Giornate del Fai, numeri da record per il Castello di Gagliano e il centro di Castelvecchio Subequo

Il Castello di Gagliano Aterno quinto luogo più visitato in Italia nelle due giornate del Fai. Decine di bus da fuori regione a Castelvecchio Subequo. “Questo è il modo per far conoscere la ricostruzione materiale e immateriale su cui lavoriamo da anni”
Oltre 2300 presenze registrate per la visita al castello di Gagliano Aterno, decine di autobus provenienti anche da fuori regione per scoprire il centro storico e le catacombe a Castelvecchio Subequo. Le giornate del Fai premiano la Valle Subequana e un turismo che valorizza la voglia di conoscere in maniera sostenibile e lenta.
Qui Gagliano Aterno – Castello medievale di Gagliano Aterno
Quinto luogo più visitato sull’intero territorio nazionale. Dopo Modena e Sassari, Firenze, Ascoli e Roma, il luogo più visitato in Italia nelle due giornate d’autunno del Fai è stato proprio il castello di Gagliano Aterno, scrigno di tesori che apre la vista sullo splendido panorama della Valle Subequana. Oltre 2300 accessi al castello, con persone di ogni età in fila anche per mezz’ora pur di vedere uno dei castelli meglio conservati in Italia. Ma è un numero che, per quanto riguarda le visite complessive al paese in questi due giorni, va ritoccato al rialzo, aggiungendoci ancora almeno un paio di centinaia di visitatori. “È stata una bellissima cassa di risonanza per far conoscere le attività che facciamo ogni giorno, come stiamo ricostruendo”, dice ai microfoni del Capoluogo Luca Santilli, primo cittadino di Gagliano.
“Alla visita al Castello, organizzata dal Fai, abbiamo aggiunto il mercatino in piazza del Popolo e le visite guidate al centro del paese. Per noi è stato un modo per raccontare la ricostruzione materiale e immateriale che stiamo portando avanti da anni”. Comunità energetica, una radio, progetti di studio che fanno vivere il paese tutto l’anno: questo e tanto altro si sta costruendo a Gagliano, come il Capoluogo vi racconta da qualche tempo a questa parte.
Ad accogliere i gruppi di visitatori il gruppo FAI Sulmona-Tre Valli, con il Capogruppo Franca Leone. Il castello Medievale, a 653 m s.l.m., è in posizione dominante su Gagliano stesso e sulla valle sottostante: è ritenuto uno dei castelli meglio conservati d’Italia, un organismo architettonico stratificato e complesso. E’ visitabile solo in alcune circostanze, visto che si tratta di una residenza privata. Anche a Gagliano, come a Castelvecchio Subequo è tangibile la presenza francescana (il Monastero di Santa Chiara, il Miracolo dell’Acqua) che ha segnato in maniera permanente la storia e la cultura del luogo.
Qui Castelvecchio Subequo – Chiesa e convento di San Francesco, le Catacombe
Decine di bus provenienti anche da fuori regione per la Chiesa e il convento di San Francesco, visitabili nell’arco delle due giornate del Fai, ma anche per la 5′ giornata nazionale delle Catacombe, celebrata domenica: “Un duplice evento che, unito al grande flusso di persone che ha visitato Gagliano Aterno, ha portato in paese decine di autobus, provenienti anche da fuori regione e che ha contribuito a far conoscere i nostri tesori non solo a chi è in zona ma anche a chi non li conosceva affatto”. E’ raggiante il sindaco di Castelvecchio Subequo, Marisa Valeri, raggiunta dal Capoluogo: il duplice evento organizzato dal Fai e dalla struttura Pontificia ha avuto un grande successo di partecipazione
“Come Sindaco mi sento fiera e orgogliosa di una comunità che si ritrova a lavorare insieme per il bene del proprio territorio”. Tante le persone che hanno contribuito a questo successo, sottolinea il sindaco: la dott.ssa Maria Carla Somma della Commissione Pontificia di Archeologia Sacra, l’Associazione Gruppo Archeologico Superequano, l’Associazione Ginestra Subequana, l’Associazione Civitas Superequana, il Centro Informazioni del Parco Sirente-Velino, la Comunità dei frati francescani, nonchè i giovani Alexandru Vadeanu Victoras (Alex), Chiara Di Prospero, Giovanna Corsini.
1500 le persone che hanno lasciato la propria firma o un messaggio sui registri: ma è un numero che non rispecchia il reale via vai di visitatori che si è registrato fra il centro storico, dove si trovano la Chiesa e il convento di San Francesco, e le Catacombe, appena fuori il centro storico.
Queste ultime, scoperte occasionalmente nel 1943 e oggetto di indagini archeologiche nel 1949, si compongono di due gallerie, disposte approssimativamente ad angolo retto, scavate in una roccia calcarea assai friabile. Sulle pareti della galleria si aprono semplici loculi e sepolture plurime di forma più o meno arcuata, risparmiando, in alcuni casi, un setto di calcare nella roccia, in modo da creare un parapetto a chiusura delle sepolture dei piani inferiori. Sulla calce di chiusura dei loculi sono graffite alcune iscrizioni, dal formulario molto semplice, databili nell’ambito del IV secolo. La catacomba e lo spazio funerario subdiale ad essa collegato furono in uso fino agli inizi del VII secolo.
La Chiesa di San Francesco d’Assisi con annesso Convento, monumento nazionale dal 1902, conserva il patrimonio archeologico che fu dell’antica Superaequum, una delle tre capitali dei Peligni, con Corfinium e Sulmo. E’ un raro esempio di architettura francescana su tre navate: di particolare interesse la cappella gotica di San Francesco, costruita in fondo alla navata di destra. Affrescata nel XIV secolo quando il conte di Celano Ruggiero II si ritirò nel convento nel 1392. Il coro e la cappella di San Francesco mostrano affreschi della scuola di Giotto, con scene di vita del Santo.
Lo scorso 4 ottobre Il Capoluogo vi aveva portato per le vie di Castelvecchio Subequo e all’interno della Chiesa in occasione dell’accensione della fiaccola votiva al santo di Assisi. Vi riproponiamo quell’evento, estremamente sentito dalla popolazione.
Per quanto riguarda invece il capoluogo, circa 1200 persone, in occasione delle Giornate d’Autunno del Fai, hanno visitato il cantiere del Teatro comunale dell’Aquila. È stata un’occasione straordinaria per tornare ad ammirare un gioiello della nostra architettura civile sul quale riaccendere i riflettori: “Ringraziamo le istituzioni – scrivono dal FAI – per la disponibilità data per questa apertura, e ringraziamo tutti i visitatori che, con la loro presenza, oltre a stimolare le istituzioni a ultimare i lavori di restauro, ci incoraggiano a proporre nuove iniziative culturali. Tutelare il nostro patrimonio culturale, renderlo fruibile per i cittadini e aprire nuovi percorsi per gli operatori del mondo culturale, è questo che vogliamo contribuire a fare con la nostra presenza”.