Il nuovo governo

Giorgia Meloni sempre più leader

Meloni sempre più leader: la Camera concede la fiducia. Economia, Europa e Ucraina sulla scia di draghi. Salvini può attendere - sinistre divise.

Montecitorio si veste a festa per il battesimo di Giorgia Meloni e del nuovo governo. Il transatlantico è pieno di giornalisti, fotografi: Ci sono i nuovi parlamentari, alcuni spaesati. Ci sono le “vecchie glorie” delle precedenti legislature. Appare Sansa, ex Dc.

Si muove con dimestichezza. Su un divano c’è Razzi, uno dei “responsabili “ che salvò il governo Berlusconi da un voto di sfiducia. Aspetta che qualcuno lo intervisti. E qualcuno si avvicina. Appare anche Scilipoti, medico siciliano entrato in Parlamento, come Razzi, grazie a Di Pietro e poi passato con Berlusconi. Ora anche lui come Razzi ex. Una giovane deputata si avvicina verso una uscita secondaria, ma cerca il ristorante, una commessa la guida: è dalla parte opposta del grande palazzo. Imparerà la strada. Intanto prende la parola Giorgia Meloni, la sua prima volta. E’ emozionata, lo dimostra il fatto che beve acqua in continuazione. Lei, una vita all’opposizione pronta a polemizzare con chi sedeva sui banchi del governo, ora invece è seduta in quel posto, al centro dell’aula sotto il presidente della Camera. Parla per più di un’ora, spesso interrotta dagli applausi, anche troppi, perché a un certo punto si sente lei che commenta: così finiamo alle 3. Il suo è un discorso franco, identitario in alcuni punti, ma sostanzialmente lancia messaggi precisi: l’Italia è in difficoltà, abbiamo un debito pubblico alto che non vogliamo fronteggiare con politiche di austerità, ma puntando sullo sviluppo. A questo segue il fatto che nell’immediato si interverrà sui rincari delle bollette per aiutare famiglie e imprese. Prioritario è proseguire sulla strada per l’utilizzo dei fondi europei. Pensioni, fisco sono questioni da affrontare. Ma probabilmente ci sarà ben poco nella legge di bilancio che sarà presentata nelle prossime settimane.

Chissà cosa ne penserà Salvini, che per il momento applaude. Poi c’è l’Europa, con l’assicurazione che saranno rispettate le norme previste. C’è la riaffermazione dell’impegno a difendere gli interessi italiani e a sostenere il ruolo di uno dei paesi fondatori della Ue. Fedeltà alla Nato che garantisce la nostra sicurezza e vicinanza all’Ucraina. Fin qui una continuazione delle politiche del governo precedente. Più accentuata la parte relativa all’energia, con la decisione che farà infuriare verdi e 5Stelle, di cercare risorse anche nel nostro territorio. In prativa la ripresa delle trivellazioni. Rottura con il passato segnando un cambio di direzione rispetto alla politica sanitaria portata avanti da Speranza e dai governi precedenti. Si vorrà intervenire anche sul reddito di cittadinanza, si cercherà di favorire le imprese, italiane ed estere, che faranno investimenti e creeranno lavoro. Più identitaria la proposta di riforma costituzionale che dovrebbe prevedere il presidenzialismo.

Tutto bene per la maggioranza, anche se Salvini non ha resistito anticipando i temi cari alla Lega, come pensioni e tassa piatta. Questioni che, par di capire, Meloni non elenca come priorità. Nel discorso di Meloni e nella sua replica c’è un progetto di Paese, ci sono le emergenze e poi le riforme. Una scaletta programmatica per 5 anni di governo. I numeri ci sono perché questo accada. L’opposizione ha invece messo in mostra le proprie diversità. Calenda e Renzi sono apparsi cauti con una opposizione costruttiva, ma su energia e reddito di cittadinanza condividono quel che dice il governo. Letta è intervenuto per segnalare le divergenze, ha criticato Giorgia Meloni, ma sulla politica estera ha detto che il Pd è su quella linea atlantista. Durissimo invece l’attacco di Conte. A volte sembrava un marziano sceso oggi su Montecitorio dimenticando che in questa ultima legislatura ha guidato due governi ed è stato nella maggioranza nel terzo. Adesso contesta tutto quello che è stato fatto in passato e che in parte Meloni vuole recuperare. Opposizioni divise e maggioranza al momento salda. Alla Camera tutto bene., il voto di fiducia in tarda serata non riserva sorprese. Adesso sarà la volta del Senato. C’è attesa per il discorso di Berlusconi. La partita nella maggioranza sarà sui sottosegretari. Forza Italia chiede più rappresentanti. Una piccola grana da superare. Poi di corsa a lavorare sulla legge di bilancio, da sempre terreno scivoloso per tutte le maggioranze. Lo potrebbe diventare se Lega e Forza Italia vorranno forzare la mano. Forse è troppo presto per farlo. Meloni è lanciata, il suo consenso aumenta nel Paese, mostra coraggio e determinazione e nello stesso tempo accetta il confronto franco con l’opposizione. Mettersi contro di lei ora sarebbe un suicidio politico. Lo sa Meloni, ma lo sanno anche Salvini e Berlusconi.

La vera sfida di Giorgia Meloni

 

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