Personaggi aquilani

Monica Pelliccione: tra giornalismo e scrittura, rinnovo il mio amore per L’Aquila

"Scrivo per passione e perchè amo L'Aquila e la mia terra: sono una scrittrice, ma sempre e comunque giornalista". L'intervista del Capoluogo a Monica Pelliccione.

“Era il 2005, avevo alle spalle già una lunga esperienza come giornalista. Il mio primo libro è nato in quel periodo, motivato dalla voglia di mettere nero su bianco le mie emozioni, il mio amore per L’Aquila”. Lei è Monica Pelliccione, scrittrice e giornalista aquilana, storica firma del quotidiano Il Centro, intervistata dal Capoluogo.

2 libri pubblicati negli ultimi 2 anni, a cui si affianca una ventennale esperienza come giornalista, 8 le pubblicazioni in totale: una vita la sua votata alla scrittura. Una passione vera per il giornalismo, al quale ha affiancato da qualche anno anche un intenso lavoro come scrittrice che l’ha portata a ricevere negli ultimi anni diversi premi e riconoscimenti. “Quando ho scritto il primo libro ero una giornalista specializzata in economia e cronaca sindacale perchè al quotidiano Il Centro, la mia seconda casa, avevo curato questi settori”, ricorda Monica Pelliccione. Il primo libro si chiama “L’Aquila e il polo elettronico. Retroscena di una crisi”. “Questo libro abbraccia e ricorda un nostro simbolo identitario che ha dato tanta prosperità e lustro al territorio, l’ex tecnopolo elettronico. La vera svolta per me c’è stata nel 2009, un anno che noi aquilani ricorderemo per sempre. Era pronto il mio primo libro su Celestino V, doveva uscire a fine aprile, il 6 sembrava essersi fermato tutto. Nonostante lo sgomento e la disperazione non avevo dubbi: dovevo pubblicarlo, lo sentivo e l’ho fatto, dedicandolo a 3 vittime del sisma e in particolare ai figli di un collega e amico, Giustino Parisse. Il volume su Celestino mi è molto caro, sa di rinascita, sociale e culturale. Da lì poi sono nati altri 2 libri, uno su San Pietro della Ienca e uno su Papa Giovanni Paolo II. Entrambi parlano del mio territorio, che amo tanto anche perchè qui ho mosso i primi passi nella professione e qui ho deciso di rimanere, anche dopo il sisma, quando tutto sembrava perduto”.
8 libri e tanti premi, ti aspettavi un così grande successo? “No, sinceramente. Ho sempre fatto le cose con passione, sia a lavoro che nella mia vita personale, cercando di scrivere su temi a me cari, che fossero legati al territorio o ad argomenti importanti come la violenza sulle donne. A riguardo, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere ,ho ricevuto anche un riconoscimento legato al mio libro Storie di donne”.
Oggi ti senti più giornalista o scrittrice: quale pensi che sia la tua strada? “Sono giornalista, mi sento tale e rimarrò tale per sempre. Quello che faccio come scrittrice mi serve anche come ‘terapia’ personale, per mettere nero su bianco sensazioni, sentimenti ed emozioni. Scrivo per passione e perchè amo la mia terra e perchè credo che la rinascita vera debba essere culturale e in tal senso la divulgazione letteraria è uno strumento importantissimo. Abbiamo un tesoro da far conoscere: l’Abruzzo, scrigno di tesori nascosti e meno nascosti che sono legati alla storia della nostra città, del territorio, ai personaggi che l’hanno attraversata, vissuta e resa più bella. La scrittura è un volano importantissimo e fondamentale, con il quale consegniamo alle future generazioni le nostre storie”. 
Scrittrice, giornalista, ma anche e soprattutto mamma di Camilla… “Camilla è la mia vita e il mio specchio: è una ragazza sensibile e molto schiva, è il centro del mio mondo insieme alla mia famiglia, a mio marito, ai miei affetti. In tutta la mia carriera ho sempre cercato di conciliare gli impegni professionali con quelli di moglie e mamma. Lei è stata e sarà sempre al primo posto. Da piccola e ancora adesso è lo stimolo di tante pubblicazioni. Io credo che le donne possano far bene le mamme e portare avanti una famiglia con la pienezza dell’affetto, della concentrazione e della vicinanza e allo stesso tempo coltivare le proprie passioni e la propria professione. Noi donne facciamo tutte tanti sforzi per far quadrare tutto e questa tenacia l’ho sempre trasmessa anche a Camilla che oggi mi sta ripagando dei tanti sacrifici. Studia a Pisa Filosofia, è entrata alla Normale, seppur cresciuta a pane e libri ha sempre fatto tutto da sola, con grande determinazione. Vuole lavorare nel mondo accademico, ha sempre avuto le idee molto chiare e io e suo padre l’abbiamo sempre appoggiata. Noi donne abbiamo sempre dovuto rinunciare a qualcosa, abbiamo sempre dovuto avere un ostacolo davanti e a lei ho voluto insegnare ad andare oltre. Spero davvero che nella sua vita futura possa fare tutto, senza doversi privare di nulla. Camilla e i suoi amici che studiano con lei sono la speranza, sono il futuro e noi dobbiamo aiutarli affinché sia il più brillante possibile”. 

Personaggi aquilani, il libro di Monica Pelliccione

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