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Le cacchiette di San Nicola, si rinnova il rito a Capitignano

6 dicembre 2022 | 09:56
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Le cacchiette di San Nicola, si rinnova il rito a Capitignano

Il rito delle cacchiette di pane a Capitignano in onore di “Santu Nicola” e in ricordo dei defunti.

Le vie di Capitignano, borgo della Valle dell’Aterno in occasione di San Nicola, si riempiono del profumo delle “cacchiette di Santu Nicola”.

Le cacchiette di San Nicola sono un rito che a Capitignano si rinnova da sempre, in onore del santo e in ricordo dei defunti. La festività religiosa si mescola al culto pagano dei morti. Il 6 dicembre decine di bambini bussano alle porte delle abitazioni per chiedere “il pane di San Nicola”, nel dialetto locale “le cacchiette de Santu Nicola”, pronunciando la frase “Sia benedetta l’anima dei morti”. La famiglia che ha spalancato loro la porta della propria casa, risponde con l’espressione “Dio lo faccia”, mettendosi in tal modo in contatto sovrannaturale con i propri defunti. Nell’affermazione “sia benedetta l’anima dei morti”si chiede il pane e nella risposta della famiglia “Dio lo faccia”, si cela la memoria dei propri defunti, secondo la cultura popolare che qui assume un valore comune nell’area geografica di Capitignano e delle frazioni, ma non oltre, quasi si volesse limitare la pratica in un solo ambito geografico, significando questo, secondo alcune fonti di tradizioni orali che “i defunti vagano nelle campagne in attesa di essere soddisfatti”.La famiglia che non ha interrotto la produzione dei pani propiziatori li offrirà simbolicamente anche ai propri defunti attraverso la mediazione dei ragazzi che simboleggiano la purezza, l’innocenza di quell’incontro soprannaturale. Ricordo e memoria congiungono, infine, l’esperienza di questo “voto” al patrimonio culturale di una comunità che per i significati autoctoni rappresenta un bene culturale da proteggere e tutelare. E la “tutela”, quindi, come ricorso a non alienare definitivamente l’esperienza di “Santo Nicola”, deve intervenire, affinchè questa lunga memoria collettiva non sia rimossa dalla cultura popolare”. Scriveva nel 1997 Vincenzo Di Battista: “…Dal secolare patrimonio della società contadina del luogo, intorno al pane, bene primario scambiato in occasione delle nascite, presente nella dote, offerto ai funerali e benedetto nella ricorrenza di S. Antonio Abate, si sono caratterizzati eventi, cicli, consuetudini di un linguaggio comune della società contadina. Anche per il rito di San Nicola dunque il pane è presente ma sotto forma di panicelli e di un lascito che raccoglie intorno a se una sorta di testamento non scritto, offerto alle persone defunte appartenenti allo stesso gruppo familiare, che in vita avevano preteso un obbligo morale: dare continuità al rito delle cacchiette. E’ un appuntamento calendariale per verificare la non interruzione del lascito; la cerimonia è il giorno in cui busseranno alla porta i ragazzi per chiedere le cacchiette”.

Le cacchiette di San Nicola, l’iniziativa dell’associazione di Capitonius

Dopo due anni di fermo della tradizione a causa della pandemia, finalmente Capitignano rivive il rito delle cacchiette di San Nicola con una bella iniziativa a cura dell’Associazione di Capitonius che ha inteso rievocare la tradizione mostrando ai bambini delle scuole come si realizza la cacchietta coinvolgendoli direttamente sia nell’impasto del prodotto che nelle fasi cottura, per poi farli passare nella loro sede a ritirare la personalizzata “panetta”. A Capitignano vi erano una quindicina di famiglie con il “lascito” morale da parte dei propri antenati. Purtropppo, con il passare degli anni, con l’invecchiamento delle persone custodi della tradizione e con la successiva scomparsa di molti che vi si dedicavano, la tradizione sta rischiando di scomparire. Con questa iniziativa, non solo si rinverdisce il rito, ma si stimolano le giovani generazioni a mantenerlo. Questo gesto da parte dei componenti dell’Associazione di Capitonius farà si che questa iniziativa rappresenti il nuovo “lascito” in sostituzione di quello antico e consentirà di rivedere scene mattutine di ogni 6 dicembre passato, quando schiere di ragazzi dai 4 ai 14/15 anni imperversavano per le vie e le piazze di Capitignano con l’inconfondibile sacchetto bianco sulle spalle, fiduciosi e allegri perchè sapevano bene che a fine mattinata avrebbero riempito i loro sacchi di fresche e fragranti “cacchiette” appena estratte dai forni di famiglia.