Leonardo De Amicis e la Perdonanza su Rai1, “la musica ricuce le ferite dell’anima”

La carriera del maestro Leonardo De Amicis attraverso gli incontri che gli hanno cambiato la vita. L’intervista su Rai1 e le grandi edizioni della Perdonanza a L’Aquila
Il maestro Leonardo De Amicis e L’Aquila ancora una volta protagonisti in tv.
Leonardo De Amicis, direttore musicale e d’orchestra per diverse edizioni di Sanremo, direttore artistico di un’edizione dopo l’altra della Perdonanza celestiniana, quest’anno sul palco di Collemaggio accanto a Papa Francesco, sui palchi più famosi con la sua bacchetta e la sua passione. Ora protagonista dello speciale su Rai 1 a lui dedicato dalla trasmissione A sua Immagine.
C’è la sua musica, quella dell’orchestra da lui diretta ad aprire l’appuntamento in televisione che ricostruisce la carriera e il percorso artistico ricco di successi del maestro De Amicis.
“Tutto è iniziato in un paese di 600 anime, Corvaro, quando ho ricevuto una piccola tastiera giocattolo per Natale. Per me è stato illuminante perché ho iniziato a trascorre il mio tempo, dopo la scuola, su quello strumento. Suonavo, suonavo e suonavo e, da quel momento, ho iniziato a volere di più: nuovi strumenti. Ero sempre curioso. Così ho chiesto di poter imparare la musica“.
Importante nel cammino professionale di De Amicis l’incontro con Riccardo Cocciante.
“Il mio percorso scolastico mi ha visto impegnato prima con il Liceo, poi con l’Università. Ho frequentato la Facoltà di Medicina per qualche anno, ma parallelamente coltivavo la mia ambizione nel campo della musica. Ho iniziato a suonare con un gruppo fino al giorno in cui ho conosciuto un collaboratore di Riccardo Cocciante che mi ha presentato a lui – ricorda il maestro De Amicis ai microfoni Rai – Riccardo ha creduto in me fin da subito e ho iniziato a collaborare con lui”.
Un altro incontro importante, quello con Gianni Morandi.
“Con Riccardo – continua De Amicis – sono stato introdotto alla realtà della produzione musicale. Per Gianni Morandi ho prodotto un disco e, dopo questo lavoro, ho ricevuto da lui la proposta di essere suo maestro in televisione. Un’esperienza assolutamente nuova per me: si tratta di un altro mondo, per questo ero anche titubante. Lui è un perfezionista e mi ha messo a disposizione tutti gli strumenti per svolgere il mio lavoro al massimo. Da questo momento è partita la fase della mia carriera in tv”.
Impossibile non citare l’incontro con Raffaella Carrà.
“Un’amicia che parte da un incontro con Sergio Iapino (collaboratore e compagno di Raffaella Carrà per oltre 15 anni ndr) a Lourdes. Prestavo la mia opera per intrattenere i malati che si recavano in pellegrinaggio. Qui ho conosciuto Raffaella. Siamo stati amici per diverso tempo, prima di lavorare insieme. Di lei porto con me un ricordo straordinario”.
“Credo che la musica sia l’ago e il filo che ricuce le ferite dell’Anima”
Quindi il capitolo Perdonanza Celestiniana.
“Ho sempre vissuto la Perdonanza come un grande evento da ragazzo. Lavorare sul palco del Teatro del Perdono ha rappresentato e rappresenta il mio ritorno da artista a L’Aquila, una città che ha sofferto molto e che una storia ormai divisa in due parti, prima e dopo il sisma. Con la Perdonanza – pensata realmente come portatrice di un effetto balsamico – per me è stata l’occasione di riportare lo spettacolo al centro, con tutti i suoi contenuti più nobili. Una Perdonanza con un pubblico partecipe e attivo, per questo ho utilizzato tutte le maestranze dell’Aquila, affinché partecipassero. E, in quest’ultimo anno, il regalo che tutti stavamo aspettando: l’arrivo di un Papa per l’apertura della Porta Santa”.
E ancora l’Abbè Pater, “arrivato in un momento di forte crisi personale che ho attraversato”, Sanremo e tanto altro: l’intervista completa su Rai Play.