Necrologio

E’ morto Sinisa Mihajlovic

È morto all’età di 53 anni Sinisa Mihajlovic, l’ex calciatore di Sampdoria, Lazio e Inter e allenatore, dopo altre esperienze, del Bologna, che aveva guidato fino a pochi mesi fa.

È morto all’età di 53 anni Sinisa Mihajlovic, l’ex calciatore di Sampdoria, Lazio e Inter e allenatore, dopo altre esperienze, del Bologna, che aveva guidato fino a pochi mesi fa.

Dal 2019 Sinisa Mihajlovic combatteva contro una forma acuta di leucemia: una battaglia che aveva reso pubblica, con coraggio, determinazione e ironia, divenendo un testimone amatissimo della lotta contro questa malattia. La situazione dell’ex tecnico del Bologna si era aggravata negli ultimi giorni, con la voce che si era sparsa sui social in particolare tra i tifosi rossoblù: molti tra loro avevano aggiornato i loro profili con una foto di Mihajlovic e scritto messaggi di vicinanza all’ex allenatore. La conferma del decesso dell’allenatore serbo è arrivata dalla famiglia.

La malattia era stata annunciata nel 2019, a luglio. Da quel giorno, e per lunghi mesi, Bologna, il calcio italiano e non solo si sono stretti accanto a lui per sostenerlo. Sempre con il sorriso ha affrontato la malattia con coraggio e dignità, anche nei giorni più difficili del lungo ricovero in ospedale. Lascia una moglie, Arianna Rapaccioni, sposata nel 2005 e cinque figli: Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nicholas ed una nipotina, nata nel 2021 da nata dalla relazione tra la figlia Virginia e il calciatore Alessandro Vogliacco.

Sinisa Mihajlovic: Il mancino indimenticabile al centro della difesa

Nato a Vukovar, in Croazia, nel 1969, Mihajlovic aveva trascorso quasi tutta la sua vita sia adulta che carriera sportiva in Italia. Prima di approdare alla sua prima squadra italiana, il difensore aveva fatto in tempo però, giovanissimo, ad alzare la Coppa dei Campioni con la Stella Rossa, la gloriosa squadra di Belgrado in cui era approdato proprio pochi mesi prima, nel 1990. Il 1992 è l’anno del trasferimento in Italia: alla Roma prima, per due stagioni, quindi nella squadra di cui si sarebbe imposto come leader, la Sampdoria. Dopo il ritiro Mihajlovic intraprende subito la carriera di allenatore, chiamato a fianco a sé nel ruolo di vice da Roberto Mancini all’Inter. Nel novembre 2008 la prima nomina a tecnico del Bologna: un’avventura durata pochi mesi, ma che vale alla squadra rossoblu la salvezza dalla retrocessione. Nel dicembre 2009 è chiamato a guidare il Catania, riuscendo a portare gli etnei a battere l’Inter di Mourinho e la Juventus, e concludendo il campionato al 13esimo posto. A giugno 2010 lascia il club siciliano e approda sulla panchina della Fiorentina, che allena per un anno e mezzo, nel 2012 Mihajlovic passa alla guida della nazionale serba. A novembre 2013, torna a Genova sulla panchina della squadra che lo ha lanciato e consacrato, la Sampdoria, che guida per due stagioni. Nel 2015 il salto a una grande squadra, con l’approdo sulla panchina del Milan. Non basta una finale di Coppa Italia, persa contro la Juventus: l’avventura rossonera dura una sola stagione. L’anno successivo Miha ricomicia dal Torino: il feeling con giocatori e tifosi funziona, il club centra il nono posto in classifica. Ma la stagione seguente è meno brillante, e a gennaio 2018 Sinisa subisce ancora un esonero. Dopo una brevissima parentesi allo Sporting Lisbona, dove rimane l’estate seguente per soli nove giorni, a gennaio 2019 Mihajlovic viene richiamato a Bologna dopo l’esonero di Filippo Inzaghi, riuscendo ancora una volta non solo a salvare i rossoblù dalla retrocessione, ma a risollevarli fino alla decima posizione.

 

 

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