Cultura

Tutti i Santi giorni, 10 novembre: San Leone Magno

San Leone Magno per la rubrica "Tutti i Santi giorni" del 10 novembre.

San Leone Magno per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 10 novembre.

Il 10 novembre si ricorda San Leone Magno. San Leone Magno, detto anche San Leone I, nacque a Volterra intorno al 390. Scarse sono le notizie biografiche circa la sua figura: secondo il Liber Pontificalis nacque in Toscana in una data ignota e suo padre si chiamava Quintianus. Le prime evidenze storiche certe su Leone parlavano di lui come diacono della Chiesa romana sotto papa Celestino I. Elevato al soglio pontificio il 29 settembre del 440, in un periodo in cui la Chesa pativa le conseguenza della caduta dell’Impero Romano d’Occidente mentre l’Oriente era agitato da controversie dogmatiche, nei ventuno anni di pontificato riuscì a realizzare l’unità di tutta la Chiesa, impedendo usurpazioni di giurisdizione, stroncando abusi di potere, temperando le ambizioni del patriarcato costantinopolitano e del vicariato di Arles. Combatté strenuamente le principali eresie, come il pelagianesimo e il manicheismo, e si impegnò nel dettare precise indicazioni sulla retta condotta dei vescovi, insistendo che la pratica ecclesiastica in tutta la Chiesa dovesse seguire quella di Roma, in aderenza alla tradizione di San Pietro, “principe degli apostoli”. Attento anche agli affari interni oltre che alle questioni più strettamente dottrinali, San Leone Magno incontrò personalmente Attila, che aveva invaso l’Italia settentrionale, scongiurando in questo modo la marcia su Roma: nel 452, accompagnato dal console Gennadio Avieno e dal prefetto Trigezio, si recò sul Mincio, nei pressi di Mantova, ottenendo dal re degli Unni il ritiro dall’Italia e dell’avvio di negoziati di pace con l’Imperatore. Attualmente gli storici hanno ridimensionato il ruolo svolto dal pontefice nella vicenda, attribuendone la sopravvalutazione a motivazione agiografiche. Leone fu molto solerte nel far costruire e restaurare chiese: a lui si deve l’edificazione di una basilica sulla tomba di papa Cornelio sulla Via Appia; la ricostruzione del tetto della basilica di San Paolo fuori le mura, distrutto da un fulmine; inoltre, persuase l’imperatrice Galla Placidia a far mettere in opera il grande mosaico dell’Arco di Trionfo, come attestato dall’iscrizione ancora oggi visibile nella chiesa. Fece restaurare l’antica basilica di San Pietro in Vaticano, costruita da Costantino I e, durante il suo pontificato, una pia signora romana, Demetria, eresse sulla sua proprietà, al III miglio della via Latina una basilica in onore di Santo Stefano. San Leone Magno morì il 10 novembre 461 e fu sepolto nel vestibolo di basilica di San Pietro in Vaticano. Nel 688 papa Sergio I fece traslare i suoi resti all’interno e vi fece erigere sopra un altare; attualmente le sue spoglie riposano in San Pietro, sotto l’altare della cappella della Madonna della Colonna, a lui dedicato, dove furono trasportate nel 1715. Nel 1754 papa Benedetto XIV lo innalzò alla dignità di dottore della Chiesa.

san leone magno tutti i santi giorni

Dal punto di vista iconografico Leone viene ritratto in abiti papali con in testa il triregno. L’episodio della sua vita più rappresentato nell’arte è l’incontro con Attila: celebre l’affresco di Raffaello, realizzato nel 1514, nella Stanza di Eliodoro dei Palazzi Vaticani. L’affresco è l’ultimo realizzato nell’ambiente e venne ultimato dopo la morte di Giulio II, durante il pontificato di Leone X. L’episodio, storicamente avvenuto nelle vicinanze di Mantova, è rappresentato dall’artista nei pressi di Roma, come si evince dallo sfondo, in cui si vedono il Colosseo, un acquedotto, una basilica e un obelisco. Attila – ritratto come un assassino spietato, sanguinario re, che lascia dietro di sé solo fuoco, macerie e città assaltate – appare atterrito dall’apparizione in cielo dei Santi Pietro e Paolo armati di spada; sulla sinistra dell’affresco appare San Leone Magno, assiso su un cavallo bianco, con la mano alzata in segno di benedizione: i lineamenti del suo volto sono quelli di Leone X. La tradizione cristiana aveva fatto del celebre incontro un episodio miracoloso, con l’apparizione celeste di un vecchio in abiti sacerdotali che avrebbe terrorizzato gli assalitori, sostituito però da Raffaello dai Santi Pietro e Paolo, protettori della città eterna. Il tema servì a rimarcare il progetto iconografico della stanza, sottolineando la protezione divina della Chiesa contro i suoi nemici.

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