Giudiziaria

Sisma 2009, vittime rassicurate dalla Grandi Rischi: maxi risarcimento per 30 familiari

Oltre 100 udienze, ma c'è il primo pronunciamento nel processo civile per il risarcimento chiesto da 30 familiari delle vittime del sisma 2009. La sentenza del giudice De Sensi: "Le vittime furono rassicurate dalla Grandi Rischi"

Sisma 2009, dopo oltre cento udienze il tribunale civile condanna il governo a liquidare trenta familiari di vittime del terremoto: questa volta non c’è alcun concorso di colpe. Maxi risarcimento da 9 milioni di euro, poiché “le vittime furono rassicurate”.

Non c’è concorso di colpa, non ci sono percentuali che attribuiscano parte di responsabilità alle vittime per la loro morte la notte del 6 aprile 2009. Condannata la presidenza del Consiglio dei Ministri a risarcire per oltre 9 milioni di euro – la richiesta iniziale era di 22 milioni – trenta familiari di vittime del terremoto, nell’ambito del processo civile di primo grado.
Prima del 31 marzo, infatti, i cittadini passavano la notte fuori dalle proprie abitazioni: fu dopo l’intervista del numero 2 della Protezione civile, Bernardo De Bernardini – poi condannato in via definitiva in sede penale – in cui sottolineò “Non c’è pericolo: la comunità scientifica mi continua a confermare che è una situazione favorevole, perciò uno scarico di energia continua”, che i cittadini cambiarono abitudine e tornarono a dormire in casa. Secondo il giudice Baldovino De Sensi, queste parole ebbero una correlazione diretta con l’evento-morte.

Un processo, questo, partito nel 2010: quando 34 familiari di vittime del sisma scelsero il procedimento civile, puntando il dito contro la Commissione Grandi Rischi e, quindi, contro la Presidenza del Consiglio a cui la Commissione faceva riferimento. Sono state oltre 100 le udienza tenute e 5 i giudici che si sono alternati nell’ambito del procedimento. La sentenza nel merito è stata depositata ieri, venerdì 23 dicembre.
Il giudice De Sensi fa riferimento – come scrive il Centro – al principio del “libero convincimento”, secondo il quale il giudice può assumere alla base delle sue decisioni anche prove atipiche. Quindi, oltre alle prove emerse nell’istruttoria civile, De Sensi ha ritenuto di poter utilizzare anche le risultanze del processo penale, “in considerazione dell’amplia istruttoria svolta in quella sede e della mole degli elementi ivi vagliati”.
È stato stabilito il nesso di casualità tra le parole rilasciate nell’intervista da De Bernardinis e la morte dei familiari dei protagonisti della causa civile, o le lesioni da loro subite nei crolli.
Sul risarcimento, il giudice De Sensi precisa: “Passando al vaglio le singole posizioni, tenendo necessariamente conto del comportamento e delle abitudini delle vittime anteriormente al 31 marzo 2009 (data della riunione della commissione Grandi rischi), dell’avvenuta conoscenza delle dichiarazioni obiettivamente rassicuranti di De Bernardinis e dell’eventuale modifica delle abitudini di vita dopo tali dichiarazioni, ritiene il giudicante che, in questa sede, la prova del nesso causale sia stata raggiunta per tutti gli attori»

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