Cultura

Tutti i Santi giorni, 30 ottobre: San Germano

San Germano per la rubrica "Tutti i Santi giorni" del 30 ottobre.

San Germano per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 30 ottobre.

Il 30 ottobre si ricorda San Germano. Di San Germano esiste una vasta produzione letteraria che parla della sua biografia e della sua opera di vescovo. Una delle prime fonti a fornire poche notizie generali su di lui è una ‘Vita’, scritta prima dell’873-74, quindi oltre tre secoli dopo la sua esistenza. Nacque a Capua nel V secolo, figlio di Amanzio e Giuliana, illustri rappresentanti della storica città; alla morte del padre, Germano ereditò l’ingente patrimonio e con il consenso della madre vendette tutto e diede il ricavato ai poveri, per potersi così dedicare liberamente alla vita spirituale, a cui si sentiva chiamato. Nel 519 circa, morto il vescovo di Capua Alessandro, fu designato a succedergli secondo le modalità dell’epoca, cioè eletto dal clero e dal popolo; dopo aver resistito per umiltà, alla fine accettò la carica. Il Liber Pontificalis menziona San Germano come uno dei legati pontifici inviati nel 519 da papa Sant’Ormisda a Costantinopoli per cercare di risolvere lo scisma del patriarca Acacio, che era stato scomunicato nel 484. Acacio aveva diffuso, nel 482, un documento noto come Henoticon che pretendeva di conciliare l’eresia monofisita – che attribuiva al Cristo solo la natura divina – con la posizione teologica ufficiale della Chiesa cattolica, sancita anche dal Concilio di Calcedonia, che riconosceva la dottrina dualista, cioè della coesistenza della natura umana e divina in Gesù. La delegazione ottenne che i vescovi orientali abbandonassero lo scisma di Acacio e riconoscessero la tesi della Chiesa di Roma. Le notizie che abbiamo di San Germano provengono anche dai Dialoghi di San Gregorio Magno, in cui sono riportati due episodi della vita del Santo, avvolti nella leggenda. Il primo narra che il vescovo di Capua – da cui discende il nome popolarmente noto delle stufe delle Terme di Agnano -, recatosi nel sudatorio per curarsi un’infezione cutanea, incontrò l’ombra del Diacono Pascasio morto un secolo prima e condannato in Purgatorio tra quei vapori caldi per avere preso posizione, quand’era in vita, a favore dell’antipapa Lorenzo contro Simmaco; Germano, impietositosi dalle sofferenze di Pascasio, si raccolse in preghiera riuscendo miracolosamente ad ottenerne la liberazione, associando in questo modo, nell’immaginario popolare, la purificazione dello spirito alla purificazione del corpo prodotta nelle terme. Il secondo invece racconta, che San Benedetto, mentre era in contemplazione a Montecassino, ebbe la visione dell’anima di San Germano che saliva al cielo, trasportata dagli angeli e in un globo di fuoco; il santo patriarca allietato da tanta gloria del vicino vescovo di Capua, mandò persone fidate a chiedere di lui, ricevendo la notizia che nel momento stesso della visione, Germano trapassava: era il 30 ottobre del 541. Inizialmente il vescovo fu sepolto in Capua Vetere, nella chiesa di Santo Stefano edificata dall’imperatore Costantino, dove lui stesso aveva fatto collocare le reliquie del santo protomartire. Quando venne costruita la nuova città, il suo corpo fu traslato nella nuova sede. Nell’866 l’imperatore Ludovico II venne in Italia e dimorò per circa un anno a Capua; quando ripartì, portò con sé il corpo di San Germano; poi passando per la città di Eulogimenopoli, fondata dall’abate Bertario ai piedi di Montecassino, vi lasciò parte delle reliquie; fu proprio per la loro presenza e il conseguente culto che inseguito la cittadina fu chiamata San Germano, nome rimasto fino al 1863, quando fu mutato in quello più antico di Cassino. Lungo il viaggio verso la Germania, Ludovico II lasciò altre reliquie del santo vescovo a Piacenza, dove da secoli sono venerate nella cripta della celebre chiesa di San Sisto. E proprio da Piacenza nel 1846, l’abate di Montecassino Frisari, ottenne per la città di Cassino alcune altre reliquie, poiché il dito del Santo, unica reliquia superstite nel tempo, era andata perduta durante i saccheggi dei francesi alla fine del secolo XVIII. Purtroppo, tante opere d’arte che lo raffiguravano nella chiesa di Cassino, sono andate distrutte insieme alle reliquie, durante il disastroso bombardamento del 1944.

Nell’iconografia San Germano è raffigurato nei tradizionali abiti episcopali, con la mitria e il baculo pastorale; talvolta le immagini artistiche lo collegano all’attributo del globo di fuoco, secondo quanto narrato nella visione di San Benedetto. Degna di nota è la raffigurazione dell’altro episodio raccontato da San Gregorio Magno: si tratta di una miniatura delle Terme di Agnano, opera di Pietro da Eboli. In alto a sinistra vi è l’incontro tra San Germano e l’anima del diacono Pascasio che sconta in queste calde esalazioni il Purgatorio, e prega il Signore di liberarlo dalla pena.

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