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Ignazio La Russa presidente del Senato con lo zampino dell’opposizione, giallo a Palazzo Madama

13 ottobre 2022 | 17:05
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Ignazio La Russa presidente del Senato con lo zampino dell’opposizione, giallo a Palazzo Madama

Giallo in Senato: Forza Italia non partecipa alla prima chiamata; alla seconda solo Berlusconi e Casellati, ma Ignazio La Russa riesce comunque ad essere eletto. Chi sono i franchi tiratori?

Giallo in Senato: Forza Italia non partecipa alla prima chiamata; alla seconda solo Berlusconi e Casellati, ma Ignazio La Russa riesce comunque ad essere eletto. Chi sono i franchi tiratori?

Ignazio La Russa è stato eletto presidente del Senato come da previsioni. Sul suo nome si è discusso per giorni fino alla vigilia della prima riunione dei senatori. Aria da primo giorno di scuola, saluti, strette di mano, pacche sulle spalle. Così dopo l’introduzione ai lavori di Liliana Segre, che ha ricordato nel suo discorso il fascismo, le leggi razziali, l’omicidio di Matteotti, ed è stata applaudita da tutti. Non è tempo di polemiche, di distinguo soprattutto su un tema, come quello del fascismo, che per la Destra di governo è un capitolo chiuso, archiviato per sempre. Sul nome di Ignazio La Russa l’intesa era stata raggiunta a notte alta. Calderoli, il nome voluto dalla Lega, aveva fatto un passo indietro per amore dell’unità. Giù l’unità. Ma si è capito già dalle prime battute delle votazioni che c’era qualcosa di anomalo: i senatori di Forza Italia non partecipavano al voto. Questo nella prima delle chiamate, poi si è presentato il solo Berlusconi seguito da Casellati. Le assenze avrebbero fatto fallire quell’obiettivo di 115 voti, i voti su cui può contare la maggioranza. Al massimo ci sarebbero stati 97 voti.  Inizia lo spoglio e il conto si ferma a 116 voti. Uno in più della maggioranza se avessero votato gli esponenti di Forza Italia. Così qualcuno azzarda dei conti, sono stati 17 i franchi tiratori, cioè esponenti dei partiti di centrosinistra che hanno votato per La Russa. Letta si indigna per questo aiuto alla Destra, e accusa genericamente qualcuno dell’opposizione che vorrebbe entrare in maggioranza. Ma è stato un vero aiuto? Forse no. E chi ha votato per il presidente potrebbe averlo fatto per gettare un petardo nello schieramento avverso. La Russa, che poco prima era stato apostrofato con parole poco gentili da Berlusconi, ringrazia l’assemblea e soprattutto quanti dall’opposizione gli hanno espresso fiducia. Un riconoscimento che evidenzia la frattura, perché quei voti non si sono aggiunti a quelli della maggioranza, ma li hanno sostituiti. Perché Forza Italia l’ha fatto? Probabilmente avrebbe voluto mandare a vuoto solo la prima votazione per lanciare un messaggio di insoddisfazione.

È l’effetto Ronzuli? L’esponete di Forza Italia che Berlusconi vorrebbe insediare in un ministero di prestigio, ma che Meloni non vorrebbe perché vuole presentare  a Mattarella, quando la chiamerà, un esecutivo autorevole soprattutto nei ministeri chiave.  Il veto alla Ronzulli Berlusconi non l’ha digerito affatto anche se ammette che non entrerà nell’esecutivo. Così anche se un incidente parlamentare è stato evitato per il “soccorso rosso” resta il segnale. Un avvertimento che forse renderà necessario qualche altro vertice, che comunque non fa bene all’immagine di una coalizione che ha vito anche perché ha dato l’impressione di essere unita rispetto a un fronte avverso lacerato.

Che conseguenze avrà quel voto? Difficile dirlo. Letta lancia accuse, indirettamente verso Renzi e Calenda. Ma i franchi tiratori sono stati 17, molti di più dei senatori di Renzi, sono 9.. Inoltre l’ex premier ha subito avvertito che non sono stati i suoi. Se l’avessimo fatto, lo avremmo rivendicato, dice subito. Allora si punta il dito sui 5Stelle. Perché non lo stesso Pd? Poi è stata una rincorsa verso la maggioranza oppure una furbata per dire a Meloni e al Paese che questa alleanza non è poi così solida? Sicuramente sarebbe un po’ anomalo passare con l’avversario alla prima riunione del Senato. Soprattutto il voto è stato segreto e i franchi tiratori non hanno un nome.

Comunque sia per Giorgia Meloni si apre un supplemento di trattative o forse di chiarimenti anche se lei, ufficialmente, minimizza l’accaduto. Ma quell’incidente in aula tra Berlusconi e La Russa può favorire una interpretazione diversa. Sembra, stando ad alcune ricostruzioni, che il Cavaliere abbia chiesto conto a La Russa delle esclusioni di Casellati alla Giustizia e della Ronzulli. L’esponente di Fratelli d’Italia avrebbe allargato le braccia, come a dire, non dipende da me. Qui sarebbe scatto il vaffa di Berlusconi. Secondo alcuni, uscendo da palazzo Madama scuro in volto, avrebbe sussurrato “le farò vedere”. A chi era rivolto quel le? Voci, fantasie o supposizioni.  La cronaca dice che solo due senatori di Forza Italia hanno votato per la presidenza (Berlusconi e Casellati) anche se non si sa se poi hanno scritto sulla scheda il nome di Ignazio La Russa. Il presidente per essere eletto ha avuto bisogno di almeno 17 voti dell’opposizione, senza questi sarebbe stata necessaria una nuova votazione. Questa la cronaca. Resta il dubbio: furbata o intese sotterranee con Fratelli d’Italia. Oppure manovra pilotata da Renzi?  Lo si vedrà in seguito. Così passa in secondo piano quanto avviene a Montecitorio. Qui la corsa del leghista Molinari non dovrebbe essere a rischio anche se, per il regolamento della Camera le prime tre votazioni prevedono la necessità di raggiungere i due terzi dell’assemblea. Troppi per il centrodestra. Bisognerà così aspettare la quarta votazione .

IGNAZIO LA RUSSA