Maratona Bilancio, il governo si emenda e la sinistra non morde

Maratona di Bilancio, la prima dell’era Meloni. Il governo si emenda e la sinistra non morde. L’editoriale di Giuseppe Sanzotta.
La prima manovra di Bilancio dell’era Meloni. Il governo si emenda e la sinistra non morde.
Non è la prima volta che il Parlamento sia “costretto” a lavorare tra Natale e Capodanno. Nulla di sconvolgente. In genere gli altri lavoratori, per stipendi non paragonabili a quelli degli onorevoli, in quei giorni al lavoro ci vanno da sempre. La differenza è che la maratona di Bilancio di fine dicembre degli onorevoli ci riguarda da vicino perché le norme che verranno votate e approvate riguardano proprio noi cittadini. E stavolta per le elezioni la partita per la legge più importante dell’anno, per via delle elezioni il 25 settembre, è partita in ritardo. Se l’approvazione definitiva slitta oltre il 31 dicembre si dovrà andare all’esercizio provvisorio. Nulla di sconvolgente, ma tutte le nuove misure dovranno restare congelate per un mese. Ma è l’effetto psicologico e di immagine che conta. Così le opposizioni fanno a gara a mettere paletti, a presentare emendamenti, pronti ad attaccare se si dovesse andare ai tempi supplementari, cioè a dicembre.
Nel dettaglio della manovra di Bilancio è opportuno addentrarsi quando tutto sarà definito perché colpi di scena non sono impossibili. Sappiamo che le norme sul pos non cambieranno, ma questo non modificherà la vita di alcuno. C’è solo un dato che vale la pena citare. Chi ha chiesto e ottenuto le modifiche al progetto sul Bilancio presentato dal governo? No, non sono state le opposizioni. Ma il governo stesso che ha emendato se stesso attraverso quello che in gergo viene definito il maxiemendamento della maggioranza, che racchiude le proposte presentate dagli stessi partiti di maggioranza e accettate dall’esecutivo. In più, c’è qualche ripensamento dello stesso esecutivo. Sembra paradossale, ma non è una novità. È sempre stato così. C’è la corsa, lo dimostrano le migliaia di emendamenti che vengono presentati, ad inserire qualcosa che interessa la comunità dell’eletto, enti, associazioni, comitati vari, festival, concorsi e sagre. Poi ci sono gli emendamenti identitari. Servono per dire ai propri elettori che le promesse elettorali sono state mantenute e se le promesse non diventano legge e per responsabilità di altri che le hanno bocciate. Così la maggioranza racchiude in un solo pacchetto le richieste giudicate compatibili con le coperture. In altre parole, solo le proposte che costano poco e nulla.
Adesso finite le discussioni, i vertici, si comincia a votare. Tutto in pochi giorni. Ma se nella maggioranza le tensioni non mancano, comunque non è una novità, le opposizioni marciano in ordine sparso. I 5Stelle con Conte vogliono approfittare del vento in poppa e cercano consensi tra gli elettori delusi del Pd. Il partito di Letta, che resterà al suo posto per poche settimane, è alle prese con una infinita riflessione interna. Nel frattempo, stando ai sondaggi, perde consensi, e soprattutto deve fronteggiare una nuova questione morale dopo e notizie di arresti e di inchieste che arrivano da Bruxelles e che, fino ad ora, coinvolgono solo esponenti di sinistra. Il nuovo segretario si troverà a guidare un partito a pezzi, un partito dove serpeggia il timore dell’evaporazione. C’è incubo di fare la fine del partito socialista francese che si è dissolto. Ad attaccare il Pd oltre ai 5 Stelle c’è anche l’accoppiata Renzi-Calenda, anche loro alla ricerca di elettori delusi in quel campo.
Ma sono questioni che forse agli italiani in genere interessano poco. I timori sono per il nuovo anno, con le previsioni di crescita per nulla positive, con una inflazione preoccupante, con l’aumento dei tassi. Il timore è per quella guerra in Ucraina che anche noi stiamo pagando con la crisi energetica e che soprattutto ha cancellato i segnali di ripresa che si erano manifestati dopo la pandemia. Una situazione difficile, forse la più complicata dal dopoguerra, che spetta a questo governo affrontare. Nel comune interesse degli italiani la speranza è che questo esecutivo ce la faccia a fronteggiarla.
