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L’olio di Navelli, i segreti dell’olio di montagna abruzzese: bassa acidità e temperature rigide

11 dicembre 2022 | 09:50
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L’olio di Navelli, i segreti dell’olio di montagna abruzzese: bassa acidità e temperature rigide

Il Capoluogo vi porta a Navelli dove, a 750 metri di altitudine, si produce un olio particolare: resiste a basse temperature e ha bassa acidità

L’olio di Navelli, prodotto a 750 metri di altitudine, resiste a basse temperature e acquisisce peculiarità inconfondibili, come la bassa acidità: ce ne parlano Simone Di Persio e il Professor Negrini

L’olio di Navelli, prodotto a 750 metri di altitudine sulle alture di Navelli sa resistere a basse temperature e si caratterizza per la bassa acidità al palato.
“Ogni anno, verso la metà di novembre, insieme alla mia famiglia rispettiamo la tradizione e ci dedichiamo alla raccolta delle olive sulle nostre montagne, aNavelli.” Il giovane agricoltore Simone Di Persio racconta al IlCapoluogo.it come, ancora oggi, venga portata avanti la produzione del particolarissimo e caratteristico olio di montagna abruzzese, che si tramanda da generazioni. Sempre coltivato a quota 750 metri dal livello del mare.
“Eseguiamo ancora la raccolta manuale – spiega Simone – e con i teli a terra scuotiamo le piante, raccogliamo le olive in casse arieggiate e poi le portiamo al frantoio di Ofena, da lì il nostro prodotto è pronto. Ci sono annate meno soddisfacenti di altre, ma noi comunque ogni anno siamo lì”.

olio di navelli, olio di montagna
olio di navelli, olio di montagna

“La particolarità del nostro olio è che riusciamo a farlo ad alta quota, sulle pendici della montagna a 750 metri di altitudine e il suo sapore è perfettamente distinguibile dall’olio comunemente conosciuto poiché il clima rigido e le forti escursioni termiche ne fanno abbassare l’acidità. Insomma, il nostro olio non brucia in gola – e ironizza Simone – quasi si può bere similmente all’acqua”.
Ai microfoni de IlCapoluogo.it, il Professore Gianpiero Negrini, insegnante di Scienze Agrarie presso l’Istituto Professionale per l’Agricoltura dell’Aquila, spiega come sia possibile produrre un olio d’oliva a così alta quota e con temperature così basse come nell’aquilano.
“In effetti, ci troviamo di fronte ad un particolare fenomeno che prende il nome di inversione termica ed è questo che permette la coltivazione degli olivi sulle pendici delle montagne anziché sul fondovalle. Cosa accade? Praticamente la peculiare conformazione geografica di questo territorio fa sì che, nei periodi autunnali-invernali, l’aria fredda che proviene da Calascio, dal Gran Sasso e da tutte le montagne circostanti essendo più pesante dell’aria calda, tende a scendere a valle, cioè verso la piana di Ofena a 400 metri, mentre sulle pendici di Navelli dove si trovano gli uliveti arriva l’aria calda che risale appunto verso l’alto e permette ai frutti di maturare”.
Invece per quanto riguarda la bassa acidità dell’olio?
“Le ragioni per la bassa acidità di questo olio che si produce a Navelli sono essenzialmente due.
Il frutto che si raccoglie procrastinando la raccolta (che avviene a metà/fine novembre) perde grande quantità di acqua e l’altro motivo riguarda le condizioni climatiche avverse all’attacco del parassita della mosca dell’olivo che, diversamente, intaccando i frutti ne provocherebbe l’innalzamento dell’acidità. Essendo quella di Navelli, una zona limite (per quanto riguarda il territorio aquilano) per la coltivazione degli ulivi, il ciclo vitale e la riproduzione dell’insetto risultano compromesse. Ecco quindi che viene favorita la coltivazione dell’olivo ad alta quota e con temperature rigide”.

olio di navelli, olio di montagna
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