Comunque adesso, chissà per quante ore, circola il nome di Giorgetti. Un politico di grande esperienza e apprezzato ben oltre i confini della Lega.

Il puzzle delle tessere di governo, ha, comunque, una prima tappa: le presidenze delle Camere. Il nodo non è ancora sciolto. Fratelli d’Italia vorrebbe La Russa al Senato. La Lega spinge per Calderoli. Dipenderà da questa prima scelta, quella successiva, cioè la Camera. I posti sono due e i partiti di governo sono tre (c’è anche Lupi, dovrebbe avere i rapporti con il Parlamento). Il partito che non avrà una presidenza chiederà di esser risarcito con la formazione dell’esecutivo. La partita per il momento si gioca tutta al telefono, anche se è probabile un incontro tra Meloni, Salvini e Berlusconi nelle prossime ore, da giovedì 13 si sposta in Parlamento. E come in ogni inizio di legislatura non mancheranno le sorprese. Subito dopo entrerà mediaticamente in funzione l’auditel del malumore degli scontenti. Tutto nella norma, prevedibile e sicuramente non preoccupante per Meloni. Le preoccupazioni saranno altre.

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