Sentenza sisma, anche il Comune dell’Aquila fa ricorso

27 ottobre 2022 | 09:56
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Sentenza sisma, anche il Comune dell’Aquila fa ricorso

Sentenza sisma, si aggiunge il ricorso del Comune dell’Aquila a quello che presenteranno i familiari delle vittime del crollo di via Campo di Fossa. “Comune giudicato non responsabile, ma condannato a pagare parte delle spese legali”

Non si ferma la polemica sulla sentenza sisma relativa al crollo di via Campo di Fossa che ha sconvolto L’Aquila. Anche il Comune fa ricorso: “Errore nel verdetto. Si esclude ogni responsabilità del Comune, ma si addebitano all’ente le spese di difesa degli eredi del progettista”.

Sentenza sisma, si aggiunge il ricorso del Comune dell’Aquila a quello che presenteranno i familiari delle vittime del crollo di via Campo di Fossa, che hanno visto attribuire un concorso di colpa ai loro cari deceduti la notte del 6 aprile 2009 sotto le macerie. La giunta comunale dell’Aquila ha approvato una delibera, pubblicata qualche giorno fa, che dà mandato al legale di presentare il ricorso.
Il Comune, infatti, è stato condannato a pagare 13mila euro di spese legali. L’ente parla di un “Evidente errore nel verdetto”, sottolineando che Con la sentenza, il tribunale ordinario dell’Aquila ha escluso ogni responsabilità del Comune nella serie causale che portò al disastroso crollo dell’edificio condominiale di via Campo di Fossa 6/B. Il tribunale è invece incorso in un evidente errore nell’addebitare al Comune le spese di difesa degli eredi dell’ingegnere Salvatore Cimino, progettista dell’edificio crollato, sul quale il medesimo tribunale ha fatto gravare la grave carenza del progetto strutturale e della relazione di calcolo». Per questo il provvedimento sarà impugnato.

Va ricordato – come specifica Il Centro – che il Comune era stato chiamato in causa dai familiari delle vittime per aver rilasciato, nel 1964, il certificato di abitabilità della palazzina. Ma la sentenza del giudice Monica Croci precisa: “A detto ente (il Comune dell’Aquila ndr) prevede un controllo meramente formale circa l’esistenza delle autorizzazioni di competenza di Genio civile e Prefettura. Non si ravvisa una omissione rilevante nel rilascio del certificato in questione”. 
Nessuna responsabilità nelle tragiche morti avvenute, quindi, ma l’obbligo di pagare parte delle spese legali in favore degli eredi di Cimino, in quanto era stato proprio il Comune a chiamare in causa gli eredi del progettista, “contestando la configurabilità di una responsabilità per il crollo, osservando che le verifiche demandante all’ente comunale, ai fini del rilascio del certificato di abitabilità, avevano carattere prettamente urbanistico e/o igienico sanitario, ma nulla che attenesse alla stabilità e idoneità costruttiva dell’edificio”. 

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