Psiche focus

Depressione, la disattenzione globale verso i giovani

Il suicidio dei giovani tra i 15 e i 19 anni è la seconda causa di morte in Europa: quali azioni per contrastare la depressione giovanile? Ne parliamo con il professore Ferdinando Di Orio.

A livello globale, tra i 10 ed i 19 anni, un adolescente su sette soffre di depressioni o di un disturbo mentale. Una condizione che rappresenta il 13% del carico globale di malattia in questa fascia di età.

Depressione, ansia e disturbi comportamentali sono tra le principali cause di malattia e disabilità negli adolescenti. Affrontiamo la tematica con il prezioso supporto del professore Ferdinando Di Orio, già rettore dell’ateneo aquilano e da anni in prima linea con l’associazione Veronica Gaia Di Orio, per contrastare la depressione giovanile. Il professor Di Orio ci porterà di volta in volta ‘in viaggio’ per sensibilizzare, informare, affrontare tutte le problematiche legate ai disturbi mentali giovanili. “Il nostro Paese, da sempre superficiale verso tematiche che, pur affondando nella coscienza viva dei cittadini, non sono tali da dare luogo a qualche interesse di parte, non ha dato alcuna attenzione alla Giornata Mondiale dell’infanzia e dell’Adolescenza promossa dall’UNICEF. Si ha l’impressione che queste organizzazioni benefiche vengono prese in considerazione solo quando vengono citate, a proposito e più spesso a sproposito, per iniziative in cui l’amore per i nostri bambini e i nostri giovani, tutti in ottima salute, è dato talmente per scontato che ci fa stare tutti bene. Ma purtroppo non stando così le cose, allora il tutto appare un imbarazzante finzione travestita da buonismo”.  Eppure questa volta l’UNICEF non ha fatto sconti. “Ha detto ciò che molti di noi ripetono da tempo: queste generazioni attuali per le fasce di età che vanno dai 10 anni ai 19 anni sono in una condizione cosi difficile come mai si era verificata negli ultimi 50 anni. Report epidemiologici che ancora non sono giunti all’Unicef ma che corrispondono a ciò che sta avvenendo in almeno quattro Paesi Europei (Italia. Francia, Paesi Bassi e Regno Unito) indicano che l’inizio dell’età del malessere è anticipato di due anni e che sicuramente è impossibile per i disturbi mentali giovanili tirare una riga a 19 anni ma considerare almeno altri 7 anni”. 
L’UNICEF ci ricorda che a livello mondiale 1 adolescente su 7 soffre di problematiche legate alla salute. “Se questo dato lascia indifferenti, si deve pensare che dal gruppo di questi giovani sofferenti di disturbi mentali provengono , per fortuna solo in minima parte, gli adolescenti che si tolgono la vita. Nel mondo quasi 46.000 persone si tolgono la vita ogni anno, più di 1 ogni 11 minuti. Il suicidio dei giovani tra 15 e 19 anni è la seconda causa di morte in Europa. Se associamo il suicidio alle morti dovute a droga, violenza, ‘sballo’ e incidenti stradali, ai suicidi camuffati o non dichiarati come tali, allora i dati della mortalità iniziani a diventare impressionanti”. 

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Depressione giovanile: le risposte di chi ha la possibilità di decidere

In questo quadro che, sicuramente, ha mostrato il suo vero volto negli ultimi anni, a partire dal 2010 e sta vivendo anche la dolorosa esperienza del COVID 19 che ha sicuramente aggravato un quadro già difficile, come hanno risposto coloro che hanno la possibilità di decidere sulla sanità ? La ricerca ‘Headway 2023 – Mental Health Index’ condotta sulla salute mentale nei ventisette Paesi UE e nel Regno Unito, colloca l’Italia al ventesimo posto sia come professionisti della salute mentale e come spesa per la salute mentale. In Italia la spesa sanitaria per la salute mentale arrivava a stento al 3,3% nel periodo 2015 – 2018 a fronte, per lo stesso periodo, di numeri doppi e tripli di Paesi come Francia, Germania e Regno Unito dove tale spesa si colloca tra il 10-15%. Per quanto riguarda le Regioni nello stesso periodo l’Abruzzo si collocava al di sotto della media nazionale con il 2,6%”. È sufficiente come risposta ?

Depressione, stress e ansia: gli effetti della pandemia sui giovani

 

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