La personalita'

I fumetti di Giuseppe Durato, così Abruzzo e Giappone sono più vicini

Giuseppe Durato, apprezzato disegnatore abruzzese in Giappone, una terra non così lontana. Storia, progetti ed attualità

Abruzzo e Giappone, così lontani e così vicini oggi con i fumetti di Giuseppe Durato.

Giuseppe Durato, apprezzato disegnatore abruzzese in Giappone, una terra non così lontana.
L’Italia e l’antico Giappone, al di là dei trascorsi storici, hanno sempre mantenuto eccellenti rapporti, non solo diplomatici, ma tra i loro popoli così diversi ma al tempo stesso complementari ed affini. Lo stesso Abruzzo, sorprendentemente, ha dei legami secolari con il lontano “Impero del Sol Levante”, fin dalle esplorazioni di un grande missionario gesuita e narratore del suo tempo, come Alessandro Valignano, nato a Chieti da una illustre famiglia nel 1539, morto a Macao nel 1606 e che proprio in Giappone (in Cina inviò il famoso Matteo Ricci), promosse non solo il cattolicesimo, ma anche la cultura, la stampa e le splendide arti italiche. La ricerca del sacro ma anche del bello che, tanti secoli dopo, costituisce sempre “l’attrazione fatale” tra i suoi popoli, è ricambiata dai giapponesi che amano appassionatamente tutto il “Made in Italy”, con il nostro stile di vita ed il ricco patrimonio storico, culturale e paesaggistico. Tutto questo, altresì di una sua Regione fin qui misconosciuta, come testimonia la ricercatrice Yasuko Ishikawa. Lei si è innamorata dei nostri paesaggi montani e marini, che ha già promosso in Patria con un suo libro di successo – dal titolo “Abruzzo Misterioso” – costituendo un vero e proprio ponte culturale e turistico tra mondi così lontani ed ora così vicini, attraverso la sua stessa Japan Abruzzo Association, ricche di idee e di progetti imprenditoriali. Peraltro, la nostra Regione ospita diversi insediamenti produttivi di multinazionali del Sol Levante, dalla Denso alla Hitachi.

La proverbiale creatività abruzzese ora si è arricchita, con le nuove generazioni, del talentuoso Giuseppe Durato, trentenne, originario di Fossacesia, in provincia di Chieti. Questi, fin da piccolo appassionato di fumetti, crescendo si è laureato nella prestigiosa Università “Ca’ Foscari” di Venezia, proprio in giapponese, e subito trasferitosi in Giappone per coltivare il suo sogno, nella patria dei “Manga”, diventando un affermato disegnatore con il nome d’arte tutto nostrano di “Peppe “.
La sua serie di successo: Mingo – Non pensare che tutti gli italiani siano popolari con le ragazze (sulla famosa rivista Shogakukan).
La copertina con la statua del famoso cane Hachiko, reso celebre dal film con Richard Gere – gli ha consentito di entrare nell’olimpo del settore, che vede in Giappone una diffusone enorme e consolidata, ma molto selettiva per qualità ed originalità dei fumetti, che proprio quest’anno ha avuto una sua nuova traduzione nel nostro Paese, dove l’autore torna regolarmente per rivedere la sua famiglia teatina.

In realtà i temi ed i personaggi tracciati con tratto deciso, portano con sé la stessa tradizione italiana del fumetto, che ha comunque tanti estimatori, anche nel mondo culturale tradizionale: si pensi al solo Ted Willer, (il fumetto più diffuso al mondo, con le sue 200mila copie mensili vendute), oltre che a Zagor e Diabolik, (portato nel 2021 al cinema dai fratelli Manetti), con il tentativo – non sempre di successo – di emulare il modello americano di Spiderman.
“Il sogno deve essere non diventare Mangata, ma continuare ad esserlo”: questo il mantra continuamente evocato dai potenti editori giapponesi, che anche il nostro “Peppe” ha dovuto gestire, con l’umiltà dell’autodidatta, che però ha bruciato tutte le tappe di sperimentazione e di apprendistato, nel frattempo mantenendosi anche come modello, con un profilo tipicamente italiano. Basti pensare che il nostro connazionale più conosciuto in Giappone è Girolamo Panzetta, attore, conduttore televisivo e grande “influencer“, in quel grande mercato dei marchi italiani più famosi. Per questo Giuseppe Durato sembra destinato a durare nel mondo ultra competitivo nipponico, non come uno dei tanti, ma come il prototipo dell’autore italiano, che porta la continua originalità e creatività delle sue storie sia comiche che drammatiche, che tutto il mondo conosce del Paese di Leonardo da Vinci, tanto problematico e che pende, ma non cade, come la sua Torre di Pisa. L’etnografo e fotografo Fosco Maraini (il padre della nostra scrittrice Dacia), che lì visse a lungo, annotava che: la raffinatezza giapponese è la più persuasiva che esista al mondo, perché i mezzi attraverso cui si esprime sono i più puri, umili, naturali”, in fondo come quelli abruzzesi.

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