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Incidenti in montagna, un chilo in più nello zaino può salvarci la vita

Incidenti in montagna, come evitarli: "Formarsi e informarsi". L'intervista al presidente del Soccorso Alpino e Speleologico abruzzese, Daniele Perilli.

A seguito dell’ennesimo incidente in montagna, rilanciamo l’appello alla sicurezza con le parole del presidente del Soccorso Alpino e Speleologico abruzzese, Daniele Perilli: “Meglio un chilo in più nello zaino, che un chilo in meno. Può rappresentare la differenza tra la vita e la morte”.

Nonostante i ripetuti appelli del Soccorso Alpino, si susseguono gli interventi di recupero di persone in difficoltà, a volte però con esito infausto, come nel caso del giovane di 34 anni morto sulla Maiella due giorni fa. Nel 2022, solo in Abruzzo, sono già nove le persone decedute per incidenti in montagna. Come spiega a IlCapoluogo.it Daniele Perilli, presidente del Soccorso Alpino e Speleologico abruzzese, nell’ultimo caso fatale è stato un problema di ipotermia che evidentemente denota lacune nell’equipaggiamento degli escursionisti che si sono trovati in quella situazione di emergenza, dopo essere partiti tardi e con previsioni meteo tutt’altro che incoraggianti. Tutti fattori che hanno influito negativamente  sull’esito dei soccorsi e che rilanciano l’importanza di rispettare almeno “l’ABC” delle regole per le escursioni in montagna.
Che ci sia un problema di “rispetto delle regole” è reso evidente anche dai numeri: “Quando capita un incidente in montagna – spiega infatti il presidente Perilli – nel 2 o 3% delle volte sono coinvolti alpinisti, il 98% escursionisti e questo la dice lunga dell’importanza della consapevolezza, quando si esce in montagna”.
Rispetto delle regole, che non significa disincentivare questo genere di attività: “In montagna bisogna andarci ed è un piacere farlo, ma bisogna almeno rispettare le regole principali e farsi un serio esame di coscienza sulle proprie capacità, rispetto ai percorsi scelti. Dopodiché, se si vogliono fare lo stesso percorsi di un certo tipo, ci sono persone che possono accompagnarci, le guide alpini, gli accompagnatori del CAI, persone a cui ci si può affidare per evitare rischi”.

Ad ogni modo, però, le parole d’ordine sono “formarsi e informarsi”: “Quando si decide di andare in montagna – spiega il presidente Perilli – oltre a farsi un serio esame di coscienza per capire se si è capaci di affrontare il percorso scelto, bisogna informarsi sulle condizioni meteo, in modo da scongiurare imprevisti che potrebbero complicare l’escursione. Bisogna essere preparati fisicamente ed essere in grado di orientarsi sulle cartine che non devono mai mancare. Bisogna anche informarsi sulle difficoltà del percorso, senza avventurarsi, e naturalmente bisogna avere un abbigliamento e un equipaggiamento tecnico adeguato. Oggi c’è questa moda di ‘salire leggeri’ in montagna, ma meglio avere un chilo in più nello zaino che un chilo in meno. Un solo chilo può fare la differenza tra la vita e la morte, come purtroppo accaduto nell’ultimo episodio”.

Senza contare i rischi per gli stessi soccorritori, chiamati a intervenire in condizioni spesso proibitive: “L’altra notte ho dovuto mettere a rischio 25 persone. Certo, è un nostro dovere e lo facciamo con convinzione, ma bisogna capire che esiste un senso di responsabilità sia verso sé stessi che verso gli altri. La montagna è bella, bisogna continuare ad andarci, ma con consapevolezza e rispettando le regole”.

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