Camere con vista

Governo Meloni, parte la maratona della Finanziaria 2023: proteste e sospetti

Prende il via la maratona della Finanziaria del Governo Meloni. I 5 Stelle attaccano tutti, FI in allarme. Il Pd vede nemici ovunque.

Prende il via la maratona della Finanziaria 2023 del Governo Meloni. Clima di sospetti e polemiche. I 5 Stelle attaccano tutti, Forza Italia in allarme. Il Pd vede nemici ovunque. L’appuntamento “Camere con vista” dell’editorialista Giuseppe Sanzotta.

Giorgia Meloni l’ha definita una manovra coraggiosa. Forse è un po’ troppo, anche se effettivamente i margini di azione erano veramente ristretti. Prima di tutto per i tempi, un solo mese per predisporre l’atto più importante per qualsiasi esecutivo. Poi perché, per dirla con una battuta da cabaret, non c’è una lira. O meglio un euro.
Così l’intervento più importante e costoso, sulla linea del governo precedente, è stato dedicato al caro energia, 21 miliardi e tutto in deficit. Per il resto circa una decina di miliardi, con coperture alquanto incerte e con interventi identitari per andare incontro alle richieste degli alleati. Così qualche spicciolo per le pensioni minime, Forza Italia aveva promesso molto di più, revisione dei limiti del contante, flat tax per gli autonomi e meno obblighi per il pos come chiesto dalla Lega. Poi l’immancabile dito nell’occhio dei 5Stelle, con la drastica revisione del reddito di cittadinanza. Ma l’iter della legge è appena iniziato, su alcuni aspetti pende il giudizio della Commissione europea. Giudizio tanto più importante perché può incidere sui contributi che l’Italia aspetta dall’Europa.

Detto questo, l’assalto alla diligenza è già iniziato. Lega e Forza Italia chiederanno di più a Giorgia Meloni. L’opposizione, come è naturale, si opporrà, anche se lo farà in ordine sparso. Sarà una maratona, perché la Camera tra commissione e aula avrà una ventina di giorni per districarsi tra centinaia di pagine, conti ed emendamenti.
Poi, per finire entro il 31 dicembre al Senato, resteranno 3 o 4 giorni per il voto finale. Corsa contro il tempo con la promessa di studiare in seguito eventuali correttivi. Ma gli imprenditori protestano per l’assenza di misure per le aziende. La Cgil si mobilita, anche se Cisl e Uil invitano alla cautela. Ci sono i 5Stelle che con Conte agitano la piazza. L’ex premier, messa da parte la pochette, si è scoperto capopolo e vuole essere lui il vero oppositore del governo, rifiutando intese con il Pd: nella speranza di approfittare della confusione esistente nel partito di Letta per attirare nuovi consensi a sinistra. Forse non ha torto il segretario dem a denunciare che le opposizioni 5Stelle e terzo polo la guerra la fanno al suo partito più che al governo.
Del resto Calenda e Renzi non fanno mistero di voler attirare i voti moderati della sinistra presentandosi come una forza di opposizione, ma ragionevole, che non vuole scontri ma dialogare con il premier Meloni. Meno con la maggioranza.

meloni senato

Renzi e Calenda, preso atto delle divisioni a sinistra, adesso cercano di incunearsi anche nello schieramento opposto. Calenda è salito a Palazzo Chigi per presentare a Giorgia Meloni le osservazioni sulla legge di bilancio e avanzare delle proposte che, secondo il leader di Azione, sono state esaminate con interesse dal presidente. Non solo, ma lo stesso Calenda ha detto chiaramente che il rischio per la manovra arriva dagli alleati. Tanto basta per far scattare l’allarme in Forza Italia che, dopo aver dovuto cedere ai rivali centristi personaggi come Carfagna, Gelmini e Moratti, temono altre fughe, soprattutto di elettori. Così la reazione dei dirigenti berlusconiani è stata netta e anche infastidita per lo spazio concesso a quello che resta un partito di opposizione. Sprezzante anche Salvini, lui pensa alle prossime elezioni in Lombardia, l’eventuale sconfitta del “suo” Fontana avrebbe delle serie ripercussioni sulla sua leadership. Così Salvini se la cava con una battuta: a Calenda daremo un cantiere.

E il Pd? È alle prese con una perenne seduta di autocoscienza, vede (ma forse ci sono) nemici ovunque e soprattutto aspetta un nuovo segretario. Sarà scelto tra una rosa di nomi infinita, con il rischio che l’eventuale vincitore (probabilmente Bonaccini) si troverà a fare i conti con un sistema di correnti ancora più organizzate e capeggiate dai leader sconfitti. Così oscilla tra chi come il vecchio guru Bettini spinge per un rapporto preferenziale con i 5Stelle e chi, invece, vorrebbe spingere il partito a ricercare nuovi elettori in settori che non si sentono rappresentati. Per il momento tutti guardano Calenda e Renzi con sospetto, li accusano di essere la ruota di scorta del governo Meloni, pronti a dare una mano in caso di necessità. Sospetto che circola anche in altri ambienti politici.
Così c’è chi fa notare con ingiustificata malizia come il ministro Nordio abbia subito accolto le proteste di Renzi contro i Pm che indagano su Open, inviando gli ispettori. In fondo un atto doveroso, tanto più perché riguarda una inchiesta in cui è coinvolto uno dei leader dell’opposizione.
Il clima è quello dei sospetti e delle polemiche.

I 5Stelle attaccano tutti, oltre al reddito di cittadinanza adesso hanno sposato la linea del pacifismo a oltranza, o meglio la linea di chi non vuole inviare aiuti all’Ucraina. Poi c’è la questione del termovalorizzatore di Roma, Conte è fermamente contrario. Difficile dire se per convinzione o per tagliare sul nascere l’ipotesi di un’alleanza con il Pd in vista delle regionali, all’inizio del prossimo anno.
Questo il clima all’inizio della sessione di bilancio, tra polemiche e sospetti non mitigati dal Natale. Almeno a Montecitorio non diventeranno tutti più buoni.

 

Foto Ansa

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