Cultura

Tutti i Santi giorni, 6 novembre: San Leonardo di Noblac

San Leonardo di Noblac per la rubrica "Tutti i Santi giorni" del 6 novembre.

San Leonardo di Noblac per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 6 novembre.

Il 6 novembre si ricorda San Leonardo di Noblac. Le prime notizie su San Leonardo di Noblac (detto anche San Leonardo di Noblat, di Nobilicum o di Limoges) risalgono all’XI secolo: nelle “Historiae” di Ademaro di Chabannes, scritte verso il 1028, si racconta che nel 1017, venne scoperto un supposto capo di San Giovanni Battista a Saint-Jean-d’Angély e i fedeli dei dintorni accorsero portando le reliquie dei loro protettori, fra le quali quelle di San Leonardo, confessore nel Limusino. Poco dopo il 1030 fu messa in circolazione un’anonima “Vita sancti Leonardi”, invero piuttosto fantasiosa, con la descrizione di nove miracoli a lui attribuiti. Secondo questa fonte Leonardo nacque in Gallia al tempo dell’imperatore Anastasio I, tra il V e il VI secolo; i suoi genitori erano nobili franchi amici di re Clodoveo, che volle fargli da padrino nel battesimo. Rifiutò di entrare nell’esercito e seguì come discepolo San Remigio, arcivescovo di Reims e grande evangelizzatore dei Franchi, che aveva portato alla conversione lo stesso re Clodoveo. Il vescovo ottenne dal sovrano la promessa di libertà per tutti i prigionieri che avesse incontrato e San Leonardo, mosso dalla carità cristiana, ottenne lo stesso favore, liberando un cospicuo numero di carcerati. Rifiutata la nomina vescovile, il Santo si ritirò a vita eremitica presso San Massimino a Micy per poi dirigersi a Limoges. Si narra che nell’attraversare la foresta di Pavum nei pressi di Limoges, si trovò a soccorrere la regina Clotilde che era stata sorpresa dalle doglie mentre si trovava al seguito del re Clodoveo in una battuta di caccia; Leonardo con le sue preghiere, le concesse di superare i dolori e dare alla luce un bel bambino. Il sovrano, per riconoscenza, gli concesse parte del bosco per edificarvi un monastero, il perimetro del quale fu tracciato dallo stesso Leonardo montando su un asino. Qui l’eremita edificò un oratorio in onore della Vergine, dedicando un altare al suo maestro San Remigio, da tempo defunto in odore di santità; da un pozzo scavato sul terreno sgorgò miracolosamente acqua così il Santo chiamò quel luogo “Nobiliacum” in ricordo della donazione di Clodoveo, re nobilissimo. Ben presto la fama dell’asceta si diffuse nelle regioni già cristianizzate e un folto numero di devoti malati accorse al suo cospetto; solo a vederlo, ottenevano la guarigione. Ma San Leonardo operò soprattutto nel liberare i carcerati, veri e propri prigionieri di guerra: ovunque gli sventurati invocassero il suo nome, videro le catene spezzarsi, i lucchetti aprirsi, i carcerieri distrarsi e le porte delle prigioni spalancarsi. Una volta riacquistata la libertà, gli ex prigionieri accorrevano da Leonardo per ringraziarlo e molti rimanevano con lui. In breve nei dintorni del monastero si stabilì una comunità di devoti con le loro famiglie, e così si creò un villaggio che poi prese il suo nome. San Leonardo morì il 6 novembre di un anno imprecisato verso la metà del VI secolo. Dall’XI secolo, il suo culto prese ad espandersi in tutta l’Europa Centrale, ed altre ‘Vite’ successive, con racconti di miracoli a lui attribuiti, ne aumentarono la conoscenza e la devozione, tanto che furono erette in suo onore varie centinaia di chiese e di cappelle e il suo nome fu inserito nella toponomastica e nel folklore popolare. Molto venerato all’epoca delle crociate, tra i suoi devoti si annovera il principe Boemondo d’Antiochia, figlio di Roberto il Guiscardo, che preso prigioniero dagli infedeli nel 1100 durante la Prima Crociata, venne liberato nel 1103 per intercessione del Santo; fatto ritorno in Europa donò come voto al santuario di Saint-Léonard-de-Noblat delle catene d’argento, simili a quelle che lo tenevano legato.

Dal punto di vista iconografico San Leonardo è molto raffigurato nell’arte, quasi sempre con delle catene e dei ceppi, per la sua particolare protezione degli imprigionati o carcerati ingiustamente; talvolta è in abito diaconale, episcopale, più spesso è vestito da benedettino o da cistercense, cioè con tunica bianca, simbolo della purezza d’animo, stretta in vita da un cordone o da una cintura di cuoio, segno di penitenza, e da uno scapolare nero, simbolo della vita contemplativa. Non pochi sono i cicli pittorici che lo vedono protagonista: le scene più rappresentative si riferiscono agli episodi culminanti della vita e della leggenda agiografica e sono il battesimo ad opera di San Remigio, l’assistenza e il conforto prestati alla regina Clotilde nel difficile parto, la liberazione dei prigionieri, la fondazione di Nobiliacum. In Italia, in particolare in meridione, testimoniano il culto introdotto dai Normanni, una serie di affreschi poco noti, in piccoli e grandi centri: si citano a titolo di esempio l’affresco con San Leonardo, San Rocco e altri Santi, realizzato nel XVI secolo per la chiesa a lui intitolata a Calascio; oppure quello raffigurante l’eremita nella spalletta dell’altare omonimo nella cattedrale di Venafro. È patrono anche dei fabbricanti di catene, di fermagli e fibbie; inoltre viene invocato per i parti difficili, mali di testa e malattie dei bambini; contro la grandine ed i banditi e a lui si rivolgono anche gli obesi.

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