Meteo aquilano

L’Aquila, tempo stabile anche a Capodanno: nessun fenomeno sull’Appennino e temperature oltre le medie previsioni

Nessun Capodanno bianco a L'Aquila. Il meteo di queste settimane di festività continua a offrire stabilità atmosferica: le previsioni

L’AQUILA – Da Natale a Capodanno il meteo non cambia: continuerà a regnare la stabilità atmosferica. Temperature ben superiori alle medie e assenza di precipitazioni sull’Appennino, aria frizzante invece nella Marsica, dove continuerà ad insistere la nebbia.

Se qualcuno sperava in un Capodanno bianco a L’Aquila dovrà presto rassegnarsi. Il meteo di queste settimane di festività continua a offrire stabilità atmosferica, con temperature al di sopra delle medie stagionali anche per la fine di dicembre. Le previsioni di Meteo Aquilano. “Quando ci sarà il tanto auspicato cambio di marcia dell’inverno 2022-2023?
Al momento non abbiamo una data esatta, sicuramente non prima della prima decade di Gennaio (quando la distanza temporale è tale da rendere qualsiasi tendenza meteorologica alla pari di lanciare un dato). Anzi, la situazione diventerà ancor più pesante a ridosso di Capodanno 2023, quando una nuova elevazione anticiclonica dal Nord-Africa raggiungerà il bacino centrale del Mediterraneo. Questo significherà ancora stabilità atmosferica e assenza totale di precipitazioni in Appennino, ma soprattutto temperature ben superiori alle medie di fine dicembre: ad eccezione delle zone dove la nebbia continuerà ad insistere anche nelle ore diurne, come nella Marsica”.
“Sicuramente alcuni di voi ricorderanno che, esattamente 365 giorni fa, stavamo commentando una situazione meteorologica molto simile a quella attuale. Per diversi aspetti, a Capodanno 2022 le condizioni erano ancor più estreme, con diversi record di temperatura frantumati. Ma quale era la situazione della neve in Appennino un anno fa? Basta vedere l’impietoso confronto di immagini su Campo Imperatore, un divario abissale. La prima parte della stagione fredda 2021-2022 fu davvero generosa in termini di neve alle medio-alte quote appenniniche, tanto che Campo Imperatore fece registrare il tutto esaurito durante le vacanze di Natale, con tantissima neve, nonostante le temperature da primavera inoltrata. Quest’anno, invece, la neve accumulata a fine novembre/inizio dicembre è stata completamente fusa dai forti venti di Libeccio e Scirocco, con neve soltanto oltre i 2500 metri, e da lunghe fasi di sopra-media termico. Ma tutto questo è riconducibile ai cambiamenti climatici, come molti di voi ci chiedono? È difficile inquadrare un singolo evento nel quadro del consolidato riscaldamento globale in atto, trainato dalla componente antropica. Anche perché nell’America settentrionale è in atto una delle irruzioni gelide più forti della storia recente. Inoltre, fasi anticiloniche a ridosso del Natale sono spesso avvenute anche in passato, in seguito alla naturale fase di ricompattamento del vortice polare nella sua sede nominale. Ma è pur sempre vero che tali eventi anticiclonici stanno diventando via via più frequenti e duraturi rispetto a 20-30 anni fa, senza scomodare epoche climatiche remote.
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