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Il discorso di fine anno di Mattarella, “La Repubblica è di chi paga le tasse”

Un discorso di fiducia nel futuro dell'Italia quello di Sergio Mattarella. "La Repubblica è di chi paga le tasse. Bene una donna al governo". 

Un discorso di fiducia nel futuro dell’Italia quello del Capo dello Stato Sergio Mattarella. “La Repubblica è di chi paga le tasse. Bene la svolta di una donna al governo”.

Mattarella aveva salutato gli italiani alla fine del 2021 con la convinzione che avrebbe lasciato il mese successivo il Quirinale. Invece è arrivato, inatteso, il secondo mandato per volontà del Parlamento e dei grandi elettori. Dalla sala della musica o studio di Napoleone, Mattarella parla per 16 minuti, come nel suo stile cerca di infondere ottimismo negli italiani. Quasi a sostenere l’obiettivo strategico di Giorgia Meloni di voler far tornare negli italiani orgoglio e ottimismo. E Infatti Mattarella parla di un’Italia positiva, che è stata capace di ripartire, di un Paese che fa ben sperare per il futuro. Se a questo si unisce il riconoscimento di una grande maturità democratica che ha portato per la prima volta una donna a Palazzo Chigi, per Giorgia Meloni è un riconoscimento importante. Non a caso, lei ringrazia il capo dello Stato per l’incoraggiamento. Ed è questa la parola giusta perché Mattarella non vuole apparire uomo di parte. Così mentre elogia la tenuta del nostro Paese, le grandi potenzialità di sviluppo, non tace sulle problematiche e soprattutto richiama tutti al rispetto della nostra Costituzione. Sarebbe arbitrario vedere in questo una ostilità a eventuali riforme.

Il discorso di Mattarella ha dei punti fermi sui quali non c’è differenza di vedute tra i grandi partiti. I problemi sono da tutti individuati come tali, semmai sono le risposte ad essere diverse. Comunque, ha ricordato il Presidente, negli ultimi anni, tutte le forze politiche hanno avuto esperienze di governo, tutti hanno compreso la difficoltà nel governare. I temi da affrontare sono quelli soliti. Lavoro, sanità, giovani, scuola. Ma soprattutto sono necessari comportamenti corretti dei cittadini.
“La Repubblica è di chi paga le imposte”, ha avvertito il Capo dello Stato, forse per ricordare a tutti che quella dell’evasione fiscale resta una piaga da sanare perché toglie risorse ai servizi essenziali dei cittadini. Uno di questi, anzi il principale è il servizio sanitario nazionale che va rafforzato. Così come vanno rimosse le differenze tra nord e sud. Poi c’è la questione del lavoro, della disoccupazione, della crescente povertà. Sono i temi caldi, quelli a cui è legato il futuro dell’Italia. Mattarella non nasconde il problema, ma sembra nutrire speranza soprattutto se sarà aiutato e incoraggiato chi crea lavoro, sviluppo. Un  discorso che in parte è stato rivolto ai giovani, perché dobbiamo progettare dentro il nostro tempo con gli occhi di domani.
In questo quadro un’attenzione particolare deve essere rivolta alla scuola e all’università. Meno politico, ma sicuramente efficace l’appello rivolto ai ragazzi. Ci sono troppi morti sulle strade, velocità eccessiva, alcol, droghe. “Non distruggete la vostra vita e quella di altri, non distruggete il vostro futuro”. 

Poi c’è tutta la parte dedicata alla politica estera nel discorso di Mattarella. Confermata la condanna della Russia per l’aggressione all’Ucraina, confermata la volontà di sostenere l’eroico sforzo della popolazione ucraina, Mattarella ha avvertito che in quella guerra è in gioco non solo la libertà di un paese. Se Putin conquista l’Ucraina altri paesi non saranno più sicuri, potrebbe essere l’avvio di altre guerre. La speranza è che comunque il 2023 porti la pace in quel territorio. Discorso sobrio, senza eccessi, eppure alcuni messaggi – pur in punta di piedi – li ha mandati. Il principale è rivolto all’opposizione. Se Giorgia Meloni a Palazzo Chigi è una prova della maturità della nostra democrazia, ha detto Mattarella, chiudendo così la porta alle polemiche della sinistra su presunte ambiguità rispetto al passato, nello stesso tempo avvertire che Repubblica è chi paga le tasse, vuol dire anche che non ci possono essere ambiguità nella lotta agli evasori. Parlare di differenze nord-sud è anche un monito per l’eventuale riforma sull’autonomia a tenere conto di queste disparità.
Come detto Giorgia Meloni ha ringraziato per quello che è un incoraggiamento. Ma soprattutto la sintonia è parsa evidente in questo sforzo comune di guardare con fiducia al futuro. Del resto in gioco c’è il futuro dell’Italia.

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