Terremoto 2009, vittime corresponsabili: “Sentenza sconcertante, merita impugnazione”

Terremoto 2009, su crollo in via Campo di Fossa: “Sentenza sconcertante che merita impugnazione”.
L’AQUILA – Il Tribunale civile sul crollo in via Campo di Fossa durante il terremoto 2009: “Vittime corresponsabili per il 30%”. L’avvocato Wania Della Vigna: “Sentenza sconcertante che merita impugnazione”.
“Non ho seguito direttamente il procedimento specifico che ha portato all’ultima sentenza del Tribunale civile dell’Aquila, ma come cittadina sono sconcertata e come avvocato che segue in altri procedimenti i famigliari delle vittime del terremoto 2009, così come altre vicende legate al terremoto di Amatrice e alla tragedia di Rigopiano, rimango sconcertata e basita da questa sentenza che merita sicuramente l’impugnazione“. Così l’avvocato Wania Della Vigna commenta al microfono del Capoluogo.it la sentenza del Tribunale civile dell’Aquila che ha riconosciuto una “corresponsabilità” del 30% in capo alle 24 vittime del crollo in via Campo di Fossa, avvenuto a seguito del terribile sisma del 6 aprile.
“Pur non riguardando direttamente i casi che seguo, – ha aggiunto l’avvocato Della Vigna – ho letto la sentenza e le motivazioni della concorsualità delle vittime appaiono illogiche e contradditorie. Da una parte, infatti, gli enti vengono condannati, in quanto avevano l’obbligo di proteggere l’incolumità delle vittime, il cui ruolo evidentemente non incide. E poi il comportamento delle stesse vittime non può avere un collegamento concorsuale con il tragico evento, per via delle rassicurazioni che arrivavano in quelle ore. Come dimenticare, infatti, le comunicazioni che arrivavano dal vice capo della Protezione civile nazionale, condannato per questo in sede penale, in cui si sosteneva che lo sciame sismico stava scaricando d’intensità e non ci sarebbero stati pericoli? Lo stesso Tribunale civile dell’Aquila si è espresso in questo senso in altri procedimenti e ora come si può dire che ci sarebbe corresponsabilità delle vittime? Anche perché a questo punto è un criterio che si può estendere ad altri casi e questo è inaccettabile. Per questo ritengo che questa sentenza merita di essere impugnata e non nego che in questi momenti mi manca una figura come quella di Antonietta Centofanti, che avrebbe fatto da grande cassa di risonanza, per una sentenza sconcertante come questa”.

La sentenza.
“È fondata l’eccezione di concorso di colpa delle vittime, costituendo obiettivamente una condotta incauta quella di trattenersi a dormire nonostante il notorio verificarsi di due scosse nella serata del 5 aprile e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile. Concorso che tenuto conto dell’affidamento che i soggetti poi defunti potevano riporre nella capacità dell’edificio di resistere al sisma per essere lo stesso in cemento armato e rimasto in piedi nel corso dello sciame sismico da mesi in atto, può stimarsi nella misura del 30 per cento. Ne deriva che la responsabilità per ciascun Ministero è del 15 per cento e per il residuo 40 per cento in capo agli eredi del costruttore”. La richiesta di risarcimento da parte dell’Avvocatura dello Stato verso i proprietari degli appartamenti del palazzo di via Campo di Fossa a L’Aquila dove, a causa del crollo imputabile al terremoto 2009 in cui morirono 24 persone, è stata accolta dalla sentenza del giudice del tribunale civile dell’Aquila Monica Croci.