Sanità Abruzzo, Paolucci e Taglieri: “Oltre 200 milioni di debito, si rischia nuovo Commissariamento”

L’allarme dei consiglieri regionali all’opposizione sulla situazione Sanità in Regione. Paolucci e Taglieri: “Debito strutturale di oltre 200 milioni. Centrodestra sa fare solo proclami”
Sanità Regione Abruzzo, Paolucci: “Debito strutturale che va ben oltre i 200 milioni”, Taglieri: “Il baratro mette in evidenza l’incapacità del centrodestra di gestire la sanità pubblica. Rischiamo un nuovo Commissariamento”.
Questa mattina a Villa Gioia i consiglieri comunali di opposizione hanno illustrato i contenuti e la ragioni della richiesta di un consiglio comunale straordinario sul tema Sanità e sulle difficoltà dell’ospedale aquilano. Sull’argomento sanità e sul debito a livello regionale, si è espresso il consigliere regionale del PD Silvio Paolucci, che dichiara: “Diventa sempre più profondo il rosso della sanità regionale. In soli quattro anni di governo del centrodestra il deficit delle 4 Asl abruzzesi si assesta fra i 200 e i 300 milioni di euro, arrivando a rappresentare il 10% circa del fondo sanitario regionale. È rimasta totalmente a zero la programmazione del comparto: da tre anni l’Abruzzo non ha né piano, né rete sanitaria. Gli unici atti sono quelli della giunta di centrosinistra e le risorse per gli investimenti (edilizia e PNRR) sono congelate in attesa di conoscere come debbano essere impiegate. Una situazione allarmante, destinata inevitabilmente a ripercuotersi sulla comunità, in termini di qualità e offerta sanitaria e anche dei servizi. Nonostante ciò l’esecutivo ha continuato la sua politica di annunci, rimanendo negligente verso i tavoli ministeriali e facendo mancare una programmazione essenziale perché il diritto alla salute e alla cura sia assicurato”, così il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci, commentando i dati emersi dalla relazione delle Asl sul debito della sanità regionale.
“Non è solo la sanità del presente a farne le spese, ma è soprattutto quella del futuro – rimarca Paolucci – Un quadro più chiaro lo avremo una volta viste le carte intercorse fra Regione, Ministero e Dipartimento alla Salute in merito alla nuova Rete Ospedaliera della Regione Abruzzo, che da ben otto mesi chiediamo insistentemente alla presidenza del Consiglio Regionale, con accesso agli atti, e che altrettanto insistentemente e ingiustificatamente ci vengono negate da aprile 2022. Intanto sul territorio la situazione è peggiore di giorno in giorno: nelle Asl non si compra più nulla e lo dimostrano le varie proteste, ultima, solo in ordine di tempo, quella a L’Aquila per denunciare carenze di personale e di dispositivi,come la mancanza dei cateteri venosi che ha persino fermato l’attività della Radiologia interventistica ad Avezzano; non si affronta l’endemico sovraffollamento dei pronto soccorso, sempre più trincee per medici, personale sanitario e pazienti e si tagliano sempre di più i servizi di emergenza alle aree interne, lasciando così scoperto il diritto alla tempestività della cura che tutti devono avere. E ciò nonostante la mole di risorse anche ereditate che questo governo regionale ha avuto ed ha per programmare: solo nel triennio attuale, 300 milioni ulteriori di fondi correnti, più le risorse del PNRR e gli oltre 400 milioni per l’edilizia sanitaria che la maggioranza ha deciso coscientemente di ibernare, in assenza dell’adozione degli atti di programmazione”.
Un allarme rilanciato dal capogruppo in Consiglio regionale del M5S Francesco Taglieri.“Lo spettro del commissariamento per la sanità pubblica abruzzese è dietro l’angolo. Nelle previsioni dei conti Asl, che sprofondano verso un buco stimato di 200 milioni di euro o più, viene fuori tutta l’incapacità della Regine Abruzzo a trazione centrodestra di gestire la sanità regionale. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno navigato a vista per 42 mesi: nessun atto di programmazione reale, nessun piano sanitario, nessun piano territoriale. Il risultato è un servizio scadente ormai sotto gli occhi di tutti e un enorme disavanzo che, in un modo o nell’altro, dovrà essere sanato. Il rischio concreto è quello di vederci nuovamente commissariare la sanità. Ora ci sarà la corsa per attuare misure di rientro che, nella vita reale, si tradurranno in ulteriori tagli a personale e servizi. Manovre di lacrime e sangue, quindi, dove a farne le spese saranno, come sempre, gli utenti finali”.