San Giovanni Evangelista per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 27 dicembre.
Il 27 dicembre si ricorda San Giovanni Evangelista. San Giovanni apostolo è identificato dalla tradizione cristiana come l’autore del quarto Vangelo; per questo gli viene attribuito anche l’epiteto di Evangelista. Secondo i testi sacri, era il figlio di Zebedeo e Salomè e fratello dell’apostolo Giacomo il Maggiore. Dopo essere stato discepolo di Giovanni Battista, prese a seguire Gesù, divenendo, stando alla tradizione, “il discepolo che Gesù amava”, colui che prese parte ai principali eventi della vita e del ministero del Maestro e unico degli apostoli presenti alla Sua morte in croce. La vocazione di Giovanni da parte di Gesù è esplicitamente narrata dai tre vangeli sinottici. Si legge in Matteo (Mt 4,21-22) e Marco (Mc 1,19-20) che i due fratelli Giovanni e Giacomo furono chiamati da Gesù “presso il Mare di Galilea” mentre erano sulla barca col padre Zebedeo, intenti a riparare le reti da pesca; Luca invece inserisce la chiamata all’interno del miracolo della cosiddetta pesca miracolosa. Nel Vangelo di Giovanni, la scena è collocata a Betania, presso il fiume Giordano (Gv 1,35-40), durante “l’ora decima”, cioè alle quattro del pomeriggio. Negli Atti degli Apostoli – che descrivono le vicende della Chiesa apostolica in un periodo compreso all’incirca tra il 30 e il 60 – San Giovanni Evangelista è nominato dopo Pietro al secondo posto nella lista dei dodici; con lui andrà in Samaria, dove avvenne l’incontro con Simon Mago. Circa gli anni successivi agli eventi narrati negli Atti, le antiche tradizioni cristiane concordano nel collocare l’operato di Giovanni in Asia, in particolare a Efeso, con un breve esilio nell’isola di Patmos. Alcuni eventi della sua vita nel periodo efesino sono narrati nell’apocrifo Atti di Giovanni, della seconda metà II secolo, in vero riportati con lo stile agiografico-leggendario proprio di questa tipologia di scritti: si narra di resurrezioni e miracoli, e della distruzione del tempio di Artemide. Alcune testimonianze latine aggiungono altri prodigi, come la ricomposizione miracolosa dei frammenti di un gioiello frantumato o la trasformazione di pietre in gemme; tutti gli scritti terminano col decesso dell’apostolo, quasi centenario, per cause naturali intorno al 98-99; una leggenda tardiva lo vuole a Roma, dapprima immerso nell’olio bollente da cui uscì illeso, quindi poi esiliato a Patmos. In alcune versioni il corpo, dopo la sua sepoltura, non viene più ritrovato ma al suo posto furono rinvenuti solo i sandali, lasciando ipotizzare un’assunzione al cielo. Ad Efeso, sul luogo considerato sede del sepolcro di San Giovanni Evangelista, fu costruita nel VI secolo una basilica, di cui oggi restano esigue tracce.
Il Santo apostolo viene rappresentato secondo la tipica iconografia che lo identifica come Evangelista: nella mano destra tiene una piuma d’oca, mentre accanto è posta un’aquila nera nimbata, uno degli animali della visione di Ezechiele, che è il suo simbolo. Tra gli atri attributi che lo caratterizzano, ricorrono il calice da cui esce un serpente, la palma e i quattro cavalieri dell’Apocalisse, raffigurati come scheletri a cavallo che rappresentano conquista, guerra, fame e morte. San Giovanni evangelista compare abitualmente, con aspetto giovanile, nelle rappresentazioni dell’Ultima Cena e, sempre giovane e imberbe, in quelle della Crocifissione, ai piedi della Croce, accanto alla Vergine che spesso sorregge. Abbastanza comune è anche la raffigurazione della sua assunzione in cielo.
