Subbuteo è tecnica, tattica, strategia. Ma anche manualità, inventiva e una innata passione per un gioco nato nel secondo dopoguerra oltremanica, e che ha appassionato generazioni di giocatori.
Nella seconda puntata di #nonsolocalcio, condotta da Eleonora Falci, si parla di Subbuteo: davanti al tavolo da gioco Paolo Baglioni, presidente della squadra aquilana di Subbuteo – il Subbuteo L’Aquila club – racconta cosa c’è dietro quelle miniature e come si è evoluto questo sport nel corso degli anni. Sperando di coinvolgere tanti giovani e curiosi nel portare avanti questa passione.
Negli studi del Capoluogo sono tanti i “cimeli” d’epoca che mostrano bene l’evoluzione di questo sport, tanto vintage quanto affascinante. Con il racconto si parte da quando si giocava su di un panno verde, negli ’70. I campi di una volta erano fatti così, con un panno che, racconta Paolo Baglioni, “Veniva aperto e messo normalmente per terra: si giocava anche per ore, in ginocchio”.
Ma come si gioca a Subbuteo? “Si gioca a punta di dito”spiega il presidente. “L’evoluzione del calcio da tavolo è passata attraverso tantissimi diversi materiali, palline, miniature, diverse figure, fino ad arrivare ai nostri giorni. Si parte dalle basi del classico Subbuteo – quelle rotondeggianti, che consentono il “girello”, ovvero un movimento ad effetto che fa appunto roteare il calciatore – fino a quelle attuali, che sono più piatte e consentono un gioco più veloce. Chi attacca, può utilizzare qualsiasi miniatura nel proprio campo, con un massimo di tre tocchi consecutivi. Il difensore, ad ogni mossa dell’attaccante, può contrapporre una propria mossa: è qui che si incrociano tattica, tecnica e strategia, come negli scacchi. Se si aggiunge alla mossa difensiva l’intuizione di andare a coprire il giocatore avversario, si impedisce di giocare all’avversario, e magari di segnare. Stessa cosa dall’altra parte: intuizione e strategia, oltre che una certa manualità”.
Subbuteo è fatto, insomma, di tante piccole regole che si imparano sul campo. Ma attenzione, si gioca esclusivamente a punta di dito: la “schicchera”, ovvero il movimento a scatto di pollice e indice, non è consentita.
Ci sono gare, campionati: la stessa squadra aquilana ha gareggiato nelle scorse settimane per i playoff di serie C. Ma l’obiettivo è quello di far appassionare e coinvolgere anche giovani leve.
“Il nostro auspicio è quello di coinvolgere i ragazzi, anche e soprattutto collaborando con le scuole. Anche in questa ottica, avevamo pronto un progetto nell’epoca pre – Covid da tenersi durante la settimana dello sport. Il Covid ci ha bloccati ma lo riproporremo, con l’aiuto, speriamo, dei dirigenti scolastici”. E poi ci sono i colori rossoblu: ci sarà anche il Subbuteo alla due giorni organizzata dall’Aquila 1927 per il 95ennale della squadra (qui la prima puntata di nonsolocalcio nella quale, con il presidente dell’Aquila 1927 Massimiliano Barberio, abbiamo parlato del programma allestito per il 95ennale)
“Saremo presenti lì, anche perchè noi portiamo dall’anno scorso i colori rossoblu sulle nostre divise. Saremo lì presenti con quattro campi e allestiremo un torneo dimostrativo per tutti coloro che vorranno assistere”
Il Subbuteo, l’evoluzione di un gioco che non passa mai di moda. Seconda puntata di #nonsolocalcio: conduce Eleonora Falci, ospite Paolo Baglioni.
