Il Senato approva la legge di Bilancio, Giorgia Meloni: “Cambierò l’Italia”

Dopo aver incassato l’approvazione della legge di Bilancio al Senato, Giorgia Meloni rilancia: “Riforma costituzionale e presidenzialismo, un impegno che rispetterò”.
Dopo aver incassato l’approvazione della legge di Bilancio al Senato, Giorgia Meloni rilancia: “Cambierò l’Italia. Riforma costituzionale e presidenzialismo, un impegno che rispetterò”.
Eccola Giorgia Meloni. Arriva nella grande sala di fianco a Montecitorio appena incassato il voto del Senato con l’approvazione della legge di bilancio. Una scommessa vinta per un governo che si è insediato a fine ottobre e che ha potuto lavorare al testo meno di un mese. In molti prevedevano che la scadenza di fine dicembre non sarebbe stata rispettata. Invece la maggioranza è riuscita a vincere la sfida anche se il dibattito parlamentare è stato di fatto assente. Ma non è stato così anche nel passato?
Giorgia Meloni entra nella sala poco dopo le 11,30, ad attenderla ci sono decine di giornalisti con 45 domande per 3 ore di conferenza. Sorride il presidente del Consiglio mentre segnala quanto di positivo è stato fatto in questa prima parte della legislatura. Ma soprattutto indica la strategia per i prossimi anni. “Non mi preoccupo di una mia rielezione, anzi penso che dopo questa mia esperienza potrei tornare a fare la giornalista, ma non posso accettare di non portare a termine gli impegni presi con gli elettori”.
Così rivendica le scelte operate nella manovra, una manovra di Destra che cerca di aiutare imprese e famiglie nei limiti dei soldi a disposizione. Parla delle revisione del reddito di cittadinanza che non ha funzionato, della riforma degli appalti. Avverte che i 55 obiettivi fissati per accedere al finanziamento europeo, sono stati raggiunti. Sostiene la necessità di aumentare le spese militari: perché la libertà è un bene che va difeso.
Sicuramente la parte più significativa del lungo confronto riguarda il futuro. Gli obiettivi che questo esecutivo e questa maggioranza si pongono. Il presidenzialismo è una riforma che va fatta. La preferenza va a un semipresidenzialismo alla francese perché potrebbe trovare un consenso ampio, su questo tipo di sistema in passato c’erano state delle aperture della sinistra. Il ministro Casellati ha già avviato un confronto nella maggioranza ed entro gennaio incontrerà le opposizioni. Il presidente del Consiglio è determinato, questa riforma vuole farla, non accetterà meline. Se si trova una maggioranza più larga meglio, ma l’importante è fare. Così come è necessario programmare , non solo sul piano energetico. Per decenni si è riposta una fiducia incondizionata sulla globalizzazione, che non solo non ci ha salvato, ma ci ha indeboliti.” Lo abbiamo visto con la pandemia, facevamo affidamento su forniture cinesi di microchip e invece servivano alla Cina e ci siamo trovati in tutta Europa in difficoltà. È stato così per l’energia, la guerra scatenata dalla Russia ci ha messo in crisi. Così la strada da perseguire è quella di arrivare al controllo degli approvvigionamenti”.
Tanti i temi toccati nel corso delle tre ore, ma c’è un filo conduttore che va evidenziato e che incanala lo spirito con cui intende muoversi Giorgia Meloni. “L’economia italiana in questi ultimi mesi è cresciuta più che in tutti gli altri paesi europei, più della Germania, della Francia, della Spagna. Quando vado all’estero tutti fanno i complimenti all’Italia, si lodano le nostre imprese, si cercano sempre maggiori rapporti, le sole voci critiche le troviamo proprio qui da noi. Recuperiamo l’orgoglio di essere italiani. Io vorrei lasciare, alla fine del mio mandato, una nazione orgogliosa e ottimista”. Un ottimismo che deve pervadere tutte le attività, “costruiremo un sistema che non disturbi chi vuole fare, chi crea ricchezza e lavoro”.
Non poteva mancare un riferimento alla polemica sui messaggi di La Russa e Rauti sul Msi. Meloni è perentoria: “Il Msi ha avuto un ruolo, traghettare verso la democrazia gli sconfitti della guerra. Il Msi è stato un partito della Destra democratica, era in Parlamento, partecipava al voto per eleggere i presidenti della Repubblica ed è stato al governo (con Fini)”. Polemica chiusa almeno da questa parte.
È vero che sente Draghi? Le è stato chiesto. Sì, lo sente ed è stimolante, perché Draghi è un personaggio stimato ed apprezzato in tutto il mondo. “Affascinante anche il confronto con il suo governo. C’era chi pensava che noi avremmo sfasciato tutto. Non è stato così”.
Qualche altra pillola. Si potrà fare la riforma del catasto, ma non ci sarà nessuna tassazione sulla casa. Covid: si segue con attenzione la situazione, è stato dato il via ai tamponi per chi arriva dalla Cina, ma la misura dovrebbe essere estesa a tutta Europa. Comunque sì a tutte le misure di prevenzione, ai vaccini soprattutto per anziani e fragili, ma nessuna chiusura. Inoltre dai primo dati sembra che il virus trovato nelle persone provenienti dalla Cina fosse del tipo già presente in Italia, dunque, almeno per ora, non ci sarebbero nuove varianti in arrivo.
Insomma un incontro all’insegna dell’ottimismo, non c’è alcuna polemica, se non una battuta su Conte. Quello che al momento sembra essere l’avversario irriducibile e che sul reddito di cittadinanza farà la sua guerra. Giorgia Meloni esce, ad attenderla c’è anche una piccola folla tenuta a distanza dalla polizia. La Meloni sale sull’auto, un’Alfa Romeo, e si allontana, la piccola folla la guarda da lontano, qualcuno prova a fare un cenno di saluto con la mano, poi torna a mescolarsi alle altre migliaia di persone che affollano il centro di Roma.
