San Callisto I per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 14 ottobre.
Il 14 ottobre si ricorda San Callisto I. Secondo il Catalogo Liberiano – una lista cronologica dei pontefici fino a Papa Liberio, contenuta nel cosiddetto Cronografo del 354 – il pontificato di Papa Callisto I iniziò nel 218 e terminò nel 222. La fonte principale da cui attingere notizie sulla sua vita è un’opera denominata Èlenchos, nota anche come Refutatio omnium haeresium o Philosophoumena, scritto apertamente ostile al pontefice perché redatto da un suo nemico, tuttavia non privo di informazioni attendibili. Nel testo è presentato come schiavo di un certo Carpoforo, che per la cattiva amministrazione dei suoi beni lo incarcerò. Dopo una temporanea liberazione, Callisto fu tradotto in Sardegna e condannato ad metalla, cioè al lavoro nelle miniere, finché Marcia, la concubina dell’imperatore Commodo, riuscì a ottenere la grazia per una lista di cristiani esiliati. Tornato a Roma, Callisto fu perdonato per il suo passato e recuperato alla comunità cristiana, all’interno della quale ricoprì posizioni importanti: dopo la morte di Vittore, fu nominato diacono e consigliere personale del nuovo vescovo Zefirino, amministratore del patrimonio ecclesiastico e successivamente, intorno al 200, preposto al cimitero sulla via Appia – il cimitero ufficiale della comunità romana, in cui trovarono sepoltura gli stessi vescovi di Roma per oltre un secolo – che da lui prese il nome. Alla morte di Zefirino San Callisto fu chiamato a succedergli sul trono pontificio. Il nuovo Papa dovette affrontare problemi di natura dottrinale, poiché nella comunità cristiana coesistevano orientamenti diversi soprattutto sulla questione dei lapsi: egli ebbe l’abilità di porsi in posizione mediana rispetto alle varie ed opposte fazioni, con l’obiettivo di assicurare l’unità dottrinale della Chiesa. Tuttavia, dovette scontrarsi con due avversari, Ippolito, probabile autore dei Philosophoumena, e Tertulliano. Il primo lo accusò di aver errato sulla dottrina trinitaria appoggiando l’eresia dei monarchiani, che non ammettevano distinzioni fra le tre Persone divine; l’altra accusa, riguardava la presunta mitezza nella disciplina dei Sacramenti e in genere nel governo della Chiesa. In realtà grande fu l’opera di Callisto per normare la religione cristiana: dichiarò legittime davanti a Dio le nozze tra ricchi e poveri, tra liberi e schiavi, mitigò l’antico rigore contro i rei dei tre peccati canonici, cioè l’apostasia, l’adulterio e l’omicidio, fino ad allora assolti una volta sola nella vita dopo pubblica penitenza mentre ai ricaduti si negava per sempre l’assoluzione. Ippolito si distaccò dalle posizioni del pontefice e si pose come il primo antipapa della storia. Secondo la Depositio martyrum – un elenco dei martiri venerati a Roma, appartenente anch’esso al citato Cronografo del 354 del calligrafo Furio Dionisio Filocalo – San Callisto morì martire durante una sollevazione popolare pagana a Trastevere, dove viveva nei pressi di un’edicola utilizzata per le celebrazioni. Fu sorpreso da alcuni fanatici della fazione avversaria che gli legarono una pietra al collo e lo gettarono nel pozzo che si trovava nel cortile della casa, finendolo poi con la lapidazione. Fu sepolto lungo la via Aurelia, al III miglio, quindi non nel cimitero callistiano, ma nella cosiddetta catacomba di Calepodio. In suo onore sul luogo del martirio papa Giulio I fece erigere la Basilica di Santa Maria in Trastevere, nella quale si conserva ancora il pozzo in cui la tradizione vuole che fu gettato il corpo del martire; qui, nel 790 papa Adriano I fece traslare le sue spoglie, rinvenute da Gregorio IV insieme a quelle di papa Cornelio e San Calepodio sotto l’ingresso della basilica e poi deposte sotto l’altare maggiore.
Dal punto di vista iconografico San Callisto viene rappresentato con indosso una veste rossa e una tiara simbolo del suo pontificato, oppure mentre viene gettato in un pozzo con una pietra al collo; talvolta accanto a lui è presente una fontana.
