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Berlusconi senza freni, l’affondo che imbarazza il centrodestra

L'affondo di Berlusconi, quale obiettivo? Il rischio di un Governo soggetto agli umori del Cavaliere che si sente ancora il leader del centrodestra.

L’affondo di Berlusconi, quale obiettivo? Il rischio di un Governo soggetto agli umori del Cavaliere che si sente ancora il leader del centrodestra.

Il patto della Scrofa (la strada dove c’è la sede di FdI) è già stato violato? Non ci sarebbe da stupirsi, ricordiamo il patto della crostata (a casa di Letta, Gianni), il patto del Nazzareno (quello con Renzi) tutti  regolarmente falliti. Stavolta sarebbe accaduto in tempi record. Sicuramente Berlusconi non accetta di restare nell’ombra, lo dimostrano le sue uscite, il voler catturare l’attenzione anche riciclando vecchie barzellette. Un attivismo che stride con il silenzio di Giorgia Meloni che lavora nell’ombra alla formazione del governo e che è rispettosa dell’educazione istituzionale.  Non fa annunci aspettando la convocazione da parte di Mattarella. Perfino Salvini, pur affetto affetto da bulimia interventista, tace in pubblico. Berlusconi no. A parte questo comportamento, che è  nella sua  indole,  ha posto tre questioni che non possono non preoccupare la stessa maggioranza. Tre attacchi che hanno la Meloni, non solo lei, come obiettivi. Sarebbe sbagliato considerare quelle uscite, che ora vedremo nel dettaglio, come degli sfondoni. “Gli è partita la frizione” ha detto qualcuno. Nulla di più falso, è stato estremamente razionale. Tutto preparato anche nei minimi dettagli. Secondo alcune indiscrezioni Giorgia Meloni l’avrebbe paragonato allo scorpione che punge pur sapendo di morire per questo. Forse. Ma entriamo nel dettaglio delle tre affermazioni.

La prima riguarda l’aver anticipato la lista dei ministri di Forza Italia. Anche se fosse un elenco giusto la sua sarebbe una scorrettezza grave, inedita, nei confronti di Giorgia Meloni, che sarà incaricata, ma che ancora non ha ricevuto alcun mandato, e nei confronti del Capo dello Stato perché è lui che nomina i ministri su proposta del presidente del Consiglio. Da sempre l’ultima rifinitura si effettua proprio nell’incontro al Quirinale. C’è anche qualcosa di più. Berlusconi ha indicato la Casellati come ministro della Giustizia, quasi vantando di aver vinto il braccio di ferro con  Giorgia Meloni. Cosa inaccettabile per la leader del centrodestra anche perché autorizzerebbe Salvini, l’altro alleato inquieto perché sconfitto il 25 settembre, a rilanciare la propria candidatura al Viminale eppure a pretendere alcuni ministeri per i suoi. Una situazione grave che potrebbe anche far nascere la tentazione di non trattare più con alcuno. Manovra rischiosa. Meloni sicuramente sa bene che al Senato non può fare a meno di nessuno dei due  alleati. Forza Italia con l’elezione di La Russa ha già fatto capire che può sfilarsi. In quella occasione c’è stato il “soccorso rosso” dell’opposizione. Ma può fare affidamento su questo in futuro? Sicuramente no. E’ pur vero che non è da escludere qualche scissione nel fronte berlusconiano. Però si rischierebbe quella precarietà nei numeri che per l’esito del voto non era proprio prevedibile.

silvio Berlusconi

L’altro aspetto è quello relativo alle parole su Putin, al regalo ricevuto per il suo compleanno. Queste affermazioni Berlusconi le ha fatte parlando ai suoi, forse poteva non prevedere che la registrazione, effettuata da qualcuno dei presenti, sarebbe poi stata resa pubblica e dunque impossibile da smentire. Sostanzialmente Berlusconi ha detto di avere ottimi rapporti con Putin che gli ha inviato una lettera dolcissima, di avere ricevuto in regalo bottiglie di vodka e di aver ricambiato con del lambrusco. Si è dichiarato come il migliore dei 5 amici di Putin.  Può non avere calcolato che una simile affermazione alla vigilia della formazione del governo poteva essere una vera bomba? Soprattutto, stando alle indiscrezioni, a ricoprire l’incarico di ministro degli esteri dovrebbe andare Antonio Tajani, ex presidente del Parlamento europeo, europeista e sicuramente atlantista. Tajani avrebbe potuto ricoprire anche la carica di vice presidente. Tajani è anche il coordinatore di Forza Italia, il numero due dopo Berlusconi. Appare un siluro nei confronti di Tajani. In questa situazione non si può essere amici di Putin e atlantisti. Tajani può prendere le distanze nettamente e in modo pubblico dal suo capo?  A meno che non si voglia pensare male. Come diceva Andreotti: a pensar male si fa peccato ma a volte ci si indovina. Allora se non dovesse essere confermata la scelta di Tajani agli esteri e a questo si aggiungesse la prevedibile bocciatura della Casellati cosa farebbe Forza Italia? Potrebbe sfilarsi o passare a quel sostegno esterno che qualcuno dall’interno aveva ipotizzato? Questa era l’intenzione di Berlusconi, provocare l’incidente? Vedremo nelle prossime ore.

A questo si lega il terzo punto da sottolineare. Berlusconi rivendica di essere stato il fondatore del centrodestra. Come a dire io sono ancora il leader, con meno voti, ma sempre leader. Così quando più volte dice  la signora Meloni cosa voleva dire? Ricordiamo il bel libro di Marcelle Padovani e Giovanni Falcone, Cose di cosa nostra, con il ricordo di Falcone dei primi incontri con Buscetta, il pentito si rivolse al magistrato chiamandolo signor Falcone. Immediata la reazione e la precisazione: io sono il dottor Falcone. Non era un puntiglio, ma l’affermazione di un ruolo, quel signor voleva sminuire la persona. Era questo l’intento di Berlusconi? Questo lo sa soltanto lui, ma stride quella signora ripetuto più volte. Quindi non un incidente dialettico, ma una scelta. Poteva chiamarla Giorgia, come ha fatto in altre occasioni, ma se la citava per il cognome avrebbe dovuto dire l’onorevole Meloni. Un fatto formale, che appare sostanziale. Così parlando dei buoni rapporti con la leader di Fratelli d’Italia, che bisogno c’era di ricordare che  “il suo uomo” lavora a Mediaset? Intanto perché il suo uomo, sarebbe stato più fine definirlo il suo compagno di vita. A parte questo, che senso ha ricordare quel che tutti sanno, cioè che fa il giornalista in una rete Mediaset?

Probabilmente, anzi quasi sicuramente, tutto questo sarà superato. Giorgia Meloni vorrebbe poter arrivare al giuramento già domenica sera, non si farà condizionare da queste esternazioni, ma resta il sapore sgradevole di quelle parole. Di chi non sa accettare serenamente che il leader del Centrodestra è Giorgia Meloni, perché così hanno voluto gli elettori. Resta anche il sospetto che la navigazione del governo potrebbe trovare qualche scoglio imprevisto. E questo, indipendentemente dall’orientamento politico di ognuno, non sarebbe un bene per l’Italia che ha bisogno di essere governata in una fase tanto difficile, forse la più delicata dal dopoguerra. Il centrodestra presentandosi unito davanti agli elettori ha vinto, ora governi con lo stesso spirito unitario.

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