I Santi Crispino e Crispiniano per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 25 ottobre.
Il 25 ottobre si ricordano i Santi Crispino e Crispiniano. Dei Santi Crispino e Crispiniano esiste una passio scritta verso la fine dell’VIII secolo, nella quale, oltre i dati storici, si aggiungono elementi favolistici tipici delle agiografie tardo antiche e medievali. I due Santi, di origine romana, giunsero in Gallia insieme con altri missionari al tempo di Diocleziano; stabilitisi a Soissons per diffondere il Vangelo, avrebbero esercitato il mestiere di calzolai a favore dei poveri. Durante le persecuzioni anticristiane ordinate dall’imperatore Massimiano, furono arrestati dal prefetto di Rizio Varo che prima con lusinghe, poi con minacce e torture, cercò invano di farli apostatare. Si narra che il prefetto, indispettito dal fallimento e dalla fermezza dei prigionieri, si gettò nel fuoco incontrandovi la morte. Per vendicare il suo ministro, Massimiano condannò i due Santi alla pena capitale. I loro corpi, dopo essere stati nascosti per un certo tempo da alcuni fedeli, finita la persecuzione, furono posti in due sepolcri vicini sui quali venne edificata la basilica a loro dedicata a Soissons di cui parla a più riprese San Gregorio di Tours. Nonostante la scarsa attendibilità delle fonti, l’antichità e la diffusione del culto sembrano attestarne il fondamento storico. Per l’allusione della passio al mestiere da loro esercitato, i due martiri sono invocati come patroni dei calzolai, ciabattini, conciatori, guantai e sellai.
Nell’iconografia popolare solitamente si rappresenta San Crispino con le fattezze di un giovane, mentre San Crispiniano con quelle di un uomo più attempato, mentre sono intenti nel loro lavoro di calzolai. Le scene del martirio si arricchiscono invece di altri personaggi, come angeli, carnefici e soldati. Tra gli attributi che caratterizzano i due Santi ricorre la corona di alloro, la palma, e tutta una serie di oggetti e arnesi utilizzati solitamente per conciare le pelli e realizzare calzature, quali tenaglie, coltelli, martelletti. Talvolta, ricorre anche l’immagine di San Crispino divisa da quella di Crispiniano, come nel caso di una tradizione veneta, che non menziona quest’ultimo, mentre lega la figura di Crispino ai bevitori di vino, storpiandone il nome in Graspin e facendolo diventare il patrono degli ubriachi. In onore dei Santi Crispino e Crispiniano furono commissionate in tutte le principali nazioni europee numerose pale d’altare, soprattutto fra il XVI ed il XVII secolo, e furono eretti anche diversi edifici sacri in loro devozione. In Abruzzo, la ricorrenza dei due martiri era molto sentita a Vasto, per la presenza di tanti artigiani del settore calzaturiero – li scarpére -, ma ormai, con la scomparsa del mestiere, anche la festa è andata affievolendosi e resta solo il ricordo delle celebrazioni nella Cattedrale di San Giuseppe. Nel comune di Castel di Sangro è presente la chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano, già di San Leonardo. Con le soppressioni napoleoniche l’edificio venne sconsacrato e ridotto prima a fondaco, poi utilizzato come pubblico macello. Acquistata e restaurata dalla Confraternita dei SS. Crispino e Crispiniano, la chiesa fu intitolata ai Santi titolari della Confraternita. La facciata è caratterizzata da un bel portale in pietra in stile romanico, composto da un arco a tutto sesto che poggia su una serie alternata di pilastrini e colonnine ornate di capitelli. Sul portale figura una croce dei Cavalieri di Malta: nei secoli scorsi l’edificio fu probabilmente luogo di sosta di pellegrini, soldati e viandanti, quando l’antica Via Valeria attraversava il centro abitato.
