Storia

Quando si sciolse il sangue di San Francesco: il racconto della liquefazione a Castelvecchio Subequo

Una ampolla, custodita nella chiesa di Castelvecchio Subequo, contiene il sangue di San Francesco: nel 2013 il sangue si è liquefatto alla presenza di una decina di persone. Il racconto di un testimone

Il passaggio di San Francesco d’Assisi in Valle Subequana è testimoniato da tantissime tracce: preziose testimonianze di arte sacra, racconti, ma anche una reliquia appartenente proprio al santo.

Una ampolla, in particolare, custodita nella chiesa di Castelvecchio Subequo, contiene il sangue del Santo: e nel 2013 il sangue si è liquefatto alla presenza di una decina di persone. Al Capoluogo il racconto di Giuseppe Cera, storico del posto e membro della Deputazione Abruzzese di Storia Patria, che era in chiesa quando vide liquefarsi il sangue contenuto in questa ampolla.

Facciamo un passo indietro: la Valle Subequana è uno dei luoghi francescani d’Italia e conserva tracce importanti del passaggio del Santo. Passaggio in terra d’Abruzzo, presumibilmente fra il 1215 e il 1222, testimoniato anche da un affresco di Giotto presente nella basilica superiore di Assisi e che ripercorre una tappa del cammino di San Francesco con il suo discepolo, Tommaso da Celano. Il territorio di Castelvecchio Subequo faceva parte della contea dei Conti di Celano, e le orme abruzzesi di San Francesco spesso si incrociano con la storia di questa grande casata marsicana. Fu proprio l’antico casato dei Conti celanesi a far costruire nella Chiesa di san Francesco una propria cappella, con affreschi del tutto simili a quelli della scuola giottesca, sulla vita di San Francesco.

Castelvecchio subequo, chiesa, san francesco

Alla famiglia dei Conti di Celano fu donata una fialetta di sangue uscito dalle piaghe delle sacre stimmate del Santo di Assisi e nel XIV secolo i Conti di Celano ne fecero dono al Convento di Castelvecchio. L’ampolla è attualmente conservata in un reliquiario del trecento, formato da un tubo ottagonale di cristallo di rocca, poggiato ed allacciato sopra due piedistalli di argento e ornato lateralmente da finissimi smalti, raffiguranti angeli e gli stemmi dei Conti di Celano.
Veniamo ai giorni nostri, o meglio, al nostro secolo. Il primo ottobre 2013, nella Chiesa di San Francesco a Castelvecchio Subequo – la cui comunità è estremamente devota al Santo – accade un fatto incredibile, stando a quanto raccontato dai presenti. Diversi testimoni, fra i quali tre frati del vicino convento francescano, raccontano della liquefazione del sangue: fra questi, vi era anche Giuseppe Cera che, al Capoluogo, in occasione della 38′ edizione dell’accensione della lampada votiva nella chiesa subequana, racconta quel giorno.

“In questa ampolla vi è una fiala contenente un grumo di sangue prelevato dalle stimmate di San Francesco che, storicamente, ha la fama di liquefazione. E’ documentato anche da atti notarili che questo fenomeno succedeva il 17 settembre” racconta lo storico.
“Il primo ottobre 2013 abbiamo avuto a Castelvecchio la visita di una suora, suor Miriam Castelli, che ha voluto vedere questa reliquia. Mentre eravamo nella sala dove era stata messa, alla presenza di dieci persone – fra le quali il sindaco di Castelvecchio, un ex ufficiale dell’Esercito e tre frati – questo sangue si è sciolto. Io stavo mostrando la reliquia e mi sono accorto che il sangue si era liquefatto. Immaginate la sorpresa, la meraviglia: non ricordo nemmeno tutte le emozioni vissute, tanto erano intense. Siamo rimasti esterrefatti. Non ci aspettavamo una cosa del genere e siamo fuggiti via. La reliquia è rimasta esposta fino a sera tardi nella chiesa, con un grande via vai di fedeli. Poi il sangue si è di nuovo aggrumato ma ha lasciato un alone sulla fiala”.
Alone visibile, come vi mostriamo nel video.

Nell’ampolla ci sono anche pezzi di corda e capelli di Francesco: la descrizione è nel foglio, ben leggibile anche dall’esterno.
Esistono, come dicevamo, testimonianze di altre liquefazioni, come quella del 1860.
Ma già l’Antinori, a metà settecento, parlava del “Sangue delle sacre stimmate di San Francesco il quale nel dì della festa delle medesime Sacre Stimmate diviene liquido restando nel resto dell’anno indurito ed agghiacciato”.
Tracce importanti della storia che ha calcato i sentieri di questo territorio.

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