Il rapporto

Incidenti stradali, a L’Aquila e Pescara mortalità in aumento: le strade extraurbane le più pericolose

Incidenti in Abruzzo, i dati del 2021: numeri in aumento rispetto al 2020, limitato dalle restrizioni pandemiche. La SS017 resta tra le strade più pericolose: situazione critica nelle aree interne

Incidenti stradali, cresce il numero dei sinistri in Abruzzo nel 2021 rispetto al 2020, complici le riaperture e il ritorno alla normalità post Covid. In aumento anche le vittime della strada, +35,6%. L’indice di mortalità degli incidenti aumenta nelle province di L’Aquila e Pescara: i sinistri più gravi avvengono sulle strade extraurbane e in autostrada.

Incidenti stradali, il rapporto Istat relativo al 2021. Numeri in crescita, come prevedibile, dopo il 2020 segnato dalle limitazioni agli spostamenti causa pandemia. 80 i decessi negli incidenti registrati sull’intero territorio regionale. Tra le strade più pericolose resta la SS017. Gli indicatori di mortalità nei sinistri e di gravità degli incidenti relativi alle aree interne evidenziano il permanere di una situazione critica.
L’analisi e i dati. 

Nel 2021 si sono verificati in Abruzzo 2.729 incidenti stradali che hanno causato la morte di 80 persone e il ferimento di altre 3.822. L’anno 2021 è caratterizzato dalla ripresa graduale delle attività e del traffico stradale, ma risente ancora di periodi di lockdown leggeri attuati durante l’anno e diversificati sul territorio. Rispetto al 2020, aumentano gli incidenti (+23,8%), le vittime della strada (+35,6%) e i feriti (+23,7%), in linea a quanto registrato a livello nazionale (+28,4% per gli incidenti, +20,0% per le vittime e +28,6% per i feriti).
Nel periodo 2001-2010 le vittime della strada si sono ridotte in Abruzzo del 53%, più della media nazionale (-42,0%); fra il 2010 e il 2021 si registrano variazioni, rispettivamente di +1,3% e -30,1%.  Nello stesso periodo l’indice di mortalità sul territorio regionale aumenta: da 1,9 a 2,9 deceduti ogni 100 incidenti, mentre quello nazionale non subisce variazioni (1,9 decessi ogni 100 incidenti).

Il rischio di incidente stradale

Tra il 2020 e il 2021 l’indice di lesività rimane invariato 140,1; l’indice di mortalità aumenta da 2,7 decessi a 2,9 decessi ogni 100 incidenti e quello di gravità (misurato dal rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti moltiplicato 100) da 1,9% a 2,1%. L’incidentalità rimane alta lungo la costa e nei comuni capoluogo di provincia: ancora in evidenza le criticità della SS016, lungo la quale si registra il maggior numero di incidenti (86,5 decessi e 120 feriti) e delle strade SS017 e SS005 (Figura 2). L’indice di mortalità diminuisce nelle province di Teramo e Pescara, cresce in quelle di L’Aquila e Chieti.

Nel 2021 il maggior numero di incidenti (1.713, il 62,8% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 23 morti (28,8% del totale) e 2.270 feriti (59,4%). Rispetto all’anno precedente i sinistri aumentano su tutte le categorie di strada, ma l’incremento maggiore si verifica sulle autostrade (+48,2%), seguite dalle altre strade (+34,2%) e dalle strade urbane (+17,2%).
Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (6,2 decessi ogni 100 incidenti) e su autostrade e raccordi (3,5 ogni 100). Sulle strade urbane il 46,8% dei sinistri stradali si verifica nei pressi di un rettilineo, percentuale che sale al 53,7% sulle strade extraurbane. In ambito urbano gli incidenti che avvengono nei pressi di un incrocio sono il 23,2% del totale, seguono quelli che si verificano nei pressi di una intersezione (15,4%), di una curva (7,9%) e di una rotatoria (5,0%). Lungo le strade extraurbane, il 24,0% degli incidenti si verifica in curva, l’8,2% nei pressi di un’intersezione e il 7,1% nei pressi di un incrocio.

I mesi e le ore più a rischio

Le misure di contenimento adottate per contrastare la pandemia e i periodi di lockdown attuati nei primi mesi dell’anno hanno influito sulla distribuzione temporale degli incidenti stradali sull’intero territorio nazionale. Nel periodo gennaio-aprile si sono registrati in Abruzzo 557 incidenti (20,4% del totale) mentre tra maggio e settembre, in coincidenza della riapertura di gran parte delle attività e del periodo di maggiore mobilità per vacanze, se ne contano 1.493 (il 54,7% di quelli avvenuti durante l’anno) in cui hanno subito lesioni 2.100 persone (54,9%) e 52 sono decedute (65,0%).
L’82,6% degli incidenti ha avuto luogo tra le 8 e le 20, ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati nella fascia oraria tra le ventitré e ventiquattro della notte (16 morti ogni 100 incidenti) e tra le quattro e le cinque del mattino (12,5 morti ogni 100 incidenti), valori molto superiori alla media giornaliera (2,9) (Figure 6 e 7). Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 39,7% degli incidenti notturni, il 42,1% delle vittime e il 42,7% dei feriti.
L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 5,9 decessi ogni 100 incidenti. Il valore più elevato si registra il venerdì notte (9,7). 

Gli incidenti stradali nelle aree urbane, intermedie e periferiche

In Abruzzo il 32,8% degli incidenti stradali è concentrato nei Poli urbani; considerando anche le Aree di cintura, che comprendono i comuni più prossimi ai Poli, si arriva al 69,3% del totale. Nei comuni delle Aree interne, aree significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (di istruzione, salute e mobilità), gli incidenti rappresentano il 30,7% del totale regionale. Il numero delle vittime aumenta rispetto al 2020 sia nel totale dei Centri (+36,8%) sia nelle Aree Interne (+33,3%).
Gli indicatori statistici di mortalità (2,9 decessi ogni 100 incidenti) e gravità (2,1 morti ogni 100 morti e feriti) aumentano nel confronto con il 2020 (2,7 decessi ogni 100 incidenti e 1,9 morti ogni 100 morti e feriti) e il 2019 (2,5 decessi ogni 100 incidenti e 1,7 morti ogni 100 morti e feriti). Nelle Aree interne i valori di entrambi gli indicatori evidenziano il permanere di una situazione critica.

I comportamenti a rischio e le persone coinvolte

La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (70,2%); la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontale-laterale (962 casi, 18 vittime e 1.418 feriti), seguita dal tamponamento (443 casi, 5 decessi e 709 persone ferite).
La tipologia più pericolosa è lo scontro frontale (10,8 decessi ogni 100 incidenti), seguono la fuoriuscita (5,3 decessi ogni 100 incidenti) e la caduta da veicolo (4,8 decessi ogni 100 incidenti). Gli incidenti a veicoli isolati risultano più rischiosi, con una media di 3,9 morti ogni 100 incidenti, rispetto a quelli che vedono coinvolti più veicoli (2,5 decessi).
Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, la velocità troppo elevata, il mancato rispetto delle regole di precedenza e la guida distratta sono le prime tre cause di incidente (escludendo il gruppo residuale delle cause di natura imprecisata).
I tre gruppi costituiscono complessivamente il 40,5% dei casi. Considerando solo le strade extraurbane, la guida distratta incide da sola per il 19,5% mentre l’elevata velocita per il 17,4%.
Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per la classe di età 15-29 anni (9,8 per 100mila abitanti) e per quella 65 e oltre (9,3 per 100mila abitanti). I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 75,0% delle vittime e il 69,7% dei feriti in incidenti stradali, le persone trasportate il 12,5% dei morti e il 22,5% dei feriti, i pedoni il 12,5% dei deceduti e il 7,8% dei feriti. Il 60,0% dei pedoni rimasti vittima di incidente stradale appartiene alla classe di età 65+, mentre il 66,9% dei pedoni feriti ha più di 44 anni.
Il tasso di lesività standardizzato è pari a 598,8 per la classe di età 15-29 anni, a 373,1 per quella 30-44 anni.

 

 

Foto repertorio

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