L'intervista

Ginnastica ritmica e alimentazione, lo sport non è umiliazione: “Il segreto è l’equilibrio”

Dopo il terremoto che ha scosso il mondo della ginnastica ritmica, abbiamo chiesto a Simona Di Pirro, biologa nutrizionista, quali siano le giuste indicazioni da seguire: "Non può esserci un regime alimentare di gruppo, la dieta va personalizzata per ogni atleta"

Sport e nutrizione sono due realtà strettamente legate ed è fondamentale, per un atleta, avere una giusta e completa alimentazione. Dopo il terremoto che ha scosso il mondo della ginnastica ritmica, abbiamo chiesto a Simona Di Pirro, biologa nutrizionista, quali siano le giuste indicazioni da seguire: “Il regime alimentare deve essere personalizzato per ogni atleta, non si possono dare regole generali a un gruppo squadra”. 

Attività sportiva e alimentazione, il binomio fonte di discussione nei giorni in cui più denunce da parte di alcune atlete hanno sconvolto il mondo della ginnastica ritmica. Punto di partenza le parole dell’ex ginnasta Ilaria Barsacchi, che ha raccontato di umiliazioni subite per il proprio peso. Un argomento delicato, poiché si parla del corretto regime alimentare da seguire per giovani alle prese con lunghi e faticosi allenamenti quotidiani, in un’età importantissima per la crescita fisica e psicologica degli atleti.
Nel caso della ginnastica ritmica, poi, si ha a che fare con uno sport che va alla ricerca delle perfezione, nelle linee, nei movimenti: lunghe sessioni di allenamenti che devono essere supportate da un corretto apporto di nutrienti.
Cosa non può mancare, allora, nella dieta di un atleta? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Simona Di Pirro, biologa nutrizionista. “Ascoltare delle giovani atlete parlare della loro esperienza con lo sport in modo così doloroso non può che suscitare tristezza e preoccupazione. Tutte le attività sportive dovrebbero essere fonte di divertimento ed occasione di formazione e crescita personale, soprattutto in giovane età. Lì dove umiliazioni, offese o abusi fisici e psicologici prendono il sopravvento, non si parla più di sport, ma di un metodo di controllo e manipolazione al fine di ottenere un risultato che, a volte, non rispecchia neanche il desiderio dell’atleta stesso. La ginnastica ritmica richiede un grande controllo del proprio corpo, dei movimenti, dei tempi e degli spazi, ma proprio per questo è importante non confondere la ricerca della perfezione nell’esecuzione dell’esercizio con la ricerca della perfezione nella gestione di tutti gli aspetti della vita.
La nutrizione e l’allenamento – continua la dottoressa Di Pirro – sono due componenti che non possono essere estrapolati da un percorso individuale che viene studiato su ogni atleta. Infatti, il rendimento nello sport è determinato sicuramente da un regime di allenamento, ma anche dal supporto nutrizionale garantito all’organismo. È fondamentale, quindi, da parte di un professionista qualificato, lo studio e l’elaborazione di un regime alimentare personalizzato e completo per ogni atleta e non generalizzato sul gruppo squadra. Di certo sulla tavola di ogni ragazzo non dovrebbero mai mancare cibi di qualità!
Una corretta alimentazione per i ragazzi che praticano sport deve prevedere una fonte di carboidrati provenienti da cereali vari – preferibilmente integrali – di proteine derivanti da carni allevate ad erba o pesce azzurro, di grassi buoni come l’olio extravergine di oliva, spremuto a freddo, ed un’abbondante quota di fibre fornite da verdura, cruda e cotta.

Perché è sbagliato privarsi di nutrienti sia a livello fisico che psicologico, non solo, ovviamente nella ginnastica ritmica? A cosa si può andare incontro eliminando determinate sostanze alla base dell’alimentazione e in un’età chiave per la crescita fisica e psicologica di un giovane sportivo?
“Il giusto apporto di alimenti di qualità è alla base per non incorrere in carenze di principi nutritivi. Per coprire il fabbisogno energetico dell’atleta, le percentuali di macronutrienti (proteine, grassi, carboidrati) devono essere sapientemente gestite nell’arco della giornata e nei momenti di allenamento o gara, senza dimenticare l’importanza dei micronutrienti (vitamine e sali minerali) e di una adeguata idratazione. Gli sportivi potrebbero essere tentati di seguire uno stile alimentare troppo rigido nell’errato convincimento che questa strategia possa far raggiungere loro il risultato desiderato più in fretta. Tutto ciò però potrebbe causare disturbi alimentari, anoressia, vigoressia, ortoressia. La ricerca di un’immagine corporea perfetta o di un’ottima performance può indirizzare un giovane sportivo verso una visione disfunzionale del proprio corpo e delle sue potenzialità. Anoressia e bulimia sono problematiche che spesso vengono confuse e giudicate ‘normali’ per un ragazzo che pratica agonismo. Paradossalmente, invece, più l’attività sportiva è intensa, più l’introito alimentare deve essere maggiore e adeguato allo sforzo. Le figure del nutrizionista e dello psicologo diventano uno strumento vincente per ogni società sportiva che punta sia al risultato che al benessere dei propri atleti”.

Come trovare il giusto equilibrio tra esigenze proprie dell’organismo e requisiti richiesti da attività come la ginnastica artistica?
“La parola magica che permette di conciliare le esigenze sportive con le necessità nutrizionali del singolo individuo è proprio EQUILIBRIO. Tutto ciò che mangiamo ha un compito nel mantenimento dell’equilibrio che governa la nostra salute. Abbiamo bisogno di glucosio come carburante per ricavare energia di facile utilizzo, sia per sostenere lo sforzo fisico sia per le funzioni vitali e cerebrali, ma che siamo in grado anche di immagazzinare come glicogeno ed utilizzare nel momento del bisogno; necessitiamo di vitamine, fibre, minerali e antiossidanti come protezione; di acqua contenuta nei cibi e nelle bevande per mantenere la giusta temperatura affinché gli enzimi possano lavorare al meglio; di proteine per costruire e rinnovare i tessuti. I grassi sono inoltre fondamentali per veicolare le vitamine liposolubili, oltre a fornire un’adeguata energia per sostenere la crescita di un atleta adolescente. L’apporto calorico ideale, derivante dalla miscela dei diversi macronutrienti, deve essere stabilito tenendo presente l’altezza, il peso, la composizione corporea e l’impegno fisico dell’attività sportiva. L’alimentazione odierna, troppo ricca di proteine e grassi di scarsa qualità, si discosta abbondantemente dalla sana dieta mediterranea, basata principalmente su legumi, pesce, cereali, frutta e olio di oliva. La soluzione potrebbe essere un ritorno al passato, così come usavano nutrirsi i nostri nonni”.

Simona Di Pirro, biologa nutrizionista

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