Morte Cecilia Marottoli, SUV modificato e senza revisione: svolta nell’inchiesta

Indagato per omicidio stradale il giovane che era con Cecilia Marottoli quando il SUV sul quale viaggiavano si è ribaltato, spunta una seconda ipotesi accusatoria.
Indagato per omicidio stradale il giovane che era con Cecilia Marottoli quando il SUV sul quale viaggiavano si è ribaltato, procurando la morte della 23enne volontaria della Croce Rossa. Lente sulle modifiche al mezzo.
Se pure fosse accertato definitivamente che alla guida della Toyota Land Cruiser che si è ribaltata sul Monte Giano, procurando la morte di Cecilia Marottoli, ci fosse stata la stessa vittima, potrebbero non finire comunque i problemi giudiziari per il ragazzo che era con lei, il 34enne di Rieti residente ad Antrodoco indagato per omicidio stradale con una seconda ipotesi fatta rilevare dalla difesa della famiglia della giovane deceduta, rappresentata dagli avvocati Maria Teresa Di Rocco e Antonio Valentini, che ha portato il pm titolare dell’indagine a prevedere un altro profilo di responsabilità, rispetto all’incidente. Come spiega Il Messaggero, infatti, il SUV che si è ribaltato non solo non era stato revisionato, ma era stato anche modificato senza i necessari nulla osta. In particolare, secondo l’accusa sarebbero stati installati pneumatici più grandi rispetto, un kit che avrebbe alzato il mezzo e un motore sovra-alimentato. La nuova ipotesi della Procura, quindi, è relativa alla responsabilità del 34enne di aver fatto guidare alla giovane un mezzo che, con le modifiche apportate, sarebbe potuto essere poco sicuro.
L’incidente.
L’incidente è avvenuto il 20 luglio 2019 in località Cinno, in una zona impervia compresa tra Cascina e Antrodoco, dove un fuoristrada si è ribaltato. Immediato l’intervento del Soccorso Alpino e 118, che hanno intubato e rianimato la 23enne volontaria della Croce Rossa per circa un’ora. Per lei, purtroppo, non c’è stato nulla da fare, mentre il ragazzo che era con lei è stato trasportato in ospedale.
Sul luogo sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco di Posta e di L’Aquila, i Carabinieri, il 118 dell’Aquila e di Rieti e un’auto medica. Dopo aver recuperato la ragazza, trasportata all’Aquila dal 118, i Vigili del Fuoco hanno provveduto nella notte a mettere in sicurezza il mezzo tramite ancoraggi, data la forte pendenza del terreno. Il giorno successivo, i Vigili del Fuoco della squadra di Posta, con l’ausilio di un trattore con rimorchio di una persona del posto e con i mezzi in dotazione alla squadra, i Vigili hanno provveduto al recupero del mezzo sequestrato. Una operazione, comunque, resa complicata dalla forte pendenza del terreno e dalla zona impervia.