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Verso il nuovo Governo, prove di disgelo tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi

17 ottobre 2022 | 19:23
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Verso il nuovo Governo, prove di disgelo tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi

Berlusconi assicura il sostegno a Giorgia Meloni, ma continua a chiedere giustizia. La delegazione di centrodestra salirà unita al Quirinale.

Berlusconi assicura il sostegno a Giorgia Meloni, ma continua a chiedere giustizia. Pace o compromesso? Intanto la delegazione di centrodestra salirà unita al Quirinale.

È scoppiata la pace? Forse è presto per dirlo, ma il fatto che Berlusconi sia andato nella sede di Fratelli d’Italia è parso subito un gesto di riconciliazione. Certo volendo essere un po’ maligni quei 37 minuti di ritardo sull’orario dell’appuntamento sono apparsi  come l’ultima zampata del vecchio leone. Costretto dal pressing della famiglia, dalla mediazione di Gianni Letta, a tornare sui suoi passi ed accettare un incontro chiarificatore. Anche perché dal Senato giungono voci che potrebbero allarmare Forza Italia. Tre senatori, Fazzone, Lotito e Casellati, potrebbero uscire dl gruppo. Sarebbero defezioni importanti che potrebbero aprire la strada a una disintegrazione del partito. Ma si tratta di voci, come quella attribuita a Miccichè che avrebbe proposto un appoggio esterno al governo. Qualcosa di inaccettabile per Giorgia Meloni che si presenterebbe depotenziata. Berlusconi quei suoi giudizi su Giorgia Meloni non si è limitato a pensarli o a confessarli a qualche amico. Li ha scritti su un foglio ben  sapendo che sarebbero stati ripresi dai fotografi, e per non essere frainteso, ha scritto in testa Giorgia Meloni. Acqua passata? Lo dirà il tempo. Del resto anche in passato ci sono stati frizioni pesanti. Ricordiamo quando Bossi e Fini si ripromisero di non prendere nemmeno un caffè insieme, poi sono stati insieme al governo. Ma stiamo ai fatti, almeno quelli conosciuti. Dopo il violento scambio polemico sono entrati in azione i pontieri.  Era Berlusconi che doveva fare un passo indietro. In fondo era stato lui ad accendere la miccia. Così alla fine si è lasciato convincere. E già l’accettare il luogo dell’appuntamento equivaleva a una dichiarazione di disponibilità. Berlusconi gli incontri con gli alleati li ha sempre svolti nelle sue abitazioni o uffici. Raramente in sedi politiche. Stavolta è andato nella sede di Fratelli d’Italia. Non aveva mai marcato quel portone da quando è entrato in politica. Una sola volta vi era entrato, ma quando era ancora  solo un imprenditore.  Stavolta è andato nella sede di Meloni.  Un segnale preciso, l’ammissione che adesso  è lei a guidare la coalizione. È lei la leader indiscussa. Berlusconi deve accettare questo come primo passo. Così è arrivato in via della Scrofa a Roma, l’appuntamento avrebbe dovuto essere per le 16, ma è arrivato alle 16,37. Ritardo concordato? Chi lo sa. Di certo non può essere chiamato in causa il traffico di Roma. Quello colpisce i comuni mortali, non chi gira con la scorta. Comunque stando ai fatti e al comunicato congiunto la delegazione del centrodestra salirà al Quirinale con una sola delegazione. Un fatto importante perché evidentemente a Mattarella sarà data una indicazione precisa: la richiesta di incarico per Giorgia Meloni. Tutto risolto? Vedremo. Certo che le ipotesi che erano circolate nei giorni scorsi di un monocolore di Fratelli d’Italia oppure di un ritorno alle urne hanno avuto l’effetto di allarmare un poco, anche se realmente poco credibili o difficilmente praticabili. Adesso il lavoro è sulla squadra. E qui non mancheranno tensioni. Possibile che ci siano due vice, cioè Tajani e Salvini. Resta il nodo Giustizia che Berlusconi rivendicava e probabilmente rivendica ancora.
L’incontro servirà sicuramente per procedere speditamente verso il varo dell’esecutivo, ma qualche dubbio rimane sul futuro nonostante le affermazioni concilianti di Berlusconi. Adesso, comunque, si può iniziare. Si attende solo il via libera del Quirinale. E questo arriverà presto, dopo un rapido giro di consultazioni.

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