Cultura

Tutti i Santi giorni, 18 novembre: Dedicazione delle Basiliche dei Santi Pietro e Paolo

La Dedicazione delle Basiliche dei Santi Pietro e Paolo per la rubrica "Tutti i Santi giorni" del 18 novembre.

La Dedicazione delle Basiliche dei Santi Pietro e Paolo per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 18 novembre.

Il 18 novembre ricorre la memoria della Dedicazione delle Basiliche dei Santi Pietro e Paolo. Fin dal secolo XII nella Basilica vaticana di San Pietro e in quella di San Paolo sulla via Ostiense si celebravano gli anniversari delle loro dedicazioni fatte nel secolo IV dai santi Pontefici Silvestro e Siricio. In tempi più recenti, la rievocazione di questa commemorazione fu estesa a tutte le Chiese di rito romano, per onorare la memoria dei due più grandi Apostoli di Cristo. La Confessione, o tomba di San Pietro, fu uno dei principali luoghi sacri che i fedeli cominciarono a venerare sin dagli albori del cristianesimo: le fonti storiche raccontano che l’Apostolo Pietro fu sepolto dopo la morte nello stesso luogo del suo martirio, sul Colle Vaticano. Fu l’Imperatore Costantino che costruì la prima chiesa in Laterano – San Giovanni – e poi altre sette a Roma, favorendo così la diffusione del cristianesimo: la basilica di San Pietro fu eretta sul Colle Vaticano, nell’area del circo di Nerone e di una contigua necropoli, dove la tradizione vuole che San Pietro fosse stato sepolto dopo la sua crocifissione. Dell’antica basilica costantiniana di San Pietro restano purtroppo solo dei disegni: l’impianto, arricchito nel corso dei secoli con preziose opere d’arte, era suddiviso in cinque navate con copertura lignea e presentava analogie con quello della basilica di San Paolo fuori le mura; aveva 120 altari di cui 27 dedicati alla Vergine Maria. La costruzione dell’attuale basilica fu iniziata il 18 aprile 1506 sotto papa Giulio II e si concluse nel 1626, durante il pontificato di papa Urbano VIII, mentre la sistemazione della piazza antistante si ebbe solo nel 1667. Per l’opera vennero chiamati grandi artisti dell’epoca come il Bramante, Raffaello, Michelangelo ed il Bernini. All’interno dei suoi altari vennero racchiuse le reliquie di moltissimi Papi e Santi, prime fra tutte le reliquie di San Pietro, collocate appunto sotto l’altare della Confessione, sopra il quale esclusivamente il Papa può celebrare la Santa Messa.

La basilica di San Paolo innalzata da Costantino è sita ai margini della via Ostiense, a circa 2 km fuori dalle mura aureliane – da qui il nome completo di San Paolo fuori le mura – sul luogo che la tradizione indica come quello della sepoltura dell’apostolo di Tarso, a circa 3 km dal luogo, detto alle Acque Savie oggi Tre Fontane, in cui subì il martirio e fu decapitato; la tomba del Santo si trova sotto l’altare papale. I due Apostoli furono vittime della persecuzione neroniana seguita al grande incendio di Roma del 64. Come il sepolcro di Pietro, anche quello di Paolo divenne immediatamente oggetto di venerazione per la nutrita comunità cristiana di Roma che eresse, sulle tombe dei due, dei piccoli monumenti funerari, stando alle notizie riportate da Eusebio di Cesarea nella sua Storia ecclesiastica. Secondo il Liber Pontificalis, sul luogo della memoria di Paolo, l’imperatore Costantino I vi fece erigere una piccola basilica, di cui si conserva solo la curva dell’abside, visibile nei pressi dell’altare centrale ed orientato in direzione opposta all’attuale. La basilica venne consacrata il 18 novembre 324 durante il pontificato di Silvestro I. Per il cospicuo numero di pellegrini che vi si recavano, l’edificio risultò presto troppo angusto e fu interamente ricostruito durante il regno congiunto degli imperatori Teodosio I, Graziano e Valentiniano II: tale struttura, consacrata da papa Siricio nel 390, rimase sostanzialmente intatta fino alla notte del 15 luglio 1823, quando nella basilica si sviluppò un incendio che durò cinque ore circa, distruggendone una gran parte. Dopo il rogo rimasero in piedi poche strutture, tra cui il transetto, l’abside, l’arco trionfale, il chiostro e il candelabro, ma si dovettero ricostruire gran parte delle strutture murarie. La riedificazione fu voluta da Leone XII che il 25 gennaio 1825 emanò l’enciclica Ad plurimas nella quale invitò i vescovi ad una raccolta di offerte presso i fedeli per la ricostruzione. L’attuale aspetto della basilica è dovuto, in massima parte, all’architetto Luigi Poletti. Una prima consacrazione avvenne il 5 ottobre 1840 ad opera di Gregorio XVI, che dedicò solennemente l’altare della Confessione, ma l’intera basilica venne consacrata da Pio IX il 10 settembre 1854.

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