Premio letterario Città di Castello, menzione speciale per Angelo Antonio Tatafiore e il suo “Il Romanzo di Federico II”

Si è chiuso il sipario sull’edizione 2022 del Premio Letterario Città di Castello, che ha visto tra i premi speciali il riconoscimento ad Angelo Antonio Tatafiore, autore del libro “Il Romanzo di Federico II”
Il Romanzo di Federico II, un’opera che è riuscita a fondere la ricostruzione storica ad episodi, aneddoti e particolari che trasportano il lettore in un’altra epoca, al centro del Premio letterario Città di Castello. Menzione speciale per l’opera di Angelo Antonio Tatafiore.
Si è chiuso il sipario sull’edizione 2022 del Premio Letterario Città di Castello– promosso dall’associazione Tracciati Virtuali e tra i più importanti concorsi letterari nazionali – che ha visto tra i premi speciali il riconoscimento ad Angelo Antonio Tatafiore, autore del libro Il Romanzo di Federico II. Riconoscimento consegnato ad Andrea Tatafiore, il quale ha ritirato il premio in nome di suo padre. Nel fine settimana appena trascorso, una tre giorni di eventi significativi che hanno radunato non soltanto i rappresentanti della giuria del premio, ma anche personaggi illustri del mondo del giornalismo e della cultura in generale, tra questi il giornalista Marino Bartoletti, che farà ufficialmente parte della giuria del Premio Città di Castello dalla prossima edizione. Il premio alla grande opera di Angelo Antonio Tatafiore e al suo Federico II, è il riconoscimento alla complessità di un elaborato che ricostruisce non solo la figura e l’epopea di Federico II, ma che – attraverso racconti di episodi, informazioni inedite e particolarità sulla società di quegli anni – ricostruisce fedelmente, oltre alla dimensione storica della personalità di Federico II e del suo operato, una finestra su quel mondo, sulle sue abitudini, i suoi usi e costumi. Rendendo la lettura un viaggio avvincente.
“Questo riconoscimento all’opera di mio padre – ci spiega Andrea Tatafiore – è stato una grande sorpresa e un motivo d’orgoglio. Sorpresa poiché non sono stato io a candidare il libro al Premio, infatti non conosciamo chi abbia avanzato la proposta di presentarlo nella categoria delle menzioni speciali. Un orgoglio e, al tempo stesso, una grande emozione poter trasmettere – anche se solo in modo simbolico – la felicitò di un simile riconoscimento a mio padre, poiché il premio arriva dopo la sua scomparsa.
Davanti a quel palco – aggiunge Andrea – ho fatto sedere anche i miei figli, i quali, anche se piccoli, in qualche modo hanno potuto percepire la stima e il riconoscimento verso il proprio nonno, così da tramandare loro e a tutti i giovani l’importanza dello studio, della costanza e dell’impegno“.
L’opera nasce da “una ricerca condotta per circa 15 anni, sia in Italia che in Germania – continua Andrea Tatafiore, ascoltato dalla nostra redazione – Non sembrano mai abbastanza le attenzioni rivolte alla figura di Federico II, in quanto ciò che ha compiuto nel periodo del suo ‘impulso imperiale’ è difficilmente paragonabile a quanto messo in atto da chiunque altro. Ricordiamo che si tratta di un personaggio che si contestualizza nell’ambito medioevale, con ambizioni e una visione sociale, culturale, filosofica e antropologica che pochi personaggi hanno avuto“.

La cerimonia di premiazione si è svolta nel Teatro degli Illuminati ed ha ospitato i finalisti giunti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero. Nel libro a carattere storico di Tatafiore, la tematica sempre attuale dell’idea di Europa, che si può accostare all’operato e alla filosofia di Federico II. “Questo personaggio faceva dell’esercizio del potere un messaggio chiaro, con riferimenti esoterici, onirici, orientali. Ad esempio, Federico II introduce in Europa la falconeria, arte che si collocava altrove nel mondo, o ancora sensibilità in ambito culturale e costumi estranei al nostro territorio. Quindi, Federico II univa al suo potere di governo un potere diverso, quello dell’esercizio culturale. Ciò ha contribuito a renderlo un profilo storico unico e, al tempo stesso, un personaggio capace – in un contesto così disgregato – di mettere ordine e unire”. Ed è proprio attraverso la cultura, la sensibilità e le innovazioni portate da Federico II che Tatafiore ricostruisce non soltanto la storia di un personaggio, ma un contesto preciso. Quello della cornice di quel tempo, le sue tradizioni, i suoi usi.
L’opera si intitola “Romanzo di Federico II” perché “sebbene sia scientificamente autorevole e riconduca agli eventi storici di quel tempo, pone contemporaneamente l’attenzione su alcuni aneddoti, particolarità e usanze che fanno comprendere la dimensione di quel tempo, di quella società e di quella cultura. Elementi che rendono la lettura appassionante”.
Nel consegnare il riconoscimento ad Andrea Tatafiore, figlio di Angelo, la giuria ha sottolineato proprio come l’opera riesca ad essere persuasiva per i lettori, in un’ideale complementarietà tra dati storici, ricostruzioni fedeli, stile scientificamente ineccepibile e, al contempo, ricco di episodi, dettagli – anche di vestiario – e curiosità che riportano il lettore all’epoca in cui Federico II è vissuto. Con le singole differenziazioni in basi ai diversi territori attraversati e vissuti da Federico II.
Non mancano, quindi, scene che raccontano e ricreano quel tempo, oltre al personaggio in primo piano. Un valore in più per l’opera, ora fresca di un riconoscimento di assoluto prestigio.