Minori, poveri e difficolta'

La guerra e la fame uccidono i bambini: la geografia del dolore che non si studia a scuola

Sono 14mila, quasi 15mila i minori non accompagnati in Italia: bambini invisibili, ma non per l'Unicef. "Le geografia del dolore si dovrebbe studiare a scuola, diciamo la verità ai bambini".

“Bambini, avete mai sentito parlare dello Yemen? No? Lo Yemen è quel Paese in cui, ogni giorno, muoiono in guerra circa 50 bambini”. Accanto alla geografia classica, che tutti studiamo a scuola, c’è una geografia del dolore che quasi nessuno conosce.
“Ai nostri bambini bisogna far conoscere la verità e bisogna dare una voce”. L’Unicef entra nelle scuola a L’Aquila.

Sono passati pochi giorni dal 20 novembre, data in cui si celebra la Giornata mondiale dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, quando a L’Aquila va in scena Cartoons on the Bay, il Festival dell’Animazione dedicato ai più piccoli che, quest’anno, ha visto la partecipazione dell’Unicef L’Aquila.
I giovani ospiti nelle sale del Movieplex hanno assistito alla proiezione del cartone Gino il Pollo, che tratta proprio il tema dei diritti dei bambini: motivo per il quale era presente all’incontro Ilio Leonio, presidente provinciale Unicef L’Aquila. Non solo sorrisi e divertimento per gli studenti che hanno preso parte all’iniziativa, nell’intervento di Ilio Leonio, infatti, si è parlato di Geografia del dolore. Cosa significa?
“Negli studi scolastici è compresa la disciplina della Geografia, materia che, tuttavia, non contempla il tema della geografia del dolore e dell’orrore. Dove l’orrore è costituito da fame e miseria”, ci spiega Ilio Leonio, contattato dalla redazione. “Questi sono argomenti attuali e complessi che, forse, bisognerebbe far cominciare a studiare. Perché ci sono 35mila bambini che muoiono di fame ogni singolo giorno nel mondo, 10mila bambini morti in guerra dall’inizio dei conflitti nello Yemen. Poi ci sono moltissimi bambini soldato in Africa e circa 15mila bambini non accompagnati in Italia.
In provincia dell’Aquila, due anni fa, i dati parlavano di circa 15 minori non accompagnati.

Cosa significa essere un minore non accompagnato? Ce lo illustra Ilio Leonio:Sono bambini invisibili. Nessuno se ne prende cura. È come se non esistessero. E quelli appena descritti sono solo alcuni numeri della geografia del dolore. Anche questo dovremmo far studiare a scuola: l’Afghanistan, la Siria, lo Yemen, appunto.
Il mio intervento
– continua – aveva l’obiettivo di stimolare i ragazzi, perché è importante riflettere e fare autocoscienza, ma era riferito anche agli inseganti: è importante parlare di queste tematiche. Conosco benissimo il sistema scolastico, sono stato preside per 32 anni. Per questo posso dire che la scuola sia troppo spesso il luogo delle frasi ingenu, quando non addirittura ipocrite. Ai bambini va detta la verità. Devono sapere in che mondo viviamo, quanti sono i profughi in Italia. Bisogna conoscere i numeri della miseria.

Del resto, le emergenze internazionali hanno una storia mediatica relativamente breve. Ma bisogna essere coscienti che la guerra in Ucraina sta andando avanti e va avanti ogni giorno e ogni notte, anche quando non c’è spazio per un servizio sul tema nel telegiornale della sera. Gli scontri nello Yemen stanno andando avanti. Così come in Iran. E in Afghanistan. Ed il prezzo più grande di questi scontri lo pagano proprio i bambini, sottolinea con amarezza Ilio Leonio. Allora l’appello affinché ci sia cooperazione.
“Uno dei video mostrati nel corso degli eventi di Cartoon on the Bay diceva ‘Per essere squadra c’è bisogno di cooperazione’. E di questo c’è bisogno: cooperare in tutto il mondo. È giusto che i bambini comincino a far ascoltare la loro voce, perché solo in questo modo potranno essere ascoltati. Ed essere ascoltati è un loro diritto“.

Quindi Ilio Leonio ha ricordato le azioni che l’Unicef svolge a sostegno dei bambini, innanzitutto una politica attiva finalizzata a “scoprire, a rendere visibili i minori non accompagnati presenti sul territorio“. O ancora, la raccolta fondi attivata per i profughi ucraini, segnatamente l’iniziativa del Comitato provinciale L’Aquila con Coop Italia che ha visto la distribuzione di buoni spesa per un totale di 4mila euro ai profughi.
Ricordiamo sempre le Pigotte, “l’ambasciatore dell’Unicef in Italia e nel mondo”, conclude Ilio Leonio.
“Ho sottolineato ai giovani studenti che la Pigotta – che a L’Aquila si può trovare nell’edicola in Piazza Duomo – si adotta e non si compra. Ci sono in atto una serie di collaborazione tra l’Unicef e varie realtà del territorio per la creazione di altre pigotte: mi piace ricordare che alcune delle più importanti realizzate, quali le Dame il Giovin Signore, personaggi della Perdonanza, sono state opera dei detenuti del Carcere di Sulmona.
Inoltre, l’Unicef collabora con le scuole: vogliamo fare reta per allargare sempre più il processo di solidarietà. Da questo punto di vista in provincia dell’Aquila ci sono 13 Scuole ‘Amiche’ dell’Unicef, per una serie di azioni condivise. Presto, ad esempio, contiamo di partire con i laboratori d Pigotte”.
Tanti piccoli passi, affinché le pagine della geografia del dolore siano sempre meno. Per ogni bambino. 

 

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