La giornata mondiale dei poveri, occasione di riflessione

La giornata mondiale dei poveri, la riflessione di Nando Giammarini
La giornata mondiale dei poveri, la riflessione di Nando Giammarini
Oggi, domenica 13 Novembre, si celebra la giornata mondiale dei poveri giunta alla VI edizione. Una ricorrenza che richiama l’attenzione verso il fratello bisognoso di sostegno, affetto, aiuto. La povertà con il suo carico d’ingiustizia rende le persone vulnerabili sottoponendole ad una condizione di difficoltà economica che le relega in una situazione di debolezza quindi fortemente indifese. Per poveri s’intendono coloro che non dispongono del minimo necessario per andare avanti e condurre una vita dignitosa. Tale situazione è molto diffusa nel nostro Paese ed in tutto il globo terrestre. Secondo dati della Caritas italiana diffusi lo scorso ottobre sono quasi due milioni le famiglie in povertà assoluta nel 2021, con circa 5,6 milioni di persone 1,4 dei quali bambini ai quali, in alcuni casi, non viene garantita neanche l’assistenza sanitaria. La diffusione territoriale non è omogenea nemmeno all’interno del Mezzogiorno; in 5 regioni (Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Sardegna) è a rischio povertà ed esclusione circa un terzo della popolazione, in Calabria e Sicilia il dato è poco sopra il 40% in Campania è al 50%. E’ qui doveroso salutare e ringraziare tutte le organizzazioni di volontariato in primis Emergency un associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime della guerra che dal 1994 – anno della sua fondazione ad opera di quel benefattore dell’umantà recentemente scomparso, Gino Strada – ha fornito assistenza sanitaria gratuita a 10 milioni di pazienti in tutti i paesi del mondo. Analogo discorso dobbiamo fare per Medici Senza Frontiere e le altre associazioni cattoliche quali la Caritas o la Comunità di S. Egidio, con la quale collaborai nel gennaio di qualche anno fa in occasione della nevicata e della gigantesca ondata di gelo che aveva colpita anche Roma. Per rimanere nel nostro Abruzzo mi preme mettere in evidenza la grandiosa opera solidale della Mensa di Celestino gestita da Padre Quirino Salomone, persona dedita al servizio degli ultimi, frate francescano di 84 anni originario di Taranta Peligna ( CH ) già rettore della basilica di Collemaggio e direttore della rivista “ la Perdonanza”. Un uomo, ancor prima che un religioso, di grande umanità e di bontà infinita che ha sempre una parola di conforto e di speranza per tutti. Chi combatte quotidianiamente in difesa delle persone che hanno bisogno d’aiuto quali degenti in ospedali, case di cura o poveri migranti che intraprendono il viaggio della speranza attraverso il nostro mar Mediterraneo merita stima rispetto, considerazione . A dispetto di tanti benpensanti che vedono nel povero migrante il nemico da combattere. Ragioni umanitarie impongono a qualsiasi persona un pizzico di sostegno a coloro che versano in condizioni di difficoltà ricordando loro che agli inizi del secolo scorso quelle persone erano i nostri genitori che affrontavano i viaggi della speranza in cerca di lavoro per garantire un futuro migliore ai propri famigliari rimasti in Patria. La situazione povertà, di per se già disastrosa, si è ulteriormente aggravata in concomitanza con la Pandemia di Covid-19 ed il conflitto Russo Ucraino che ha determinato un notevole rialzo dei prezzi dei prodotti petroliferi, per il riscaldamento quale gas, pellettes e delle materie alimentari come il grano che tanto influisce tra i generi di prima necessità. Molteplici sono i volti della povertà , in Abruzzo e nel del Paese. Essi vanno dalle tantissime famiglie, donne e uomini che hanno perso il lavoro e non sanno come sbarcare il lunario, ai poveri pensionati sociali con 516 euro mensili che spesso, è uno spettacolo indecoroso ed indegno di una nazione civile come la nostra Italia, vediamo frugare nei cassonetti della spazzatura posizionati nei pressi dei supermercati alla ricerca di cibo. È un vero scandalo per il nostro Paese sede della cristianità. La chiesa , per espressa volontà di Papa Francesco, ha attivato la propria rete di sostegno mettendo in campo, attraverso le parrocchie, pacchi viveri per 5000 famiglie ed il pagamento delle bollette energetiche. Non si tratta, come ha dichiarato lo stesso Pontefice, di misure assistenzialistiche ma di fare in modo che a nessuno manchi il necessario. Occorre un asse d’intervento, organico ed articolato, per le fragilità sociali in grado di dare risposte ai tanti dannati del terzo millennio: sono coloro che non hanno nulla ed ai quali si nega anche la tranquillità del nulla avere.Bisogna necessariamente trovare nuove risorse e nuovi metodi per combattere questa forma d ingiustizia sociale che tanto influisce nella vita delle persone.