Gli aumenti colpiscono anche i fiorai, cresce il prezzo di crisantemi e lumini

Aumenta anche il prezzo di crisantemi e lumini. Per l’inverno i fiorai temono di avere difficoltà nell’approvvigionamento
La crisi e l’inflazione non frenano e colpiscono anche i fiorai. Sono in particolare fiori per il cimitero e lumini a subire l’aumento più consistente, di circa il 50%.
Non si salvano neanche i fiorai dal generale aumento dei prezzi che si registra in questi mesi, in seguito al protrarsi del conflitto russo-ucraino e a un’inflazione ormai dilagante. Da più parti viene sottolineato l’aumento che sta interessando il mercato dei fiori: simboleggiato dal prezzo del crisantemo – il fiore più comune da portare nei cimiteri, in ricordo dei propri cari – arrivato alla soglia dei due euro. E ad aumentare è anche il prezzo dei lumini, che – soprattutto in questi giorni in cui ricorrono le date di tutti i Santi e quella della commemorazione dei defunti – sono molto richiesti sul mercato. Anche loro arrivano a costare, in alcuni casi, fino a due euro. Con le versioni medie a 5 euro e i più grandi che sfiorano i 9 euro a lumino. I rincari non sono una prospettiva positiva per i fiorai, in generale, poiché il settore era stato già colpito dalla restrizioni Covid19 degli ultimi anni.
Cristiano Genovali, presidente nazionale di Affi, l’associazione dei floricoltori e dei fioristi italiani, afferma: “L’ottobrata ha contenuto un po’ i costi energetici, ma ci sono stati comunque profondi rincari, a cominciare dai costi del gasolio. Abbiamo registrato una riduzione delle produzioni tra il 15 e il 20% e c’è stato un aumento del costo del prodotto all’ingrosso tra il 10 e il 15%. Abbiamo cercato di contenere i rincari quanto più possibile”. Di conseguenza, l’intera filiera si è ritrovata ad aumentate i prezzi e c’è chi ha pagato un macco di garofani addirittura 10 euro, rispetto alla cifra standard di 5 euro che veniva pagata in tempi ‘normali’.
Il timore, inoltre, è che con l’inverno possano esserci grandi difficoltà di approvvigionamento di fiori,soprattutto a causa degli elevati costi di riscaldamento attuali, che stanno mettendo in seria difficoltà serre e produttori.
La situazione descritta da Cia-Agricoltori italiani ad Adnkronossi potrebbe sintetizzare in questo modo: produzione in calo e prezzi in aumento. Secondo i dati elaborati dall’organizzazione agricola, infatti, in Liguria, in cui si concentra gran parte della produzione italiana, quest’anno si registra un -20% della produzione di crisantemi. In questo caso specifico, però,“non per colpa del caro energia, visto che il fiore cresce in campo e non in serra,ma per la riconversione di diverse aziende verso la produzione della canapa, più redditizia”, spiegano dalla Cia. E proprio la minore produzione di crisantemi – spiegano ancora dalla Cia – si scarica sul prezzo all’origine, con un +20%. E sul prezzo finale per il consumatore si stima un +20-25%,“imputabile all’aumento dei costi della filiera della logistica, e cioè al trasferimento dei prodotti dal campo ai punti vendita”, aggiungono.
