Guido Liris, l’intervista al neoeletto senatore a margine della prima seduta della XIX legislatura.
Il neo senatore Guido Liris ospite di Grandangolo a cura del direttore di David Filieri. Dopo un periodo di campagna elettorale, dalle comunali alle politiche, che lo hanno visto protagonista Liris si racconta in questa nuova veste:
“Trovarsi lì nella camera più alta a rappresentare l’Abruzzo e le esigenze degli abruzzesi è un motivo di grande emozione e responsabilità soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo”.
Con il numero dei senatori ridotti, la camera è diventato un ambiente ancora più “severo”.
Una chiacchierata a tutto tondo con il senatore aquilano che spazia dalle tensioni legate alla senatrice Ronzulli nei confronti della quale non c’era una volontà di riconoscerle un ruolo decisivo nel governo, fino alla elezione di Ignazio La Russa, terminando con l’atteggiamento di Giorgia Meloni che “vuole comporre il governo in tempi ristretti e dare subito un segnale in termini di tempi e modi” – afferma Liris nell’intervista.
“Berlusconi è una icona storica, oggi malvolentieri chi lo ha amato per tanto tempo vede malvolentieri come sia consigliato e condizionato da persone a lui vicine. Non si trova la quadra su alcuni nomi, ma su altri abbiamo certezza: Tajani sarà agli Esteri per esempio. Gestione PNNR, rapporti con l’Europa sono i temi che scottano e che il governo non può disattendere quindi si cerca di puntare su professionalità importanti, capaci”.
Sulla sentenza del Tribunale civile dell’Aquila che ha ritenuto responsabili al 30 per cento alcune delle vittime morte sotto le macerie dell’edificio in via Campo di Fossa sbriciolatosi nel sisma del 6 aprile del 2009, Liris afferma:
“Penso che sia una delle pagine più dure da commentare per la storia di un aquilano. Io non sono abituato a commentare le sentenze, questa certamente scava una ferita ancora più profonda. La vicinanza verso i parenti delle vittime è totale e sarei pronto a qualsiasi azione. Vorrei parlare con un giudice per capire davvero”.
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