Personaggi e spettacolo

Toni Servillo a L’Aquila: “Vorrei essere un giovane innamorato”

"Non rimpiango nulla del passato, anzi sono riconoscente ai personaggi e a ciò che è stato". L'intervista del Capoluogo a Toni Servillo.

“L’Aquila è bellissima e non dimenticherò mai che dovevamo essere a teatro l’8 aprile 2009 per portare in scena Goldoni. Purtroppo ci fu il terremoto e io tornai solo anni dopo per uno spettacolo. Ogni volta è sempre più bella”. A parlare, intervistato dal Capoluogo, è l’istrionico e geniale attore Toni Servillo, intervistato a margine dell’incontro organizzato per la XIV edizione del L’Aquila Film Festival e della seconda edizione di Abruzzo Film Industry.

Dopo l’incontro con la stampa, Toni Servillo ha partecipato alla proiezione all’Auditorium Parco della Musica dell’ultimo film che lo vede protagonista al cinema “La stranezza“. con lui c’erano i docenti Univaq Massimo Fusillo, Mirko Lino e Doriana Legge e accompagnato dal produttore teatrale e cinematografico Angelo Curti. Non ha faticato molto per assomigliare a Luigi Pirandello, Toni Servillo, protagonista del film di Roberto Andò campione d’incassi che racconta il turbolento debutto al Valle di Roma, il 9 maggio 1921, di “Sei personaggi in cerca d’autore” e fantastica sulla genesi del dramma che ha rivoluzionato il teatro occidentale. Papa in “Esterno Notte”, Andreotti ne “Il divo”, l’iconico e da Oscar Jep Gambardella in “La Grande Bellezza”, il padre di Paolo Sorrentino in “È stata la mano di dio”, ma c’è un ruolo che gli manca e che vorrebbe rappresentare? ” “Sì – scherza – mi piacerebbe essere un giovane innamorato, ma purtroppo non sono più giovane”.  “La stranezza” vede il debutto nel cinema d’autore di Ficarra e Picone, che interpretano il ruolo dei becchini-filodrammatici che ricordano un po’ il duo storico di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia in un altro Pirandello al cinema. “Non esiste l’attore impegnato e quello no, noi siamo stati un trio favoloso, esistono gli attori bravi e quelli non bravi: E Ficarra e Picone sono stati bravissimi”.

“Non rimpiango nulla del tempo che è passato… Piuttosto verso ciò che è stato c’è un senso di riconoscenza”, ha detto Servillo. “Il lavoro di palcoscenico concede una tale frequenza nei copioni così che le sceneggiature vengono lette con maggiore attenzione, esiste una disciplina nel teatro e un metodo di lavoro più disciplinato, poi ci sono attori di cinema che non hanno mai fatto teatro e sono dei bravissimi attori. Non ho mai considerato il teatro un’anticamera, sono stato fortunato perchè ho sempre potuto scegliere e ai miei personaggi sono molto legato. Il cinema con Sorrentino e Martone coincide con i miei inizi al cinematografici e quindi sono molto legato ai personaggi interpretati”. 

 

La video intervista del Capoluogo a Toni Servillo

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