Abruzzesi nel mondo

Franco Santellocco Gargano, il gran cavaliere abruzzese in Algeria

Abruzzesi nel mondo: dalla Marsica in Algeria, Franco Santellocco Gargano. Una straordinaria avventura che da imprenditoriale è diventata sempre più umana e filantropica.

L’Algeria, dopo la divisione del Sudan è diventato lo Stato più esteso del continente africano, con oltre 44 milioni di abitanti, che vivono per lo più sulla zona costiera, con la moderna capitale Algeri, nella sua grande area metropolitana.

Dopo la dura lotta per l’indipendenza dal la Francia, ottenuta nel 1962, il Paese è diventato sempre più strategico per le sue risorse di idrocarburi (ricchissime nel suo vastissimo territorio desertico) e per gli equilibri geopolitici della Regione, pur con le tensioni crescenti con il confinante Regno del Marocco, per il “Sahara Occidentale”. Già il Fondatore dell’Eni, Enrico Mattei (prima della sua tragica scomparsa), ne aveva intuito il suo grande potenziale, specie per lo sfruttamento del gas, sostenendo la sua stessa lotta anticoloniale, a cui è stato intitolata anche una “Maison”, ad Algeri. Fu proprio la compagnia italiana, già nei primi anni ’70 ad inviare uno dei suoi migliori tecnici, per avviare le esplorazioni, richiamandolo da un progetto avviato in Polonia: il suo nome era Franco Santellocco, allora trentenne, nativo di Luco Dei Marsi (AQ), nella piana del Fucino, ma di brillanti studi in ingegneria a Firenze, che lo portarono subito ad essere assunto dalla grande società impiantistica “Nuovo Pignone” e poi in altre società del settore, diventandone dirigente. Da allora è partita una straordinaria avventura, che da imprenditoriale è diventata sempre più umana e filantropica, con Franco Santellocco, che ha vinto sul campo in primis la grande sfida tecnica, tra le più difficili, contribuendo ad installare i primi impianti Eni, per l’estrazione ed il trasporto del prezioso gas algerino, verso l’Italia, strappandolo dalle viscere del grande deserto. Un’ impresa complessa, su molti versanti, che in verità oggi appare ancor più decisiva e lungimirante per il nostro Paese, specie con la drammatica guerra in corso in Ucraina, che va chiudendo il flusso del gas russo e deve cosi subito incrementare proprio quello algerino ed è ancora lì il nostro “Ambasciatore”, dopo mezzo secolo, divenuto anche Conte di Vernio, in Toscana (in un castello, con l’immancabile spettro) e collezionando tanti altri riconoscimenti avuti nella sua lunga carriera, come Cavaliere di Gran Croce (conferitagli nel 2000 dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi). Inoltre quelli all’interno dell’Ordine di Malta e del Rotary, con diverse cittadinanze onorarie concesse dalla sua “contea” di Vernio, ma anche in Abruzzo, dai comuni di Fossa (per il restauro post-terremoto lì di una preziosa chiesa), nonché a Cepagatti ed in ultimo in quello di nascita, Luco Dei Marsi: l’antica città della “Dea Angitiae”, narrata da Virgilio nell’ Eneide e da G.D’Annunzio, nella “Fiaccola sotto il Moggio”. La sua famiglia è imparentata con quella dello stesso magnate Usa, Henry Salvatori (nato a Tocco da Casauria), che curiosamente era diventato uno dei più ricchi d’America, proprio con le esplorazioni geotermiche nel mondo. Dopo aver lasciato gli incarichi operativi, ma non quelli di consulenza, Franco Santellocco ha potuto meglio curare lungo la direttrice Algeri-Roma, (seguendo sempre l’amata terra d’origine), tutti i suoi ruoli di rappresentanza, in particolare della stessa Regione, che lo ha sempre rieletto nel Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo, in rappresentanza non solo dell’Algeria, ma di tutto il Nord Africa, fino ad Israele: una area geo-politica altamente strategica. Un impegno continuo, che veniva già da anni di rappresentanza negli organismi degli italiani all’estero (CGIE e Comites), ed anche dall’ apertura di un’apprezzatissima scuola italiana, nella capitale Algeri. Per questo la sua passata elezione a Vice-Presidente del Cram era apparsa naturale, rilanciandone tutta la sua attività, tra i nostri emigranti presenti nei vari continenti. Ora la sfida è ancor più complessa, che come già sottolineato, richiede politiche di innovazione, non solo di tradizione, in vista dello stesso “Anno delle Radici”, previsto nel 2024. In tal senso nuove idee e progetti sono necessari, specie per meglio dialogare con le ultime generazioni dei nostri emigranti, in vista altresì di un loro ritorno, temporaneo o stabile, nella nostra splendida Regione, apportandovi linfa vitale per il suo stesso sviluppo socio-economico, attraverso il turismo. E così il poliedrico Franco Santellocco ha scoperto “l’elisir di lunga vita”, proprio nello impegno continuo e nella speranza di un “effetto emulativo” (non sempre recepito) dalle sue concrete realizzazioni progettuali, a partire dalla costruzione di un nuovo pozzo d’acqua in Tunisia (con la collaborazione tra il Rotary locale e quello negli Usa), che arriva dopo altre sinergie con i colleghi belgi, in Marocco, sempre su questo fondamentale “bene comune” e con altre opere caritatevoli, ancor più essenziali, specie per la cura e l’assistenza dei soggetti più fragili. Ed in ultimo l’azione illuminata a sostegno della promozione culturale e della musica colta, nonché dell’Accademia Italiana della Cucina, come suo delegato, con un successo crescente. Una vita piena ed intensamente vissuta, raccontata nella sua biografia (a cura di Cesare A.Bellentani) dal titolo: “Ai Fantasmi ci credo, al caso no ovvero il conte Franco Santellocco Gargano e la Rocca di Vernio, tra realtà e mistero” (Ibuced).Tutti simboli e virtu’ del nostro “BelPaese”,apprezzati nel mondo, ma sempre fedele al motto dei suoi Cavalieri di Malta:
“Tuito Fidei et Obsequium Pauperum”- Difesa della Fede e Servizio ai Poveri.

 

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